Torna alla carica il Movimento 5 Stelle di Sanremo ed il suo leader locale, Paola Arrigoni, sul ‘Lotto 6’ e sul caso del rio Ciuvin, in Valle Armea. Due argomenti molto dibattuti in Consiglio comunale a Sanremo, ma che hanno visto anche diverse ‘battaglie’ dei pentastellati matuziani e di Taggia.
Negli anni scorsi l’argomento ‘Lotto 6’ è stato tra i principali nell’ambito della politica matuziana ed era stato anche allestito un presidio permanente, in quella che era stata denominata proprio la ‘Piazzetta del Presidio’, nella zona di Collette Beulle, ad Ovest della discarica di Collette Ozotto, sul territorio comunale di Sanremo. Vennero organizzati diversi incontri, con la popolazione e con i leader regionali del M5S, cercando di contrastare l’avvio del sesto lotto della tanto dibattuta discarica a cavallo del confine tra Sanremo e Taggia. Paola Arrigoni è quindi tornata sul problema: “Abbiamo cercato di organizzare una riunione per essere vicino ai residenti ed accendere i riflettori su questa zona, spesso dimenticata e ricordata solo per nuove discariche o aumentare le tasse. Io sono qui per fare il punto su quanto abbiamo portato avanti. C’è ancora un esposto che voleva essere ritirato ed al quale abbiamo fatto opposizione. C’è anche il problema dell’aumento della Tari, ovvero sono state tolte le riduzioni ai residenti che abitano ad oltre 500 metri dai luoghi di conferimento ed aumentate le distanze ad un chilometro. Questa non è una raccolta ‘porta a porta’ ma è assurdo togliere delle riduzioni che vivono in questa zona e soffrono per la presenza di 6 discariche, con forti miasmi. Noi siamo stati qui un anno e questo è un luogo simbolo della nostra lotta e ci ha fatto comprendere perfettamente cosa significa vivere qui, dove una collina è stata sbancata e riempita di rifiuti. Da 40 anni ci sono persone che subiscono questa situazione, con una qualità di vita deteriorata e con le proprietà che non valgono più nulla”.
La stessa Arrigoni ha chiesto nuovamente un intervento del primo cittadino: “Vorrei ricordare al Sindaco, che al nostro presidio è venuto solo due volte ed i residenti non lo hanno più visto con le promesse mai mantenute. Siamo in una zona dove si ricevono i rifiuti da tutta la provincia e si tolgono le riduzioni. Ora l’Amministrazione ha fatto marcia indietro ma noi ci eravamo opposti in Consiglio comunale a suo tempo. La realtà è che una cosa di questo genere non doveva nemmeno essere pensata. In questo luogo bisognerebbe dare qualcosa a queste persone che vivono una situazione di questo genere”.
Il caso del Rio Ciuvin è invece emerso nell’aprile del 2017, per l’interrogazione del Consigliere di opposizione Paola Arrigoni (M5S), che chiedeva il ripristino di strada comunale Braie. Già l’anno precedente l’Amministrazione aveva espresso la volontà alla proprietà del terreno (della società Idroedil) di fare chiarezza sulle irregolarità che erano emerse in relazione alla strada pre esistente: “Noi abbiamo scoperto questa situazione – prosegue la Arrigoni -perché i residenti ci avevano chiesto il ripristino di una strada pubblica coperta. Visionando le carte abbiamo visto che c’era molto di più, ovvero una vallata riempita di non sappiamo cosa. Oggi noi lo vogliamo sapere. Abbiamo così ricostruito tutta la vicenda, con atti ufficiali, presentando un esposto molto articolato. Il Sindaco ha quindi chiesto il ripristino dei luoghi alla Idroedil, ma l’ordinanza è stata impugnata dall’Amministratore Unico, Sergio Tommasini che oggi è candidato a Sindaco. A mio modo di vedere siamo di fronte ad una candidatura inopportuna, perché se un candidato a Sindaco che non sappiamo se è dimissionario o meno, visto che la Idroedil non avrebbe accettato le sue dimissioni. In questo modo ci sarebbe un conflitto di interesse e quindi ci siamo visti per condividere con loro e preparare una strategia comune, per la difesa della loro salute e dell’ambiente”.
All’incontro era presente una cinquantina di persone e, tra queste, Elsa Cerutti, che vive nella zona da 50 anni: “Noi abbiamo scelto di vivere qui per stare in campagna e da 40 anni ci troviamo in questa situazione. Durante le feste di Natale sentivamo odore di acidi senza sapere perché. La notte ci svegliamo con le lacrime agli occhi e 40 anni di questa vita, senza nessuno che ci dica nulla è davvero difficile. Siamo tutte famiglie sullo stesso piano che non sentono nemmeno i profumi dei nostri fiori. Adesso sono diminuiti i rumori, ma è una vita che non si può fare ai nostri tempi. Qui hanno sempre fatto tutto quello che volevano”.
Un’altra residente, tra le più combattive, Franca Prato residente da 40 anni. Cosa si aspetta per il futuro: “Dovrebbero intanto sparire le discariche ed in 40 anni abbiamo subito abusi di tutti i generi. Anche per il rio Ciuvin, se non ce ne accorgiamo ci costruiscono un’altra discarica. Io combatto da 4 anni con il Comune, per una montagna di terra vicino a cava Bianchi dove è stata interrata una sorgente. Adesso ci tolgono anche le premialità delle distanze, pur subendo tutti gli odori della discarica. Noi subiamo e dobbiamo pagare come chi ha il ‘porta a porta’ sotto casa”.