Politica - 12 novembre 2018, 19:24

Per Di Maio e Di Battista siamo “sciacalli” e “puttane”, cosa ne pensano i Pentastellati locali?

Parlano i consiglieri comunali locali dopo le spregevoli dichiarazioni dei giorni scorsi: Arrigoni “Qualcuno vede il Movimento come ostacolo agli interessi degli editori”, Malivindi “In tutte le categorie ci sono i marchettari”.

Per Di Maio e Di Battista siamo “sciacalli” e “puttane”, cosa ne pensano i Pentastellati locali?

Per Alessandro Di Battista e per il vice Premier e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio noi siamo rispettivamente “puttane” e “infimi sciacalli”. Il tribunale pentastellato ha condannato la nostra categoria alla pubblica gogna a seguito dell’assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi. Da una parte l’esultanza e dall’altra, a mo’ di tifo calcistico, l’insulto all’avversario (in questo caso i giornalisti) come ostentazione di consenso.

Parole di bassissimo livello, frasi irricevibili per le quali l’Ordine nazionale sta prendendo doverosi e condivisibili provvedimenti. Ma i 5 Stelle della zona cosa ne pensano? Condividono o condannano?

Lo abbiamo chiesto a Paola Arrigoni, Maria Nella Ponte e Silvia Malivindi, consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle rispettivamente a Sanremo, Imperia e Ventimiglia.

Virginia Raggi per due anni è stata attaccata mediaticamente da alcuni organi di informazione nazionale con titoli sessisti e retroscena inventati - ha dichiarato a SanremoNews Paola Arrigoni - tutti gli italiani, e a maggior ragione i giornalisti intellettualmente onesti, dovrebbero indignarsi per quello che ha subito la sindaca di Roma. Virginia Raggi ha affrontato con garbo tutto questo accanimento continuando il suo lavoro quotidiano al servizio della capitale. Qualcuno dovrebbe chiederle scusa e non cercare di spostare l’attenzione. Ciò che è accaduto a Virginia Raggi poi è emblematico del trattamento riservato al Movimento 5 Stelle dalla sua nascita ad oggi. Dapprima ignorato, poi dileggiato da alcuni organi di informazione che forse vedono nel Movimento un ostacolo agli interessi dei loro editori”.

Più moderata Silvia Malivindi: “Secondo me le dichiarazioni di Di Battista, perché Di Maio è più moderato, sono un po’ esagerate. C’è da dire che il ‘politically correct’ non va di più di moda. Sarebbe ipocrita negare che alcuni giornalisti non siano di parte, sia per questioni di denaro che per semplice passione o opinione ma l’informazione dovrebbe essere imparziale, sempre e comunque. Però anche i politici hanno bisogno dei giornalisti, in un rapporto complesso tra le due categorie. Oggi siamo in un periodo in cui il giornalismo di critica, produce un effetto bizzarro ed aumenta i voti, come successo con Trump, con la Lega e con noi stessi. Altrimenti come si spiega questo successo, con il detto ‘basta che se ne parli’? Detto questo ci sono stati degli attacchi alla Raggi assolutamente meschini, come ‘La patata bollente’ o la ‘Verginità’, che hanno fato vedere la bassezza del singolo giornalista e non come categoria. Non bisogna più vedere la Raggi come Movimento 5 Stelle ma come sindaco, svincolandolo dalle sue vicende personali. Forse è stata attaccata come Movimento ed è stata usata come donna e come ‘parafulmine’ perché è innegabile che sia diventata la punta dell’iceberg. Rimane il fatto che, interpretando le parole di Di Battista, lui ha tentato di difendere la Raggi sulle accuse sessiste. Poi, fondamentalmente, in qualsiasi categoria, ci sono dei marchettari…anche in politica”.

Per il momento Maria Nella Ponte non ha rilasciato dichiarazioni in merito, annunciando un comunicato stampa per domani.

Pietro Zampedroni

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