Attualità - 29 giugno 2018, 17:31

Alle origini della nostra civiltà: un documento del 1748 sulla contribuzione in Valle Arroscia

"Si tratta del riparto delle cosiddette contribuzioni (imposte dirette). La data dei Documenti cade nell’anno 1748 e nel mese di ottobre. Si deve ricordare che in base al trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748) la zona torna in possesso di Genova".

Importante ed inedito documento del 1748, quello scoperto sulla ripartizione delle contribuzioni in Valle Arroscia. Nel testo vengono evidenziate le contribuzioni del tempo: Albenga e Contado 10.502,10 Lire, Pieve 10.502,10, Alassio 6.800, Andora e Laigueglia 5.512,24, Cervo 3.023.15, Diano 8.359.15, Pornassio 818, Cosio 513,4, Mendatica 154, Casanova 45,4, Onzo 600, Zuccarello 3.000, per un totale di 48.589.

Nel testo è scritto: “De suddetto riparto ‘le Ville’ medesime vedranno la loro quota, quale fra tutti li 21 corrente procureranno sia pagata nella Reggia Tesoreria in Finale per non sogiacere all’esecuzione nella forma militare e più rigorosa portata dal Reggio Editto ‘de relativo’ corrente e pubblicato in questa città li 11 detto. Accuseranno la ricevuta del presente ordine con pagare all’espresso soldi 30 per il medesimo daranno ricevuta la ricevuta del presente ordine”. Firmato da Andrea Morelli e G. Francesco Ferraro (Console).

“Si trasmette copia del suddetto riparto alli Magnifici Serenissimi Consoli delle Ville Inferiori del quale per discarico ne accusavano a piedi del presente la ricevuta e pagheranno all’espresso soldi 4.
Pieve, li 16 ottobre 1748”.

Il commento di Franco Bianchi: "Si tratta del riparto delle cosiddette contribuzioni (imposte dirette). La data dei Documenti cade nell’anno 1748 e nel mese di ottobre. Si deve ricordare che in base al trattato di Aquisgrana (18 ottobre 1748) la zona torna in possesso di Genova. Il riferimento al Regio editto e la contabilità in lire Piemonte fa pensare ad una richiesta che arriva dal regno di Sardegna e non dal Senato genovese. Le date peraltro sono ravvicinate e il tema sarebbe da approfondire. Due punti sembrano inoltre particolarmente interessanti. Il primo, guardando i numeri, ci dice che Pieve e le sue Ville danno un gettito uguale a quello di Albenga e del suo circondario: cifre queste di molto superiori a tutte le altre cifre esposte. Pare dunque che la zona di Pieve assumesse un importanza superiore a quella ad esempio di Diano. Il secondo punto riguarda la pignoleria con cui si chiede di dar ricevuta (pagando inoltre il latore) del riparto inviato. Notevole il fatto che in assenza di pagamento entro i termini si minacci il ricorso all’esercito (‘esecuzione nella forma militare’). Ancora una annotazione: se di lire piemontesi si tratta occorre ricordare che la lira piemontese si divideva in 20 soldi e 12 denari”.

C.F.