“Oggi in Consiglio regionale assistiamo ad una sterile polemica politica da campagna elettorale per altro mal riuscita, da parte delle opposizioni, che sono divise anche su questo tema. Sulla sanità il centrosinistra farebbe meglio a tacere: i cittadini liguri ricordano bene gli ospedali chiusi, le liste d’attesa e il disavanzo lasciato a 98 milioni di euro. E ad aggravare la situazione, la totale mancanza di percezione della realtà, con un dibattito assurdo mentre la Giunta è impegnata al fianco di amministratori locali, lavoratori e categorie economiche per affrontare un’emergenza vera, legata ai danni provocati dal maltempo”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla seduta odierna del consiglio regionale, interamente dedicata alla sanità.
L’assessore alla Sanità Sonia Viale ha poi replicato punto per punto alle accuse dell’opposizione. Sul tema degli organici, “l’ultima Giunta di centrosinistra - ha ricordato Viale - ha tagliato oltre 1000 operatori, tra cui 353 infermieri. Questa amministrazione ha autorizzato tutte le deroghe necessarie per l’assunzione del personale carente e, con il concorsone, ha consentito l’assunzione di oltre 500 infermieri, con un saldo positivo tra nuovi ingressi e pensionamenti di 216 unità. Il Pd che è al governo – ha aggiunto - risolva il vero problema dell’imbuto informativo, ovvero il numero insufficiente di posti nelle specialità disponibili ogni anno rispetto ai neo laureati: su questo il ministro Grillo ha fallito e l’attuale ministro della Sanità si è scordato di metterlo nel Patto per la Salute, che le Regioni sono fortunatamente riuscite a rispedire con forza al mittente”.
“Quattro anni fa - ha ricordato l’assessore Viale - questa amministrazione ha ereditato un disavanzo di 98 milioni di euro, oggi ridotto a 51 milioni di euro senza chiudere ospedali, come invece aveva fatto il mio predecessore. Inoltre nel decennio della precedente giunta di centrosinistra la mobilità passiva era aumentata del 77%. Noi siamo dovuti ripartire daccapo per riorganizzare il sistema sanitario ligure in cui c’erano cinque Asl come cinque repubbliche indipendenti l’una dall’altra, con cinque differenti numeri telefonici del Cup per la prenotazione di visite ed esami”. L’assessore regionale alla Sanità ha poi ricordato, tra i risultati raggiunti, il posizionamento della Liguria ai vertici tra le regioni italiane nell’erogazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, monitorati dai ministeri dell’Economia e della Salute: nella classifica di quest’anno (relativa al 2018), la Liguria si trova con 211 punti di valutazione al sesto posto (l’anno precedente erano 195 punti), vicina alle performance delle Regioni più virtuose, superando Umbria, Abruzzo e Marche con le quali fino al 2017 era in concorrenza nella fascia centrale di punteggio. “Questo risultato è frutto del lavoro svolto in questi anni a partire dalla riforma del sistema - ha aggiunto Viale - che sta garantendo da un lato la riduzione progressiva del disavanzo e, dall’altro, una sanità di qualità ai nostri cittadini, senza ridurre ma anzi migliorando i servizi erogati”.
Sul tema delle fughe, l’assessore Viale ha sottolineato infine che “dopo l’aumento del 75% dal 2008 al 2012, seguito da un trend stabile fino al 2015, tra il 2016 e il 2017 si è registrata un’inversione di rotta, con una diminuzione nelle aree neurologica, oculistica, otorinolaringoiatrica, cardiologica, gastroenterologica, della patologia mammaria. Questo è stato possibile grazie agli interventi sulla governance del sistema e in particolare - ha concluso - alla creazione dei Dipartimenti interaziendali regionali, che consentono di superare la frammentazione assistenziale a favore di una presa in carico complessiva del paziente”.