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Attualità | 05 febbraio 2019, 12:43

Sondaggio SWG CNA: Il lavoro? Per le donne deve portare più reddito e più sicurezza, ma nell’accesso al credito sono trattate peggio degli uomini

I dati sono il risultato di una indagine condotta da Swg per CNA nazionale, su un campione rappresentativo della società italiana, dedicata a 'Donne, imprenditoria e accesso al credito'

Alice Maccario, Presidente territoriale del Raggruppamento CNA Impresa Donna della Provincia di Imperia

Alice Maccario, Presidente territoriale del Raggruppamento CNA Impresa Donna della Provincia di Imperia

Il nostro Paese fa un passettino avanti. Nella società e in particolare nel fare impresa la differenza di genere tra donne e uomini sembra cominciare a sbiadire. A registrare questa condizione, una indagine condotta da Swg per CNA nazionale, su un campione rappresentativo della società italiana, dedicata a “Donne, imprenditoria e accesso al credito”.

Un maggior reddito a disposizione e, di conseguenza, un futuro più sicuro sono le motivazioni che principalmente spingono una donna al lavoro. Il 31% delle interpellate è mosso da più cospicue entrate economiche, con un picco del 35% tra quante si situano nella fascia di età 35/54 anni e del 43% tra le residenti nelle regioni centrali. La sicurezza rispetto alle incertezze della vita stimola un altro 25% del panel con il tetto del 27% raggiunto sempre nella fascia 35/54 anni e del 36% al Sud.
A distanza (tra i risultati ai quali, potendo scegliere, le donne ambiscono sul fronte lavorativo) si piazza una maggiore gratificazione professionale, che si ferma al 13% del totale con il 15% raggiunto dalle donne che hanno oltre 54 anni di età e il 18% nel Nord Ovest. Una motivazione tallonata dalla disponibilità più elevata di tempo libero, che tocca il 12% delle coinvolte nell’indagine, stavolta con la massima percentuale (16%) nella fascia più giovane, tra i 18 e i 34 anni, e al Centro (15%). Una gratificazione meno palpabile – più riconoscimento sociale – è optata solo dal 6%, con variazioni limitate tra una fascia di età e l’altra e un picco territoriale al Sud (8%). Il 13%, infine, sceglie di non rispondere con una presenza maggiore tra le ultra-54enni (15%) e nel Nord Ovest (18%).

PER IMPRESE ‘ROSA’ CREDITO CON CONTAGOCCE

Un problema ricorrente nelle imprese italiane, soprattutto quelle artigianali e piccole, è il credito erogato con il contagocce. Ma, nella partita con le banche, spesso le donne imprenditrici (o aspiranti tali) e in genere le donne denunciano di essere trattate peggio degli uomini anche a parità di condizioni.

E’ vero? Dalla indagine di Swg per CNA Nazionale questa asserzione è confermata, in un panel aperto anche agli uomini, dal 50% degli interpellati (43% degli uomini, 56% delle donne) con picchi del 58% nella fascia 18/34 anni e del 57% al Sud.

Disaggregando questo risultato, emerge che a ritenere il trattamento in banca di molto peggiore per le donne è convinto il 12% della platea (8% uomini, 16% donne), con tetti per classe di età tra i 18/34enni (17%) e per macro-regioni nel Sud e nelle Isole (15%). Quasi scompare a livello di genere la differenza sulla valutazione di “abbastanza” – nella difficoltà di accesso al credito delle donne – che nel totale è indicata dal 38% di quanti partecipano all’indagine: il 35% degli uomini e il 40% delle donne, con risultati superiori alla media tra i più giovani (41%) e nel Sud (42%).

