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Economia | 12 luglio 2019, 07:53

Come combattere il digital divide in Liguria: un passo fondamentale per il futuro

Continua a tenere banco il tema del digital divide, in Italia e nel mondo

Come combattere il digital divide in Liguria: un passo fondamentale per il futuro

Continua a tenere banco il tema del digital divide, in Italia e nel mondo. Per definizione si tratta del divario di chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso. Il gigante svedese Ericsson e l’Unicef hanno creato in queste settimane un partenariato per fare la mappatura dello stato della connessione ad Internet di 35 paesi nel mondo, nell’ambito di Giga Initiative, che ha dato vita al progetto Project Connect, che mira a prendere in considerazione i paesi che stanno facendo un nuovo lavoro per collegare le loro popolazioni, in particolare per fornire ai loro giovani l’accesso alle informazioni e alle opportunità.

La situazione in Italia

La situazione in Italia legata al digital divide deriva prevalentemente dalla mancanza di infrastrutture adeguate e in particolare la mancanza di collegamento ad Internet veloce, si stima che il 12% circa della popolazione non abbia accesso alla banda larga. Le compagnie telefoniche non riescono ancora a raggiungere diverse zone del paese per garantire la velocità necessaria per garantire la connessione. In generale in Europa il digital divide, secondo la Commissione europea, è la mancata copertura di banda larga fissa ad almeno 2 Megabit (Adsl, cavo coassiale – che in Italia manca – o fixed wireless).

In Italia questo dato di digital divide riguarda una popolazione senza copertura Adsl che si stima essere circa il  5,6 per cento, anche se non ci sono mappe ufficiali. Ad altri livelli, ovvero per la banda ultra-larga, le stime sono anche peggiori, si parla infatti del 20/40 per cento della popolazione e in futuro si parlerà anche di digital divide di terzo livello, mancata copertura con fibra ottica nelle case, che in Italia riguarda meno del 20 per cento della popolazione con stime che oscillano.

La Liguria ed il digital divide

Ed in Liguria com’è la situazione? La regione sembra vivere un buon momento dal punto di vista delle connessioni, anche se al momento una famiglia su sette, a casa, non ha accesso a Internet. Un ligure su quattro, poi, non ha mai usato un pc. Ancora, uno su quattro usa Internet meno di una volta alla settimana. Poi, tre liguri su quattro non sanno usare Internet per interagire con le amministrazioni pubbliche, e cinque liguri su sei non sanno compilare schede o formulari online. È una fotografia a pixel sgranati e decisamente preoccupante, quella che ritrae i liguri e l'utilizzo dei dati nella vita quotidiana. L'ha scattata, elaborando dati Eurostat, l'Osservatorio di Genova Che Osa, che ha deciso in tempo di pandemia, proprio quando è necessario trasferire il maggior numero di operazioni fisiche in azioni dematerializzate, di prendere il polso alla Liguria. Dati che fanno riflettere soprattutto in vista di un futuro sempre più caratterizzato dall’utilizzo della rete.

Come risolvere la questione del digital divide

Per fortuna le strade da percorrere per abbattere il digital divide sono tante. Per consentire agli utenti liguri, ed italiani in generale, di avere accesso ad internet e di poter usufruire dei vari servizi legati al lavoro, alla pubblica amministrazione ed allo svago come i casinò online, è intervenuto anche il Governo. Nel Decreto Legge Cura Italia, ad esempio, sono stati previsti 85 milioni di euro per le piattaforme per la didattica a distanza che hanno permesso alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza o di potenziare quelli già in dotazione.

Il decreto prevede inoltre la possibilità di fornire dispositivi in comodato d’uso e la necessaria connettività di rete agli studenti meno abbienti, con particolare attenzione all’accessibilità degli studenti con disabilità. Investimenti che hanno risposto a una emergenza, ma, al contempo hanno contribuito a costruire un patrimonio per il futuro, gettando le basi affinché la scuola possa crescere e migliorarsi, utilizzando queste tecnologie anche quando saremo tornati alla normalità. Va senz’altro dato merito al governo di aver compreso la necessità di rafforzare le reti, offrendo in uguale misura la possibilità di usufruire dei servizi di connettività cercando di mantenerne elevati gli standard di qualità (soprattutto nella fase in cui gli italiani erano bloccati in casa). In questo modo si è potuto garantire innanzitutto un flusso di continuità produttiva ed operativa a livello professionale (smart working) e scolastico (e-learning), permettendo altresì una straordinaria accelerazione del processo (già in parte avviato) di trasformazione digitale del Paese.

Tra le ulteriori misure attese dal governo, adesso, si prevede un incremento degli investimenti dedicati all’infrastruttura di rete che dovrà diventare quanto prima infrastruttura unica: ancora di più dopo il lockdown si è avvertita la necessità di realizzare in Italia uno standard minimo di connettività a banda ultra-larga, garantito per tutti in uguale misura (intervenendo, dunque, nella riduzione del digital divide).



Richy Garino

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