Attualità - 08 gennaio 2020, 09:13

Riprende il tour di presentazioni del "Diario" di Libereso Guglielmi

Il "Diario di un giardiniere anarchico" sarà presentato a Mondovì (CN) il prossimo 18 gennaio alle 17 presso la sede del Comizio agrario.

Il Comizio Agrario e la Compagnia del giardino presentano il libro “Diario di un giardiniere anarchico” (ed. Pentagora), con la presenza del curatore, il giornalista e scrittore Claudio Porchia.

Al termine una tisana calda offerta dall'Erboristeria Monte Regale della dott.ssa Marzia Milano, che ne presenterà brevemente le proprietà. L’evento si terrà sabato 18 gennaio alle ore 17,00 presso la sede del Comizio Agrario in piazza Ellero n. 45 in Mondovì.

Il libro accompagna il lettore alla conoscenza di Libereso Guglielmi (Bordighera, IM, 1925 - Sanremo, IM, 2016) Giardiniere, floricoltore, disegnatore; ha lavorato nella Stazione sperimentale di Floricoltura di Sanremo diretta da Mario Calvino, del quale curò i giardini e divenne amico di suo figlio Italo; capo giardiniere del giardino botanico Myddletown House e ricercatore presso l’Università di Londra. Viaggiatore e instancabile naturalista, ha scritto su riviste di botanica e giardinaggio. Nell’ultima fase della sua vita si è dedicato alla didattica e alla divulgazione. Il curatore del testo Claudio Porchia è giornalista, saggista, promotore di eventi culturali, cura le rubriche culturali e gastronomiche dei quotidiani del gruppo Morenews. È inoltre presidente dell’Associazione Ristoranti della Tavolozza ed ha accompagnato Libereso negli ultimi dieci anni della sua intenza attività..

Dalla Presentazione di Claudio Porchia: "Si è portato addosso il nome di "giardiniere di Calvino", ma in realtà è stato molto di più di un giardiniere. La sua conoscenza della botanica era immensa ed è stata costruita non sui libri, ma sul campo: nel giardino di famiglia, nella stazione sperimentale come allievo di Mario ed Eva Calvino, viaggiando attraverso i continenti, camminando per boschi, prati, colline e montagne, visitando parchi e giardini e mangiando tutte le piante e le erbe che ha incontrato. “Le piante vanno mangiate, sono molte quelle commestibili, … se solo imparassimo a conoscerle meglio”.  Il giardiniere per Libereso è un bel mestiere, che ti permette di vivere all’aria aperta e stare in stretto contatto con la natura: “io sono cresciuto in giardino con le mani nella terra” e “la più bella cosa che faccio è lavorare tutto con le mani: io pianto con le mani e non ho mai portato i guanti. Io cerco il contatto, voglio sentire la terra… sono il figlio del sole e dell’acqua, non ho mai considerato la terra come qualcosa di sporco come capita ad alcuni. Io sono parte della terra e ritornerò nella terra”. La bellezza della terra e il piacere di toccarla con le mani è il primo piacere di un giardiniere: “io sono proprio un figlio della foresta, io mi sento primitivo e vorrei esserlo ancora di più”. E Libereso non ha mai nascosto questo suo tratto selvaggio, che Italo Calvino, costretto a stare in giardino con le scarpe, i guanti e il grembiulino, un pochino gli invidiava e che ha descritto nel racconto “Un pomeriggio, Adamo”. […] Sfogliando e leggendo questo “Diario di un giardiniere anarchico” troverete alcuni episodi, quelli che negli ultimi tempi provava maggior piacere e anche divertimento a raccontare, come quello della scoperta della Marjuana nel giardino del Principe a Montecarlo. Piccoli episodi di una vita caratterizzata dall’incontro con personaggi straordinari: dai suoi genitori alla famiglia Calvino, da Fortunato Peitavino ad Antonio Rubino. Ma fra i suoi ricordi troverete alcuni inserti con i suoi appunti: dall’innesto, che “solo i giardinieri più bravi sanno fare”, all’utilità degli insetti, “che sono stati i primi colonizzatori del pianeta e vivono in stretta relazione con noi”. Dall’ancora attualissimo progetto di recupero della vegetazione spontanea della zona dell’Arma allo studio e alle schede degli alberi, che “dobbiamo conoscere, rispettare e amare”. In appendice vi proponiamo anche un interessante manuale per l’orto biologico presentato a Lesmo nel 1988 su iniziativa di un gruppo di suoi allievi giardinieri, che avevano raccolto le lezioni sulla bio-agricoltura, che aveva svolto nel periodo fra il 1985 e 1987 prima di lasciare Villa Gernetto".

c.s.