Attualità - 22 dicembre 2019, 08:00

Viaggio nel territorio con Alberto Berruti: Cenova, il borgo della pietra ha bisogno del nostro aiuto

Visitare questi paesi e scorprirne le eccellenze culturali ma anche enogastronomiche, naturali, sportive, è un ottimo modo per far sopravvivere la valle. Gli abitanti hanno la pelle dura ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti.

La pietra è uno dei simboli più autentici della Liguria, forse proprio quello che la caratterizza meglio.

Partendo dalle scogliere e dalle coste a picco sul mare, passando di fianco ai muretti a secco che reggono le campagne, attraversando i ponti che hanno unito gli uomini, fino alle cime delle Alpi, la Liguria è un mondo di pietra.

Gli uomini che hanno abitato questa terra hanno ci hanno sempre dovuto fare i conti. Ci hanno lottato per ricavare terra coltivabile ma se ne sono anche serviti per costruire qualsiasi cosa, dalle punte di lancia per cacciare gli animali ai luoghi dove pregare.

I Liguri impararono a lavorare la pietra fin dalla Preistoria. Poi arrivarono i Romani, il "popolo costruttore" per eccellenza, facendo conoscere nuove raffinate tecniche.

Con la formazione dei borghi arroccati nell'Alto Medioevo cominciarono a svilupparsi figure come il tagliapietre e lo scalpellino, iniziò insomma un vero e proprio artigianato della pietra.

Nel Quattrocento un certo miglioramento delle condizioni economiche nel Ponente Ligure diede un grande impulso alla realizzazione di nuove costruzioni: chiese, edifici civili, palazzi nobiliari. Aumentò quindi la domanda di manodopera specializzata nella lavorazione ma anche nella decorazione della pietra.

Fu proprio in quel periodo che si sviluppò la scuola dei maestri lapicidi del paese di Cenova (si pronuncia come Genova).

Questo piccolo borgo è appoggiato da secoli su un fianco della deliziosa valle formata dalla Giara di Rezzo, vicino a Pieve di Teco. Una zona ricca di calcari e ardesie, dove l'uomo conosceva e lavorava la pietra dalla notte dei tempi. Seguendo questa tradizione, nel XV secolo si formò una vera e propria scuola specializzata proprio nella decorazione di manufatti in pietra di vario genere.

Gli anziani tramandavano il mestiere ai giovani, di preferenza ai membri della propria famiglia. Si può parlare di scuola perché si riconoscono tratti comuni tra diversi autori, anche di epoche differenti. Uno di questi è la ripetizione di figure e di temi ricorrenti, come le testine apotropaiche (cioè che allontanano il male) in prossimità delle porte.

In generale, il marchio dei lapicidi di Cenova è uno stile originale che unisce la tradizione della scultura popolare ligure del Medioevo con il linguaggio già rinascimentale della raffinata scuola lombarda. I nuovi modelli avevano preso piede soprattutto a Genova ma spesso arrivavano anche a Ponente.

Girando per le nostre valli si incontrano spesso i lavori dei lapicidi di Cenova. Anche in paesi molto piccoli non è difficile trovare sovraporta decorati con il trigramma IHS del nome di Cristo, un blasone familiare o l'Agnus Dei. Sono moltissimi i portali delle chiese interamente scolpiti da membri della scuola. Spesso anche i raffinati armadi a muro per gli oli santi portano la loro firma.

Il capolavoro assoluto della scuola è considerato il portale della Collegiata dell'Assunta a Tenda, opera della famiglia Valenzi, forse la più quotata.

A me piacciono molto le realizzazioni dei lapicidi di Cenova considerate minori, quelle che si trovano sulle piccole chiese dell’entroterra, magari anche lontane dai paesi. Raccontano di una Liguria oscura, medievale e cristiana ma ancora legata al suo passato pagano.

Il modo migliore per conoscere le opere di questi maestri della pietra è andare direttamente nella valle della Giara.

Qui troverete “Strade di pietra”, un museo a cielo aperto da percorrere nei paesi di Rezzo, Lavina e appunto Cenova. Negli itinerari proposti sono segnate le opere sparse nei paesi, tutte descritte da apposite targhette.

Sempre a Cenova è aperto un vero e proprio “Museo dei Lapicidi”, dove approfondire la loro storia, le tecniche di lavorazione e i diversi tipi di pietra. Qui potrete ammirare curiosi manufatti ormai dimenticati legati alla vita di tutti i giorni, come la garumba, che costituiva il fondo del torchio, o la ciappa de lescìa, una pietra scavata che si usava per fare il bucato con la tecnica della liscivia.

E comunque tutte le volte che visitate un borgo del Ponente Ligure, guardatevi bene intorno e magari chiedete se c'è qualche opera degli artisti di Cenova, molte volte la risposta sarà affermativa.

Oggi la tradizione dei lapicidi di Cenova è portata avanti da una donna, la scultrice Nadia Albavera. Nadia tiene vive le antiche tecniche di lavorazione realizzando opere davvero interessanti. Potete conoscerla direttamente durante i mercatini mensili dell’antiquariato sotto i portici di Pieve di Teco.

La valle della Giara è un luogo splendido ma anche molto fragile. Ai disastri causati dalle alluvioni degli ultimi anni si è aggiunta una rovinosa frana che ha colpito Cenova il 27 novembre scorso. Il fiume di fango ha messo il paese in ginocchio e fatto crollare tra l’altro gran parte dell’Oratorio barocco dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.

Per chi volesse dare una mano si può fare una donazione sul conto corrente n. 716070. Intestazione: Pro Loco Rezzo. IBAN IT81C0333210500000000716070, BIC/SWIFT: PASBITGG, Causale: Per Cenova.

Visitare questi paesi e approfittare delle eccellenze che offrono, culturali ma anche enogastronomiche, naturali, sportive, è un altro ottimo modo per far si che questa valle possa andare avanti nonostante le difficoltà. Gli abitanti hanno la pelle dura ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti.

Alberto Berruti si è appassionato fin da piccolo alle bellezze della Liguria, per colpa un pò dei genitori e un po' di Rosalba, la sua maestra delle elementari. Dal 2016 cura il blog Tesori del Ponente, dove racconta luoghi più o meno conosciuti delle province di Imperia e Savona. Collabora come guida turistica abilitata con la scuola ANWI di Arma di Taggia, che associa il Nordic Walking alla scoperta del territorio.

Redazione