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Attualità | 06 dicembre 2018, 07:25

Nuove scoperte archeologiche del gruppo 'Archeonervia' sul monte Santa Croce in Val Nervia (Foto)

La cima del monte per la sua posizione strategica di controllo dei traffici via mare e per avere difese geografiche naturali, è stata la sede di un castellaro che ha rivelato una frequentazione umana in periodi alterni dal III° secolo a.C. al II° secolo dell'età imperiale romana.

Nuove scoperte archeologiche del gruppo 'Archeonervia' sul monte Santa Croce in Val Nervia (Foto)

Nel panorama storico dell'estremo Ponente Ligure, il monte Santa Croce, rilievo che domina la foce del torrente Nervia, ha un ruolo molto importante per aver rivelato la presenza di reperti archeologici che rimandano ad un arco cronologico compreso tra il periodo Neolitico e la piena romanità.

La cima del monte per la sua posizione strategica di controllo dei traffici via mare e per avere difese geografiche naturali, è stata la sede di un castellaro che ha rivelato una frequentazione umana in periodi alterni dal III° secolo a.C. al II° secolo dell'età imperiale romana. Nel punto indicato da una freccia una grande quantità di frammenti di ceramica da mensa e anfore sparsi al suolo suggeriscono l'ipotesi che in età romana vi fossero delle costruzioni rustiche di cui non è rimasto traccia a causa del riutilizzo delle pietre per costruire i terrazzamenti. Sul luogo negli anni settanta, nel corso di lavori per la posa delle condutture di un acquedotto, venne  messo in luce un ambiente a pianta rettangolare con all'interno un  numero imprecisato di anfore che andarono distrutte mentre sul versante della montagna rivolto a levante, durante lo scavo per la posa di un pilone del ponte dell’autostrada, vennero rinvenute delle sepolture di età romana dentro casse di piombo.

In tempi recenti nel corso di indagini nel tratto collinare in forte pendenza che domina la foce del Nervia, sostenuto da entrambi i lati da muri a secco, è stato scoperto un menhir lastriforme di 178 cm di altezza ed una roccia altare sacrificale con una vaschetta da 24 cm di diametro, utile per deporvi il sangue e le interiora degli animali sacrificati e a breve distanza una tomba  cassetta depredata in antico dell'urna funeraria e del corredo vascolare. Sepoltura a incinerazione spia dell’ingresso della storia del popolo dei liguri realizzata con 2 blocchi di pietra laterali e una lastra di copertura.

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