C’è delusione e amarezza nel mondo sanitario dopo la decisione della Regione Liguria di declassare il reparto di Gastroenterologia dell’ospedale “Borea” di Sanremo.
Dopo la petizione iniziata ieri via web su “Change.org”, ora sono gli stessi medici a scendere in campo per difendere la loro eccellenza.
Snocciolano numeri, statistiche e dettagli di un lavoro che ha portato il reparto matuziano alla fama su scala nazionale. Pazienti da tutta Italia, il lavoro del Primario Massimo Conio riconosciuto su scala nazionale e internazionale.
In una lunga lettera inviata alla nostra redazione tutta la rabbia e la delusione per un’ipotesi che non solo fa “riflettere sul futuro” ma spinge anche a “guardare verso altre realtà”.
La notizia del declassamento della SC di Gastroenterologica della ASL 1 Imperiese a Struttura semplice dipartimentale, con perdita del primariato, ha lasciato sorpresi ed increduli gli 8 medici (Dottori Rodolfo Bastardini, Antonella De Ceglie, Mario Dogliotti, Antonella Maimone, Massimo Picasso, Maria Flavia Savarese, Monica Standoli, Ambrogio Vassallo) che affiancano quotidianamente nel lavoro il Dr. Massimo Conio, alcuni presenti a Sanremo ancor prima dell’arrivo dell’attuale Primario ed altri solo da pochi anni o da alcuni mesi.
La maggior parte proviene da regioni lontane, giunta nell’estremo Ponente ligure, lasciandosi alle spalle altre realtà lavorative, attratta dalla fama e dalla stima verso il Dr. Conio, noto per le sue tecniche innovative a livello mondiale.
L’incredulità per la decisione della Giunta Regionale deriva proprio dal fatto che la Gastroenterologia della ASL 1 Imperiese venga considerata una struttura d’eccellenza, dove afferisce un numero elevato di pazienti per essere sottoposto a cure e trattamenti endoscopici non disponibili in altri centri sia regionali che nazionali.
Nel solo anno 2017 sono state effettuate 10.459 prestazioni in regime ambulatoriale (235 a pazienti fuori regione e 311 a pazienti di altre ASL liguri) con un numero di ricoveri ospedalieri, pur disponendo di soli 4 posti letto, spesso bloccati per mettere i letti a disposizione del Pronto Soccorso nelle situazioni di emergenza, pari a 361 (di cui 60 pazienti fuori regione e 66 pazienti di altre ASL liguri).
Pur non sapendo ancora a quali cambiamenti organizzativi e di erogazione delle prestazioni si possa andare incontro, i medici temono che la perdita dei posti letto propri della Gastroenterologica con “l’appoggio” dei pazienti nei posti letto di altri Reparti possa comportare non solo un allungamento delle liste di attesa e delle degenze ma anche una convergenza di pazienti verso altri ospedali, soprattutto verso rinomati ospedali, facili da raggiungere, di regioni vicine in cui vengono attuate le procedure attualmente praticate a Sanremo.
In particolare il timore è che procedure endoscopiche che già oggi vengono svolte con difficoltà per una serie di restrizioni legate a varie carenze (numero di medici non adeguato per coprire il doppio turno e le reperibilità, numero di sale endoscopiche limitato, numero ridotto di anestesisti, elevato costo di accessori con spesa non coperta dai DRG) e che vengono eseguite quotidianamente oltre il normale orario di lavoro, possano non essere più effettuate a Sanremo.
Il timore è che il Dr. Massimo Conio possa vedersi costretto ad abbandonare Sanremo e la Liguria interrompendo bruscamente quanto costruito negli ultimi 14 anni grazie alla sua esperienza e competenza, con un drastico arresto nella possibilità di crescita professionale per i medici della ASL 1. Questo comporterebbe sia una riduzione nella quantità e qualità di possibilità terapeutiche da erogare all’utenza nei prossimi anni, sia una demotivazione al continuo studio a cui il Dr. Conio stimola i suoi collaboratori e che si traduce con una costante ricerca clinica.
Infatti, pur essendo Sanremo penalizzata dalla sua posizione geografica eccentrica rispetto ad altre strutture ospedaliere del Ponente ligure, la attuale Gastroenterologia è un centro di riferimento per il trattamento di alcune patologie dell’apparato gastroenterico.
In primis bisogna ricordare che in Italia il Dr. Conio è stato tra i pionieri nel trattamento di una patologia esofagea sempre più frequente nota come “Esofago di Barrett”, essendo stato il fondatore negli anni ’90 del GOSPE (Gruppo Operativo per lo Studio delle Precancerosi Esofagee). Da anni l’equipe sanremese effettua procedure endoscopiche per il trattamento di tali pazienti (asportazione completa della mucosa esofagea malata o l’ablazione mediante radiofrequenze) non routinariamente effettuate in altri centri liguri.
L’impegno nel seguire tale patologia è dimostrato anche dagli studi scientifici pubblicati su riviste internazionali dal Dr. Conio e dai suoi collaboratori, volti alla ricerca delle sue cause e alle possibilità di prevenire l’insorgenza di tumori dell’esofago grazie al trattamento nelle fasi iniziali.