Nell’altra metà dell’universo, quanti sostengono che la differenza di genere nell’accesso al credito tra donne e uomini è scarsa sono il 30% (34% uomini, 26% donne) con presenze più spiccate tra gli ultra 54enni (33%) e al Centro e nelle Isole (38%). Tocca il 20%, infine, la quota di quanti non rilevano differenze di genere su questo fronte (23% uomini, 18% donne) con presenze più rilevati nella fascia 35/54 anni (23%) e nelle regioni del Nord Ovest (25%).

Tra quanti sono convinti che questa difficoltà di genere nell’accesso al credito esista, la motivazione che le donne potrebbero avere figli è la preferita dal 37% degli interpellati (33% uomini, 40% donne) con punte tra i 35 e i 54 anni (41%) e nelle regioni del Nord Est e del Centro (41%). A seguire in questa graduatoria è l’affermazione “le donne sono meno affidabili degli uomini”, fatta propria dal 27% del totale (31% uomini, 24% donne) con la fascia di età 18/34 anni (30%) e le Isole (31%) più convinte. Terza la motivazione “le donne mettono il lavoro al secondo posto rispetto alla famiglia”, scelta dal 19% degli interpellati (14% uomini, 23% donne) con gli ultra 54enni (26%) e le Isole (33%) ai massimi. La presunta minore mentalità imprenditoriale posseduta dalle donne rispetto agli uomini è indicata dal 9% del panel (12% uomini, 7% donne): una scelta principalmente diffusa tra i più giovani e nel Nord Ovest. All’8% si fermano quanti danno altre risposte.

FIGLI MASCHI AL TIMONE DELL’AZIENDA

L’indagine dà per scontato che in Italia, alla morte di un titolare d’impresa familiare, capiti perlopiù che la gestione dell’azienda sia affidata ai figli maschi. E ne chiede il motivo ai partecipanti. Il 39% ritiene che i figli maschi siano indirizzati fin da piccoli a prendere in mano il futuro dell’azienda. A rispondere in questo senso sono il 43% degli uomini e il 35% delle donne. Tra gli ultra 54enni i più convinti (45%) così come tra quanti abitano le regioni del Sud (43%). Più distanziata una seconda motivazione – le donne sono ritenute meno in grado di fare impresa – scelta dal 23% del totale (17% uomini, 29% donne) con livelli più elevati tra i 18/34enni (31%) e nel Nord Est (26%). Su questo presupposto, però, è diffusa l’incertezza, che raggiunge il 38% complessivo degli interpellati.

CAPO E COLLEGA, INDIFFERENTE SE UOMO O DONNA

Sul fronte dei rapporti fra sessi sul lavoro sono interessanti due quesiti: potendo scegliere si preferiscono uomini o donne per capi o per colleghi/collaboratori di lavoro? Su entrambe le domande è diffusa l’indifferenza, che raggiunge il 76% per i capi e il 66% per colleghi/collaboratori di lavoro. Tra i capi l’uomo è preferito dal 14% del totale (14% uomini, 13% donne), le donne dal 10% (9% uomini, 12% donne). Sui colleghi/collaboratori l’uomo è indicato dal 18% (14% uomini, 21% donne) e le donne dal 16% (17% uomini, 15% donne).

“Piccoli passi in avanti, ma la disparità nel mondo del lavoro oggi, nel 2019, ancora esiste tra i ruoli di uomo e donna ed ha un forte impatto anche sul piano economico, disparità di trattamento e spesso di responsabilità” afferma Alice Maccario, Presidente territoriale del Raggruppamento CNA Impresa Donna della Provincia di Imperia. “Come si può conciliare la dimensione di donna con quella di imprenditrice? Portando avanti idee e progetti, perché la grande forza delle donne è quella di saper esprimere determinazione sia in ambito lavorativo che affettivo, scommettendo sul proprio talento e conciliando, non senza un grande impegno, la propria vita personale e famigliare con le esigenze dell'impresa”, conclude.

Nelle immagini in basso, l’indagine "Donne: imprenditoria e accesso al credito" di SWG per CNA Nazionale

C.S.

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