Attualità - 19 maggio 2019, 17:28

Plauso di pubblico e critica per la poetessa imperiese Giulia Quaranta Provenzano, 2a al Premio Letterario ‘Città di Recco'

La ventinovenne si è inoltre classificata finalista con la breve raccolta di poesie 'L’Amore è…', volume nato dalla collaborazione della giovane ligure con l’Associazione Culturale Articoli Liberi

Si è svolta ieri la celebrazione della 13a edizione del Premio Letterario Internazionale 'Città di Recco – Flavia Adelma Brignani' organizzato dal Comitato per la Cultura La Superba, col Patrocinio dell’omonimo Comune genovese. Corrado Cicciarelli - filosofo, Dott.ssa Elisabetta Di Palo - magistrato, Dott.ssa Enrica Tagliasacchi - Presidente del concorso, Cristina Fontana - funzionario del Comune di Recco, Massimo Peloso - Presidente di La Superba e figlio della poetessa Brignani, Sign.ra Ornella Secchi, Dott.ssa Maura Lanza - docente scolastico, Dott.ssa Bianca Barberis - preside e docente scolastico in pensione, Marziana Semino - insegnante i nomi dei giurati che hanno premiato con il 2° posto l’imperiese Giulia Quaranta Provenzano per la silloge poetica, con fotografie d’arte 'Anno 2016'. La ventinovenne si è inoltre classificata finalista con la breve raccolta di poesie 'L’Amore è…', volume nato dalla collaborazione della giovane ligure con l’Associazione Culturale Articoli Liberi al fine di portare gli editi di narrativa e poesie nelle scuole di tutto il mondo.

“Sono molto felice di entrambi i riconoscimenti ottenuti - afferma la Quaranta Provenzano - perché vincere concorsi artistici mi permette di presenziare a manifestazioni culturali in cui mi è possibile parlare di Cultura, d’Arte fine a se stessa e semplicemente per la passione nutrita nel dedicarmi ad esse. In realtà, però, non credo servano parole per esprimere l’emozione che provo quando sono su un palco a disquisire di poesia, di fotografia: quell’intenso brillio (incontrollabile) nei miei occhi è conferma d’Amore autentico!”.

Giulia prosegue: “Gli scritti, le immagini sono potenti veicoli d’informazione e concrezioni d’emozioni – non potrei immaginare la mia vita senza una penna e una macchina fotografica. È infatti proprio la luce pura di quando mi dedico alla scrittura di liriche, racconti, critiche, quando immortalo ricordi che manifestanino il rispetto per l’esistenza (imprescindibile per portare avanti l’imo e vero sé) che so di sostenere anche un’economia sana, un’economia che non mortifichi la persona e i sentimenti, le idee a faro”. Ed ancora: “Non voglio trovarmi anziana e solo allora (forse) capire di aver servito anni distorti, sbiadita nell’affrontare il presente senza il coraggio proprio del cuore, arrendendomi ad un fantomatico dovere, a me estraneo, pel padrone. Se si va a dormire e ci si sveglia privi della forza e della gioia di vivere ed amara non si sta davvero vivendo poiché sono, al contrario, i sorrisi e l’entusiasmo l’unico termometro della qualità dei dì!”.

La Quaranta infine conclude: “Siamo talvolta noi stessi ad emarginarci, per codardia e probabilmente apparentemente più ‘comoda’ arrendevolezza: siamo noi stessi a condannarci a periferie del cuore, dove i problemi assumono dimensioni giganti e si fanno neri, dove è difficile immaginare altro da ciò che assume i contorni dell’incontrovertibile per aprioristica passività... A marzo intrapresi un’esperienza attoriale e grazie soprattutto a Giuseppe Morrone, il ‘mio’ uomo dell’arcobaleno, ho capito che dovevo ritornare alla vita. Dovevo capacitarmi cioè di quanto fosse assurdo rinunciare a seguire i miei desii, relegando la mia emozionalità all’inascoltato. Ora mi è invece chiaro che si muore ogniqualvolta si rinnega ciò che fa battere il petto relegandolo, nel migliore dei casi, al periferico!”.

C.S.