Festival e Fiori sono sempre stati protagonisti di grandi polemiche. Eppure tutto era iniziato bene: la manifestazione è promossa dall’azienda turistica della Riviera dei Fiori, si svolge nella Città dei fiori e la prima canzone vincitrice parla di fiori. Anche se qualcuno avanza il sospetto che la canzone abbia vinto proprio perché parlava dei fiori, la polemica non decolla la canzone è davvero bella e merita il successo pur in ruffiana presenza di fiori.
Al momento della premiazione però, anche se siamo nella riviera e nella città dei fiori, nessuno ha pensato a preparare un mazzo di fiori per la vincitrice. Così solo all’ultimo momento e grazie alla prontezza di riflessi di un abile cameriere, si mettono insieme alla rinfusa alcuni garofani, appassiti e recuperati fra quelli sistemati sui tavoli della sala, componendo un modesto mazzo da offrire alla vincitrice. Siamo alla radio e nessuno li vede, in sala tutti aspettano che finisca quella manifestazione che impedisce di ballare al pubblico e il fotografo si dimentica di riprendere il momento finale della gara.
In primo piano i fiori sistemati sui tavolini del salone delle feste ed utilizzati per la premiazione di Nilla Pizzi
L’anno successivo la floricoltura del Ponente entra alla grande nel Festival. L’azienda Fazio di Latte di Ventimiglia cerca di porre rimedio all’errore del primo anno e offre a Nilla Pizzi un mazzo di papaveri “Nilla” dedicati alla regina del festival. Prende inizio così la tradizione di dedicare un fiore ad un personaggio del Festival, tradizione che si estenderà a tutto il mondo dello spettacolo. Il papavero Nilla è ancora oggi una delle varietà più vendute e apprezzate dal mercato, ma pochi ne conoscono l’origine e la storia.
Il terzo Festival di Sanremo è all’insegna dello scontro tra Nilla Pizzi e Carla Boni. Vince quest’ultima, in coppia con Flo’ Sandon’s. E questa volte per le due cantanti sono pronti due splendidi mazzi di rose. Ma Carla Boni lo posa subito dopo la cerimonia sull’altare della chiesetta vicino al Casinò, commentando così l’offerta floerale: “Ho sempre odiato i fiori, mi ricordano il cimitero”. L’altra vincitrice, li lascia sul palco e viene ricoverata d’urgenza in ospedale con quaranta gradi di febbre, dove le viene diagnosticata una grave peritonite.
Con l’arrivo della televisione i fiori vengono largamente utilizzati per ornare il palco del salone delle feste del Casinò fino ad allora piuttosto disadorno e buio. In un crescendo di anno in anno arrivano le nozze fra il Festival e il “Corso fiorito”, una festa cara ai sanremesi.
Corso fiorito del 1961: Tonina Torrieli
Due mondi molto diversi, quello della musica e della floricoltura, si uniscono creando un spettacolo nello spettacolo, un’autentica esplosione di note, profumi e di colori. Le foto dell’archivio Moreschi documentano bene questo momento irripetibile.
Corso fiorito 1961 Natalino Otto
Corso fiorito 1967 Gigliola Cinquetti
Poi fra alti e bassi le due manifestazioni si sono definitivamente allontanate: fare sfilare a gennaio gli artisti era pericoloso per le corde vocali e il “Corso fiorito” scivolava verso la primavera, quando i fiori “costano” meno. Le polemiche sulla presenza dei fiori sul palco si accendono ad anni alterni, certo che la città dei fiori, di fiori ne mette in mostra davvero pochi.
Le immagini di questo articolo sono dell'archivio Moreschi e si trovano nel libro Sanremo Story edizioni Zem di Vallecrosia
Oggi l'archivio Moreschi è chiuso, ma è possibile contattarlo ai numeri 3469436915 o 3497396715 se avete foto da ritoccare o volete rivedere le preziose immagini dell'archivio.