Non è un semplice autogrill, quello posizionato sulla autostrada Torino-Savona, a Carcare Est, in provincia di Savona in direzione capoluogo piemontese, ma è un’oasi del gusto dove le eccellenze del Piemonte e della Liguria vengono servite alle migliaia di viaggiatori sempre con un sorriso.
Non per niente è stato premiato per essere l’autogrill più bello d’Italia. Una vetrina del territorio che rischia di sparire e questa volta non per il decreto interministeriale del 2015 che prevede la chiusura delle aree di sosta della Verdemare ma per un altro motivo, ossia per la riapertura delle gare per l'acquisizione dei permessi, secondo il principio di "una gestione unitaria dell'aria oil e non oil" e dell'accorpamento, a fini di maggiore sostenibilità economica, "di più aree non adiacenti in un'unica gara".
Un bando che, prevedendo l'unificazione di più luoghi in uno, richiede una maggiore disponibilità economica, lontana da quanto si può permettere un'attività a gestione familiare come è invece il locale di Carcare.
“Sono sessanta anni che la mia famiglia gestisce questo autogrill - spiega Massimiliano Marenco -. Ha iniziato mia nonna che aveva un distributore ad Imperia e poi si è trasferita qui. Senza bandi di gara, di anno in anno, la gestione è andata avanti sempre con la mia famiglia: mio papà Diego, che è mancato l’anno scorso, e poi io che posso dire di essere nato e cresciuto qui dentro. Questa è tutta la mia vita e la passione che io e i miei familiari abbiamo messo nella conduzione di questo bar, credo sia evidente, dato che siamo stati premiati più volte. Ed ora vorrebbero mandarci via ma io non ci sto e ho dato tutto in mano al mio legale. Vedremo come andrà a finire”.
Qualche giorno fa. si sono presentati al bar i rappresentanti della società per la riconsegna da parte della famiglia Marenco dell'area food, ma il gestore invece delle chiavi ha consegnato una documentazione dove vengono spiegati i motivi per cui Massimilano Marenco non ha nessuna intenzione di lasciare il locale. "Voglio solo far valere i miei diritti - ha spiegato il gestore - e dopo tanti anni di sacrifici e di vita spesa in questo bar, credo di meritare di più di un semplice "Arrivederci e grazie".
Se, come è probabile visto che i parametri per partecipare escludono di fatto i privati, la gara che è già stata fatta, è stata vinta da una grande società, il tipico panino alla frittata di erbette, sarà sostituito da un più classico quando standardizzato Camogli. Ed il territorio, con i suoi prodotti locali, perderebbero un’importante vetrina.