L’interesse alle innovazioni tecnologiche che permettono una diagnosi precoce dei tumori è stato dimostrato anche da un importante studio condotto con un centro universitario di Gastronterologia di Nizza grazie ad un ingente finanziamento europeo ALCOTRA (Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera) e PREVAM project (Prevenzione Alpi Marittime) e recentemente pubblicato su una delle più importanti riviste Americane di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva.
Grazie anche alla progettazione da parte del Dr. Conio di una protesi specifica per il trattamento delle stenosi dell’esofago (Conio Stent), a Sanremo convergono molti pazienti da tutta Italia, purtroppo affetti da una patologia estremamente invalidante per l’impossibilità alla alimentazione e di difficilissima gestione. L’esperienza sanremese in questo settore è stata riconosciuta anche nel coinvolgimento del Dr. Conio e dei suoi medici nelle Linee Guida della Società Europea di Endoscopia Gastrointestinale nella gestione di tali malattie.
Bisogna inoltre ricordare che a Sanremo è attivo un Ambulatorio dedicato al trattamento delle Malattie infiammatorie croniche intestinali a cui afferisce un numero elevato di pazienti, molti dei quali vengono “sottratti “ a interventi chirurgici che purtroppo a volte possono essere invalidanti, per merito degli ottimi risultati dei trattamenti endoscopici a cui vengono sottoposti; allo stesso modo il Dr. Conio avvalendosi dell’aiuto dei suoi collaboratori tratta endoscopicamente con una degenza di soli due giorni e in assenza di dolore, pazienti affetti da una patologia denominata diverticolo di Zenker, in altri centri curata esclusivamente chirurgicamente mediante chirurgia del collo.
Stessa cosa dicasi per l’asportazione di tumori del tratto gastroenterico che vengono resecati completamente, con guarigione del paziente, per via endoscopica piuttosto che chirurgica mediante tecniche avanzate che permettono di asportare anche gli strati più profondi della parete intestinale (dissezione sottomucosa) o addirittura di resecare completamente un breve tratto di intestino (resezione a tutto spessore).
Quelli sopraelencati sono solo alcuni esempi dei trattamenti endoscopici avanzati che vengono effettuati a Sanremo, pertanto i medici del reparto si chiedono quale sia stata la motivazione che ha portato all’applicazione del decreto Balduzzi alla loro Unità rispetto a quelle di Pietra Ligure e di Savona. E’ infatti incomprensibile declassare una Struttura Complessa esistente considerato che ne a Savona ne a Pietra Ligure esistono primariati di Gastroenterologia. Perché non lasciare quindi quello di Sanremo?
In considerazione del numero di pazienti “seri” che mensilmente arrivano a Sanremo da Sicilia, Campania, Puglia, Lazio, o giornalmente con mezzi propri o con ambulanze da altri ospedali liguri, i medici della ASL 1 Imperiese si chiedono se davvero la ubicazione “eccentrica” di Sanremo possa essere stata un criterio di scelta, se sono quei 30 chilometri di distanza che possano annullare il lavoro quotidiano di medici ed infermieri sottoposti a training adeguato indirizzando i pazienti in strutture, più centrali geograficamente, ma che per il momento non erogano le prestazioni “complesse” come quelle di Sanremo.
Profonda è la delusione per il mancato riconoscimento di una attività che viene svolta a pieno ritmo senza interruzione del servizio in nessuna occasione (ad esempio i periodi festivi, i lunghi periodi di blocco dei posti letto che costringe i medici a chiedere insistentemente dei posti letto ad altri reparti per poter assistere i pazienti più gravi senza allungare di troppo le liste di attesa, i lunghi periodi di assenza dal lavoro di medici per gravi motivi personali o familiari).
I medici hanno sempre sostenuto il Dr. Conio nelle sue continue richieste per poter far fronte alla sempre maggiore domanda dell’utenza, da soddisfare non solo con “un aumento del numero delle prestazioni e una riduzione delle liste di attesa” come richiesto dalla Direzione Aziendale, ma anche per aumentare “qualitativamente” il sevizio erogato, adeguandosi all’avanzamento tecnologico.
Nonostante la mancata risposta alle richieste, il Primario ed i medici della Gastroenterologia della ASL 1 Imperiese, hanno continuato a lavorare, con un numero elevato di ore non retribuite oltre l’orario di servizio, ad aggiornarsi, a partecipare a corsi e congressi a proprie spese e utilizzando le proprie ferie.
Se la Direzione Aziendale replica “che declassamento non significa depotenziamento e non equivale a meno macchinari, meno medici e meno investimenti”, ci si chiede allora il risparmio economico in cosa consisterebbe e per quale motivo a Sanremo si dovrebbero continuare ad eseguire le stesse procedure complesse e altrettanto rischiose (anche legalmente) se il cartello Struttura Complessa (come ha detto il Dr Conio in una recente intervista) verrà affisso altrove? Se la logica di tale scelta è un “progetto atto a garantire le migliori cure per il paziente”, la conseguenza sarà inviare il paziente nel centro dove è presente la Struttura Complessa che dovrebbe essere in grado di trattare i pazienti più seri. Purtroppo questo centro non sarà Sanremo e non ci saranno il Dr. Conio e la sua equipe.
In conclusione, il declassamento della Struttura Complessa di Gastroenterologia a Struttura Semplice Dipartimentale non premia l’impegno ma invita a riflettere sul proprio futuro e a guardare verso altre realtà.