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Politica | 28 agosto 2019, 18:04

Se.Com in Rivieracqua: Taggia verso il consiglio comunale, ma le altre amministrazioni? L'abbiamo chiesto ai sindaci

Vige un clima di incertezza tra i vari comuni soci di Se.Com. In questo senso Taggia farà da apripista.

L'impianto depuratore di Riva Ligure

L'impianto depuratore di Riva Ligure

Il conferimento di Se.Com in Rivieracqua, insieme a quello del ramo idrico di AMAIE, è uno dei passaggi fondamentali, per far si che l’acqua rimanga pubblica. Però sul depuratore sito sul territorio di Riva Ligure sono tutti d’accordo sulla soluzione? Ne abbiamo parlato più volte Se.Com è una società economicamente florida mentre Rivieracqua si appresta a presentare il concordato in tribunale il prossimo 10 settembre.

Il conferimento potrà avvenire con almeno l’80% di pareri favorevoli dei singoli comuni con partecipazione in Se.Com, dove Taggia detiene il 50%, Riva Ligure il 17,28%, a seguire c’è Santo Stefano al Mare con il 9% e poi tutti gli altri comuni più piccoli, Badalucco e Castellaro 5,68% e infine, Montalto Carpasio, Terzorio, Pompeiana al 4,09%. Per questo motivo Taggia, socio maggioritario, porterà la pratica in consiglio comunale ma gli altri comuni faranno altrettanto? L’abbiamo chiesto ad alcuni sindaci per fare il quadro.

“Noi siamo allineati sulla posizione di Taggia sul conferimento della società.
- commenta Matteo Orengo da Badalucco - Da qualunque parti la si voglia guardare è un disastro. E’ stata una partita gestita male. Per tutti i comuni l’acqua era la risorsa che dava al bilancio una possibilità di respirare. Quando si ha l’acqua a cascata non si hanno spese se non la manutenzione ordinaria dell’acquedotto. Non è posizione facile però la possibilità che entri un socio privato è peggio. Ci sono troppi punti interrogativi. Sono preoccupato dalla situazione di Rivieracqua. Per quanto riguarda la gestione delle perdite l’accantonamento delle risorse doveva essere fatto anno per anno. Una parte è stata accantonata però mi rendo conto che i comuni piccoli abbiano difficoltà maggiori”.

“Noi siamo con Taggia. Montalto aveva partecipazione indiretta e Carpasio diretta. Con la fusione era rimasto questo problema. - aggiunge Mariano Bianchi, sindaco di Montalto - Noi avevamo già fatto passare in consiglio la decisione  di dare alla Secom a costo zero le le ex quote di Carpasio. Nel momento in cui il bilancio è chiaro saremo d’accordo non mettiamo qualcosa di sano in un corpo malato. Quando si pronuncerà il tribunale a quel punto vedremo che cosa fare. Non faremo il consiglio comunale entro il termine del 10 settembre per una problematica tecnica. Taggia darà un segnale al tribunale. Però per entrare ci va una compagnia sana. E’ giusto che i comuni paghino i costi maturati per andare a risanare la situazione”.

Più cauta la posizione di Elio Di Placido, sindaco di Santo Stefano al Mare
: “Il comune che rappresento è tra quei soggetti ai quali sono stati richiesti adempimenti precisi dalla provincia dall’EGA. Nel nostro caso è la firma della convenzione, unilaterale che c’è stata proposta. Ho chiesto all’EGA di avere  un incontro per approfondire alcuni passaggi che ci sembrano poco chiari nel contenuti per i risvolti futuri. Adesso non la firmeremo aspetto di avere un quadro più chiaro della situazione. Questo ha interrotto l’azione. Se Taggia va in consiglio entro settimana prossima il Giudice darà una proroga perché non ci sono gli elementi oggettivi per attestare questo nuovo piano. Siamo controllati da EGA che a sua volta è sotto le direttive della Regione che pare abbia deciso di commissariato. Anche se il famoso commissario non si vede ancora. Concretamente gli impianti non sono ancora stati consegnati. Noi con il Consiglio Comunale siamo andati con il conferimento del ramo Se.Com in Rivieracqua, contrariamente a Riva che si è espressa in modo contrario. Concretamente questa operazione non la può fare il Comune ma dobbiamo essere tutti i comuni soci perché il depuratore è uno. Una volta che Secom entra in Rivieracqua, automaticamente è così per tutti. Non può essere diversamente”.

