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Attualità | 07 febbraio 2019, 09:28

Sanremo invasa da 50.000 cartoline: Amazzonia in pericolo e operatori ecologici in agitazione.

Cresce la protesta mondiale contro l'iniziativa del cartoonist Tiziano Riverso.

Sanremo invasa da 50.000 cartoline: Amazzonia in pericolo e operatori ecologici in agitazione.

Anche quest’anno il cartoonist Tiziano Riverso è arrivato al Festival portando il solito tir pieno di cartoline e le caricature dei tre protagonisti del palco dell’Ariston declinati in chiave enogastronomica hanno invaso la città. Immediata la reazione degli ambientalisti che hanno denunciato l'ennesimo spreco di carta per questa iniziativa che in città ha trovato pochissimi sostenitori, anzi per la precisione solo due:

L'editore Enrico Anghilante, che per fronteggiare la polemica ha immediatamente dichiarato in eurovisione a TeleValvaraita: "Per il nostro quotidiano è di grande interesse questa iniziativa poiché apre spazi nuovi al modo di interpretare un media on line. Oltre notizie e banner  il nostro gruppo editoriale guarda a opportunità differenti, che possano avere sempre al centro i nostri lettori, ma coinvolgerli in modi nuovi e a volte sorprendenti".

Sulle colonne del bollettino "Artigiani ieri, forse oggi e chissà domani" il direttore Luciano Vazzano della Cna di Imperia difendendo l'iniziativa di Riverso ha aggiunto "da sempre a Sanremo vale il motto "Francia, Spagna purchè se magna" e le cartoline sono un grande strumento di promozione e marketing territoriale. nei locali dove si distribuiscono le cartoline abbiamo registrato il tutto esaurito".

Mentre gli operatori ecologici hanno chiesto di efettuare orari supplementari per raccogliere le cartoline che vengono gettate in ogni angolo della città, c'è da registrare la dura presa di posizione delle associazioni animaliste contro,la cartolina che raffigura Baglioni mentre canta "Passerotto non andare via..." e si vede il povero uccellino saltare in padella.

Io mi dissocio dalle cartoline e mi dichiaro "prigioniero gastronomico" di questo Festival e dal soggiorno di casa come Silvio Pellico sto scrivendo non "Le mie prigioni", ma "I miei Galà".

 

 

Tiziano Riverso e Claudio Porchia

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