Politica - 12 maggio 2018, 07:11

Ventimiglia: l’europarlamentare francese Jean Arthuis, in visita al Campo Roja “E’ paradossale in Europa dover ristabilire delle frontiere” (Foto e Video)

Jean Arthuis è uno storico politico francese, già ministro dell’Economia e delle Finanze, parlamentare europeo, presidente della Commissione Bilanci.

Far aprire gli occhi su ciò che sta succedendo ai confini tra Italia e Francia. E’ l’impegno messo in campo dal parlamentare europeo Daniele Viotti che, nella giornata di ieri, ha accompagnato a Ventimiglia l’europarlamentare francese Jean Arthuis, molto vicino al Presidente Macron. 

“Ho voluto portare a Ventimiglia uno degli uomini più vicini al Presidente Macron per fargli vedere qual è la situazione qui in città - ha detto ai nostri microfoni - E’ importante che la Francia e l’Europa si rendano conto di quello che sta vivendo l’Italia e di tutto ciò che sta facendo per affrontare quella che viene considerata una ‘crisi migrante’, ma tale non può essere perché ormai è un fenomeno. E’ molto importante tenere alta l’attenzione sulla situazione di Ventimiglia e non solo. 

Quando è venuto Macron al Parlamento Europeo gli ho fatto una domanda proprio su Ventimiglia e Bardonecchia, gli ho chiesto se era a conoscenza di quello che stava accadendo, lui mi ha riposto di. Si e che non c’era alcun problema tra Italia e Francia, forse, c’era stato qualche piccolo errore. Da qui la mia richiesta al parlamentare Arthuis di venire qui a Ventimiglia a vedere la situazione.”

Le interviste 

Jean Arthuis è uno storico politico francese, già ministro dell’Economia e delle Finanze, parlamentare europeo, presidente della Commissione Bilanci. Dopo un primo appuntamento a Bardonecchia presso la sala consigliare del Comune, nel pomeriggio i due eurodeputati si sono trasferiti a Ventimiglia dove hanno incontrato il sindaco Enrico Ioculano. La delegazione ha fatto visita al centro della Croce Rossa e presso il quartiere delle Gianchettere.

“Unione Europea - ha detto Arthuis - vuol dire anche libera circolazione. Il problema per quanto riguarda i migranti è che ci rifacciamo al sistema di Dublino che stabilisce come il paese di prima accoglienza debba essere poi quello che offre loro i servizi minimi. Il paradosso è trovarsi in un continente europeo dove c’è una libera circolazione, a dover ristabilire delle frontiere soprattutto fra Italia e Francia. 

Mi ha stupito maggiormente vedere la cooperazione da ambo i lati, fanno tutti un vero sforzo nell’accoglienza e lo fanno con impegno e dedizione. Tengo ad esprimere un’ulteriore ammirazione nei confronti delle organizzazioni non governative e del loro impegno sul campo. Bisogna rendersi conto che oggi gli stati membri hanno davanti a loro una nuova sfida. Con il nuovo quadro finanziario che abbiamo davanti a noi, bisogna dimostrare che l’Europa c’è e che interviene. Gli stati che non sono più in grado di gestire questa problematica devono trasferirla a livello europeo affinché il valore aggiunto possa essere percepito. 

Importanza fondamentale è da riconoscere a Frontex, l’Agenzia europea che si occupa delle frontiere. 10 mila agenti sono stati promessi affinché quest’ultima funzioni, dovrebbero essere messi a disposizione navi e aerei che possano permettere un controllo del mar Mediterraneo reale e concreto. 

Un punto fondamentale è quello di creare un modello unico che faccia si che il richiedente asilo sia gestito nello stesso modo in ogni stato dell’Unione Europea, in prospettiva della demografia africana che crescerà ulteriormente nei prossimi 30 anni. E’ necessario inoltre portare la pace in Medio Oriente per poter stabilizzare tutto il nostro vicinato.”

Simona Della Croce