Attualità - 29 luglio 2019, 12:56

Fermo pesca, Coldiretti: “Quest’anno in Liguria partirà da metà settembre”

Tra i banchi del mercato e al ristorante è sempre bene assicurarsi che il pesce sia di origine italiana, per essere sicuri di freschezza e qualità

Il temuto fermo pesca, che suggella a rotazione su tutte le marinerie italiane il blocco delle attività dei pescherecci, raggiungerà il Mar Ligure, dal 16 settembre al 15 ottobre: prestare la massima attenzione alle etichette, dal momento che aumenta il rischio di trovarsi nel piatto pesce d’origine straniera, di qualità nettamente inferiore rispetto a quello Made in Italy.

È quanto riporta Coldiretti Liguria, sottolineando la pericolosità dello stop che ogni anno viene dato, per 30 giorni consecutivi, ai grandi pescherecci che effettuano pesca a strascico, fermo che aumenta il rischio per il consumatore, di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalla produzione locale delle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare, dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca e dagli allevamenti nazionali. La novità di quest’anno è che in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17, a seconda dalla zona di pesca alla quale sono iscritti. Le giornate di stop saranno decise direttamente dai pescatori che dovranno darne comunicazione scritta entro le ore 9 del giorno stesso. L’intero ammontare delle giornate aggiuntive deve essere realizzato nell’arco annuale 2019.

“Nonostante la riduzione del periodo fisso di blocco delle attività, l’apertura alla tutela differenziata di alcune specie e la possibilità per le imprese di scegliere i restanti giorni di stop – afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresapesca Liguria - il giudizio sull’assetto del fermo pesca 2019 non può essere positivo, poiché la misura continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle nostre imprese e dei redditi, soprattutto per il ritardo nei pagamenti da parte degli enti preposti dei fermi pesca già effettuati in precedenza. Questo ha determinato, a livello nazionale, un crollo della produzione, la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. L’auspicio è che dal 2020 si possa partire dalle novità positive per mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie. Anche la Liguria risente del blocco, anche se la risposta al consumatore può arrivare dalle barche della piccola pesca, che riescono in parte a soddisfare, per il periodo in questione, la domanda del mercato”.

“Toccando i mesi di settembre/ottobre – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - il fermo pesca nella nostra regione limiterà la presenza del pescato a miglio zero sui banchi, quali ad esempio i “pesci da zuppa”, come naselli e scorfani. È un duro colpo per il mercato locale, ma essendoci una forte presenza di imprese che svolgono attività di piccola pesca si invitano i consumatori a rivolgersi, per i propri acquisti, ai punti di vendita diretta dei pescatori e al mercato ittico di Campagna Amica Liguria dove è possibile trovare, mare permettendo, pesce di stagione interamente a miglio zero. In caso questo non fosse possibile, per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo si consiglia di verificare sempre sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

Come Coldiretti Liguria riteniamo inoltre opportuno che venga introdotto il marchio volontario per il pescato locale a garanzia ulteriore del nostro ‘Made in Liguria’, in modo da  qualificare e valorizzare uno dei settori di punta dell’economia della nostra regione”.

C.S.