“La Francia deve risarcire il peschereccio Mina, ingiustamente sequestrato nel 2016 dalle autorità d’Oltralpe con l’accusa di pescare nella ‘fossa del cimitero’, che secondo il trattato di Caen, sottoscritto dall’allora Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ma mai ratificato dal Parlamento Italiano, sarebbe dovuta diventare parte delle acque territoriali francesi”.
Lo dichiarano i parlamentari liguri della Lega Flavio Di Muro e Lorenzo Viviani, commentando la richiesta di risarcimento danni materiali e morali da 30mila euro, presentata dall’avvocato Pier Mario Telmon, a nome dell’armatore del peschereccio sanremese ‘Mina’, Ciro Lobasso, nei confronti dello Stato francese.
“Tutti gli italiani sono parte in causa di quella che fu una ingerenza con pochi precedenti nella nostra storia recente – aggiungono Di Muro e Viviani – riteniamo doveroso esprimere il nostro sostengo alla richiesta di risarcimento. Purtroppo, la vicenda del peschereccio Mina, che ha dato avvio a una fase turbolenta dei rapporti internazionali tra il nostro Paese e la Francia, è solo la punta dell’iceberg delle continue vessazioni da parte francese a danno dei lavoratori italiani frontalieri: basti ricordare come in queste settimane si siano verificati i blocchi alla frontiera di Ventimiglia dei nostri lavoratori, in barba al trattato di Schengen, i disagi provocati dalla gendamerie a Olivetta San Michele, i controlli esasperanti sul treno a Menton Garavan. Fortunatamente, grazie al nuovo governo e al nostro ministro dell’Interno Matteo Salvini il nostro Paese sta rialzando la testa: anche la voce dei nostri lavoratori e pescatori verrà riportata nelle sedi competenti per farne valere le legittime istanze. Senza rispetto per i nostri lavoratori e per i nostri confini viene meno il sogno europeo di una grande unione di Stati solidali, e i rapporti tra i popoli si raffreddano. Ci auguriamo che, come segnale di un ritrovato rapporto tra Paesi confinanti, oggi ai minimi storici, venga accordato il risarcimento danni al peschereccio Mina”.