Sanremo Ospedaletti - 06 maggio 2018, 07:44

Sanremo: la rievocazione dello storico Andrea Gandolfo per il bombardamento della flotta inglese nel 1745

Lo storico sanremese Andrea Gandolfo rievoca un episodio legato a uno dei tanti bombardamenti subiti nel corso dei secoli dalla città: in questo caso si tratta di quello inflitto al borgo matuziano da un contingente della flotta inglese, guidata dall’ammiraglio Rowley, nell’ambito delle operazioni militari della guerra di Successione austriaca, tra la sera del 30 settembre e la mattina del 1° ottobre 1745.

Durante la guerra di Successione austriaca, che aveva coinvolto anche il territorio della Repubblica di Genova, Sanremo fu teatro di un triste evento bellico, dovuto all'intervento nel conflitto della flotta del re d'Inghilterra, che avrebbe voluto consegnare al re di Sardegna, suo alleato, la città di Savona, allora soggetta al dominio genovese. Le operazioni militari, condotte con scarsa convinzione, non ebbero tuttavia successo per gli anglo-sardi, ma ciononostante arrecarono danni notevoli a diversi territori costieri in quanto le navi inglesi scorrazzarrono senza sosta lungo le coste liguri saccheggiando le navi della Repubblica, alleata della Francia. Nel settembre del 1745 un contingente della flotta inglese, quasi per vendicarsi della mancata conquista di Savona, iniziò a bombardare pesantamente varie città, tra cui in particolare Genova, Savona e Finale. Il mattino del 30 settembre parte di questo contingente, costituito da quindici navi da guerra comprese quattro bombarde e quattro o cinque navi da carico, sotto il comando dell'ammiraglio Rowley, si presentò davanti al porto di Sanremo. Appena fu chiaro che la flotta nemica aveva intenzione di intraprendere un'azione di guerra contro la città, il Consiglio Comunale si radunò in tutta fretta per scongiurare il probabile bombardamento da parte delle navi inglesi. Il Consiglio, senza neppure consultare il commissario generale, decise allora di inviare quattro deputati sulla nave ammiraglia della flotta inglese per convincere l'ammiraglio britannico a rinunciare all'attacco. I quattro deputati prescelti, il conte Giovanni Roverizio, Antonio Palmari, Giuseppe Gioffredo e Gio Antonio Sardi, arrivati al porto, ingaggiarono quattro rematori per recarsi sulla loro barca da pesca, che non batteva nessuna bandiera, presso la nave ammiraglia della flotta inglese, mentre sul Bastione della Marina veniva contemporaneamente innalzato lo stendardo della Repubblica.

Giunti davanti alla nave ammiraglia, i quattro deputati sanremesi furono fatti salire a bordo, ma l'ammiraglio Rowley, che stava pranzando, non li ricevette nemmeno; successivamente un ufficiale inglese, dopo averli rimproverati per non aver issato bandiera bianca, comunicò loro che l'ammiraglio non era venuto che per distruggere la città o almeno arrecarle il maggior danno possibile. I deputati offrirono allora agli Inglesi alcuni prodotti tipici di Sanremo, quali agrumi, vino e olio, nella speranza di placare gli animi dei nemici, ai quali ricordarono anche che i Sanremesi avevano in passato rifornito in più occasioni navi inglesi di acqua e vino. Questi doni non rabbonirono però l'ufficiale incaricato dall'ammiraglio di trattare con i deputati, che si videro accusare di tenere in città una guarnigione franco-spagnola e di essere fedeli all'alleanza stipulata dalla Repubblica di Genova con la Francia e la Spagna, nemiche del re d'Inghilterra, che aveva ordinato di usare le maniere forti con tutti i suoi avversari. Congedati quindi bruscamente, i quattro poterono a stento riguadagnare la riva, dove Sardi avvertì le autorità e il popolo che gli Inglesi stavano ormai per passare all'azione. La sera stessa del 30 settembre, verso le ore 21, le navi inglesi cominciarono infatti a bombardare pesantemente il porto e la città, che vennero colpiti con cannoneggiamenti più ravvicinati anche nel corso del successivo 1° ottobre.

La reazione all'attacco, peraltro assai scarsa, si limitò a coinvolgere un picchetto di soldati spagnoli, che spararono qualche fucilata contro le navi britanniche riportando alla fine un caduto, mentre tra i civili si contarono due vittime, un uomo e una donna. I danni maggiori riguardarono tuttavia l'area portuale, dove numerose imbarcazioni furono distrutte o gravemente danneggiate, mentre furono colpiti anche un centinaio di case private e i principali edifici pubblici della città; tra quest'ultimi quelli più rovinati dalle bombe risultarono il palazzo del commissario generale, la chiesa parrocchiale di San Siro, il monastero delle Turchine, il convento di San Nicola, l'oratorio di Nostra Signora della Costa e la chiesa di San Giuseppe. Dopo la fine dei bombardamenti, la flotta inglese ripartì dalla rada di Sanremo la mattina del 2 ottobre dirigendosi verso la Corsica, dove l'ammiraglio Rowley, sempre nell'ambito delle azioni punitive contro Genova, avrebbe fatto bombardare anche la città di Bastia.