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Politica | 14 luglio 2018, 17:59

Ventimiglia: Vauro Senesi si scaglia contro il Governo "L’arco politico italiano in questo momento è complice del nuovo olocausto”

"Siamo di fronte ad una politica criminale, nel senso letterale del termine prchè quando si consegnano delle persone ai torturatori o le si lascia morire nel Mediterraneo si è criminali".

Vauro Senesi oggi a Ventimiglia

Vauro Senesi oggi a Ventimiglia

“Alla politica non c’è da fare nessun appello, perché si divide in due categorie in questo momento. Siamo di fronte ad una politica criminale, nel senso letterale del termine prchè quando si consegnano delle persone ai torturatori o le si lascia morire nel Mediterraneo si è criminali. E poi c’è la politica connivente, a volte per consenso e parlo dei ‘5 Stelle’ ed a volte per totale silenzio e parlo del Pd. L’arco politico italiano, in questo momento è complice del nuovo olocausto”.

Sono queste le parole, durissime, del vignettista Vauro Senesi che, il 25 giugno di 3 anni fa aveva lasciato le sue ‘impronte’ (nel vero senso della parola), sulla scogliera di Ponte San Ludovico, diventata storica per la protesta di ‘No border’ e migranti, pochi giorni dopo la chiusura dei confini da parte della Francia.

Questo pomeriggio Senesi è tornato a Ventimiglia, per partecipare alla manifestazione e non le ha mandate a dire: “Quella era vernice ecologica. Quindi quelle impronte sono sparite ma sono anche rimaste. Ed è per questo che siamo qui perché c’è stata una totale disumanizzazione della politica e delle posizioni governative. Salvini in testa ma anche chi lo sostiene e finalmente questo è un segnale della società civile, in senso letterale, ovvero di civiltà umana che si ribella. E che dice no a questo cinismo ed a questo egoismo sulla pelle di tante persone. Se c’è un’emergenza risiede in quella gente rinchiusa nelle navi e che non possono attraccare. E c’è il rischio che possano anche tornare in Libia dai torturatori mentre c’è una donna sbarcata ed in ospedale, per gli stupri subiti in Libia. Io proverò a fare un appello, anche se mi considerano un ‘radical chic’, affinchè non ci si limiti a prese di posizione o raccolte di firme ma che facciano vedere la loro presenza fisica nei luoghi dove si manifesti. E spero che questa onda cresca, perché non c’è più questione di distinzione tra le persone”.

Carlo Alessi

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