Attualità - 18 luglio 2019, 19:04

Cucinare in barca: i consigli di Roberto Pisani. Oggi svela i segreti per risparmiare acqua e tegami con il Pastotto

Oggi vediamo dove e cosa portare in stiva e quali attrezzi in cucina e la prima ricetta originale (Seconda puntata)

Sapersi organizzare nel riporre le scorte alimentari è quantomai importante.  Innanzitutto si faccia ampio uso di contenitori a chiusura ermetica, meglio se rettangolari (quelli in plastica vanno benissimo): si adoperano per riporre nel frigo burro, formaggio, carne, pesce, eccetera, ma potranno essere utilizzati anche per sale, zucchero, caffè, farina.

 

Un altro consiglio prezioso è quello di fare scorta di pasta di un solo tipo (meglio corta) e di riporla in un ampio contenitore (anche da 2 kg) dopo averla tolta dalle scatole di cartone. Le bevande si conservano fresche sotto il pagliolato e le verdure stanno meglio in cestelli da sovrapporsi in qualche stipetto.  Per il pane suggeriamo di dotarsi di un sacchetto da appendere ad una mura, magari facendo uso di ottime friselle meridionali che si conservano per diversi giorni.  Le patate e le carote è meglio conservarle ai buoi negli scomparti sotto i divani.

 

 

 

Appurato che ormai il forno a gas è presente in quasi tutte le imbarcazioni, le attrezzature essenziali saranno pertanto scelte più in funzione della dimensione che del tipo di cucina. Raccomandiamo quindi una bella teglia da forno in alluminio, una pentola a pressione, una padella, un tegame (attenzione al diametro: nel ripiano dei fuochi devono potercene stare contemporaneamente due).  Indispensabili i vassoi in acciaio inox (rettangolari o ovali, si trovano a prezzi abbordabili in negozi di attrezzature per bar e ristoranti).  Ma soprattutto suggeriamo l'utilizzo di contenitori in alluminio monouso a perdere (ma non in mare!) e consigliamo vivamente di non rimanere mai senza abbondante scorta di rotoli di fogli di alluminio, quanto mai utili nella cucina di cartocci al forno da mangiarsi tranquillamente in pozzetto, potendo in tal modo anche a scaldarsi le mani.

 

Come possiamo noi, latino-mediterranei, rinunciare alla pasta asciutta?  Impossibile!

 La pasta è stata, è e sarà sempre il nostro alimento principe.  Non si fanno né deroghe, né sconti, neppure in navigazione.  Anzi!  Cosa c'è di più gratificante dopo una dura giornata di mare?  Tuttavia, spesso e volentieri, farsi una pastasciutta in barca genera non pochi problemi: una pentola piena d'acqua in ebollizione non è l'ideale soprattutto in navigazione, senza dimenticare le tragicomiche scene al momento della scolatura.  Nel lavello, mai: rovinerebbe il tubo di scarico in plastica, portando l’ambiente a un tasso di umidità del 110%.  Scolarla fuori bordo ha invece buone possibilità di rendere felici i pesci che transitano nelle vicinanze.  E allora, che fare? 

Qualcuno ha provato a usare la pentola a pressione, della serie “un po' di sugo, un po' di pasta, un po' d'acqua, qualche minuto di cottura, e la pasta è fatta”.  Personalmente, parafrasando una battuta di Massimo boldi, “sono contrario alla pentola a pressione: non si vede la cottura”.   Inoltre occorre azzeccare il giusto quantitativo di acqua, il giusto tempo di cottura, eccetera.  No, no, troppo facile l'esecuzione, ma decisamente troppo incerto e mutevole il risultato.

Quello che invece suggerisco e di farsi il pastotto, che altro non è che la pasta asciutta fatta con il sistema del risotto. Intanto si usa una sola pentola ed è già un bel vantaggio. Poi si consuma il minimo indispensabile di acqua dolce: anche questo, vista la solita penuria che c'è a bordo, non è mica male.  La partenza sarà quella abitualmente usata per fare una qualsiasi base di condimento, come meglio si desidera, tenendo presente però che sughi a base di pesce e/o verdure sono sicuramente meglio digeribili di quelli a base di carne (amidi, carboidrati e proteine insieme non vanno molto d'accordo). 

Quindi, calcolando i rispettivi tempi di cottura, si aggiunge la pasta al sugo, allungando poco per volta con acqua calda, mescolando il tutto con un mestolo, proprio come fareste per un risotto. A proposito di tempi di cottura, tenete presente che quelli indicati sulla confezione dovranno essere aumentati di circa un 50%.  Aggiustate di sale e aggiungete acqua via via che viene assorbita dalla pasta, tenendo conto che la pasta richiede meno acqua del riso, e quindi andateci piano.  Sarà il vecchio sistema dell'assaggio a farvi capire quando la pasta sarà pronta per l'uso.

Roberto Pisani è autore del libro “Cucinare in barca”, in cui spiega le regole base della cucina in barca simpaticamente illustrate dal cartoonist Tiziano Riverso. Cucinare in barca non è facile, è diverso dalla cucina di casa, ma, con pochi accorgimenti ed anche senza essere chef, è possibile non rinunciare ai piaceri della tavola nel pozzetto della vostra barca, abbinando al fascino della vela quello della cucina,

Roberto Pisani