Il problema non è Se.Com. Il servizio della depurazione è esclusivamente un costo mentre l’acquedotto è un ricavo. La tariffa unica dovrebbe compensare costi e ricavi e portare equilibrio tra i due servizi. Noi incassiamo piccola parte da 2reteGas per la depurazione e poi il Comune mette la differenza. Noi abbiamo un depuratore che è un’eccellenza qualitativa ligure mentre pare così non sia per gli altri depuratori presi in carico da Rivieracqua. - denuncia Di Placido - Dalla relazione del CDA di Rivieracqua è emersa la situazione di scarsa norma degli impianti. E’ preoccupante. Non siamo in una situazione ordinaria ma straordinaria. Quindi per mettere a norma determinati impianti servirà fare investimenti mentre invece noi ci troviamo un depuratore che è perfettamente funzionante. Non ho ancora capito cosa porterà in consiglio Taggia e quindi se basterà rispetto a quanto chiesto dal giudice per avere ulteriori garanzie per poter andare a dare una valutazione congrua sul piano di rientro”.

Discorso diverso per Riva Ligure. Il sindaco Giorgio Giuffra mette le mani avanti: “Sono favorevole ma solo a patto che tutti i Comuni aderenti a Secom siano nelle stesse condizioni. Credo nel percorso delineatosi nell’assemblea di Rivieracqua anche e soprattutto perché le imprese che hanno lavorato devono essere tutelate. Parliamo di un indotto di oltre 250 famiglie che vivono sul territorio provinciale. Sono d’accordo con l’impostazione portata avanti, fermo restando però che per prima cosa si dovranno mettere tutti i soci Se.Com in eguali condizioni. O tutti i comuni parteciperanno indirettamente a Rivieracqua o tutti lo dovranno fare separatamente, accantonando come ha già fatto il comune di Riva Ligure la parte di perdita degli esercizi maturati da Rivieracqua. Ad oggi non è all’ordine del giorno un consiglio comunale. Lo faremo una volta equilibrate le posizioni dei vari comuni aderenti a Secom”.

Un’ultimo parere sulla questione l’abbiamo chiesto direttamente a Secom, parlando con Diego Frascarelli, amministratore unico di Se.Com Spa. “Il piano concordatario prevede il conferimento. Si tratta di capire bene il piano concordatario. Io darò il mio contributo per la verifica della fattibilità del piano, secondo me, ancora migliorabile, con ampi margini. - spiega Frascarelli - Ci tengo a dirlo come cittadino, per la soddisfazione delle imprese creditrici, perché sono le imprese della nostra provincia di Imperia. Non penso che il piano andrà in porto in tempi brevi. I tempi del pubblico sono molto lenti soprattutto dove ci si rivolge ad una complessità di comuni. La provincia avendo tutti aderito al programma di gestione del servizio idrico integrato in maniera unitaria. La Se.Com è obbligata a conferire ed il soggetto è Rivieracqua, perché indicato dalla Provincia. Io chiedo sempre l’unanimità degli intenti. Non tutti i comuni sono d’accordo ma ad oggi non c’è una scelta diversa”.

Non resta che attendere i primi 10 giorni di settembre quando sia Taggia che Sanremo porteranno rispettivamente all’attenzione del consiglio comunale il conferimento di Se.Com ed Amaie. Con questa intenzione in mano si potrà chiedere ulteriore tempo al tribunale. L’ingresso delle due società darà una chance di sopravvivenza a Rivieracqua e permetterà di guardare alla futura introduzione della tariffa unica. Partita a parte per i 2 milioni e 900 mila euro di costi indiretti, se ne parlerà nel 2020.

Stefano Michero

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