Il mare di Santo Stefano custodisce qualcosa di speciale. Le sue acque naturalmente perfette e scientificamente diverse da quelle circostanti, sono state premiate con la sesta bandiera blu: un richiamo per i turisti, che ogni anno scelgono il borgo marinaro, ma anche meta di visitatori davvero speciali.
La star della settimana scorsa era stato il piccolo cavalluccio marino, questa volta a far capolino tra le acque di Santo Stefano solo delle bellissime balenottere. L'avvistamento è avvenuto da parte di un gruppo di subacquei del Nautilus Technical Diving Center Aregai nei pressi della “Secca”. Il gruppo di balenottere comuni ha attraversato loro il mare, giocando in acqua e lasciandosi osservare a lungo.
La Secca di Santo Stefano è per molti un mistero. Se da una parte viene scelta da colonie di pesci rari come l'ippocampo, i barracuda e i dentici, dall'altra la sua particolare vegetazione nasconde in profondità molto altro. Esiste un punto esatto della secca in cui, a distanza di secoli, si sono incagliati vascelli romani, imbarcazioni e anche il famoso BR20, il relitto di un bi-elica della seconda guerra mondiale ancora in buono stato di conservazione. Un luogo misterioso, una sorta di portale che custodisce tesori e storia millenaria in fondali velati da mistero.
Un'area marina protetta dove cavallucci marini, delfini e balenottere vivono e giocano fra loro è molto più di un tratto di acqua pluripremiata: è una preziosa risorsa che va rispettata e conservata.
Secondo un antico detto, le balene conoscono tutto delle emozioni del mare perché sanno cantare. Il canto di una balena può essere struggente, uno fra più ancestrali della terra e chi ha il privilegio di sentirlo non può non esserne travolto. Molti marinai nella storia hanno confuso il canto delle balene con quello delle sirene. Chissà se nel mare di Santo Stefano, popolato da vascelli fantasma, cavallucci portafortuna e tanti altri segreti, non esista anche qualche sirena.