Nel tardo pomeriggio del 10 Ottobre u.s., presso il carcere di Sanremo, una decina di detenuti nordafricani, tutti ristretti alla prima sezione, al termine delle attività ricreative, si rifiutavano in massa di rientrare nelle proprie celle e si sdraiavano per terra nel corridoio della sezione in segno di solidarietà ad un loro compagno detenuto che era stato spostato di sezione.
La protesta terminava dopo circa mezzora con l'intervento e lunga opera di persuasione da parte del personale di Polizia Penitenziaria colà in servizio.
A dare la notizia è l’O.S.A.P.P. - (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che aggiunge: "benché il fatto sia accaduto circa tre giorni orsono e si sia fortunatamente concluso in maniera pacifica e senza ulteriori conseguenze, abbiamo ritenuto opportuno segnalarlo agli organi di informazione in quanto estremamente significativo del clima e delle tensioni esistenti nelle carceri italiane ed in particolare in quelle del distretto Piemonte Liguria e Valle d'Aosta. Se infatti, - prosegue il sindacalista - i detenuti ritengono di poter inscenare una protesta all'interno di un carcere italiano, benché pacifica e nelle forme di una resistenza passiva, a fronte del legittimo spostamento interno di un altro ristretto, è soprattutto perché nonostante alcune roboanti dichiarazioni anche l'assetto politico attuale ne ha determinato la convinzione che il carcere possa essere gestito dagli stessi reclusi che in tale ambito hanno, ben diversamente dal personale, ogni diritto e facoltà. Quanto risulta ormai chiaro - conclude Beneduci - è che al di là della sostanzialeinerzia degli Uffici detenuti/Provveditorati Regionali dell'Amministrazione Penitenziaria e della scarsa attitudine della stessa Amministrazione Penitenziaria Centrale il (DAP) ad un immediato intervento rispetto ai gravi problemi del sistema, tranne che per quanto attiene alle sospensioni dal servizio di personale presunto responsabile di irregolarità, il governo gialloverde nulla stia facendo per affrontare seriamente i problemi delle carceri italiane e le precarie condizioni di vivibilità lavorativa del personale di Polizia Penitenziaria tra l'altro privo di adeguate dotazioni organiche e persino di uniformi".