Continua 'Serenata d’Estate', un’esposizione documentaria allestita nella Sezione di Archivio di Stato di Sanremo (Corso F. Cavallotti 362) fruibile, con ingresso libero, tutti i mercoledì d’estate, fino a mercoledì 18 settembre 2019 dalle 8.30 alle 12.30.
Sono previste viisite guidate con le curatrici della mostra per mercoledì 14 agosto, mercoledì 4 settembre e mercoledì 18 settembre; è necessaria la prenotazione al numero 0183 650491.
Sanremo, oltre ad essere conosciuta nel mondo come la Città dei Fiori, è nota anche per essere “teatro” ogni anno della più importante kermesse canora italiana e forse non è un caso che presso la sezione sanremese sia conservato un piccolo fondo, ma ricchissimo, relativo ad una casa di edizioni musicali, la Edizioni Dott. C. Beltramo San Remo, che svolse la sua attività, con contatti in tutta Europa, proprio a Sanremo dagli anni ’30 agli anni ’60, età d’oro per la storia della canzone italiana.
I visitatori potranno riscoprire, tra spartiti, dischi in vinile, riviste e periodici di quel tempo e altri documenti significativi, un mondo lontano, dove la musica, gioiosa e spensierata, aveva il compito, più che in altre epoche, di distrarre dalle preoccupazioni quotidiane e di unire tutti attraverso sentimenti ed emozioni condivise.
L'esposizione, organizzata prevalentemente in ordine cronologico, vuole restituire un momento storico preciso: un'Italia in trasformazione!
Il filo conduttore di questa passeggiata a ritroso nel tempo è rappresentato da alcuni documenti, scelti tra i tanti, del Fondo Beltramo: una "storia di note e parole" che ripercorre gli anni difficili tra le due guerre fino ad arrivare, passando attraverso la tragedia del secondo conflitto mondiale, agli anni del boom economico. Questo periodo così intenso, nei documenti selezionati, lo si percepisce cogliendo le sfumature, perché il mondo che si vuole raccontare è quello delle trasmissioni radio, delle canzoni e delle musiche che continuavano a rassicurare gli italiani, in un epoca di fermenti politici e sociali, dove, parafrasando Tomasi di Lampedusa, tutto non sembra cambiare e invece tutto cambia.