Attualità - 30 aprile 2018, 10:59

Ventimiglia: partita questa mattina la 'Marcia per la Solidarietà' verso Londra, presente anche il Vescovo Suetta (Foto e Video)

"E’ necessario sensibilizzare tutti sul tema e non fermarsi all’aspetto più evidente, ovvero le emergenze come quelle di Ventimiglia. Ci sono altri due aspetti ancora più importanti: quello umanitario, perché quelli che noi chiamiamo ‘migranti’ sono persone, più povere ed in difficoltà alla ricerca di un futuro migliore e sicuro. Senza trascurare l’attenzione alle cause che fanno partire queste persone dai loro paesi”.

E’ stata presentata questa mattina, nello spazio di fronte al cimitero di Ventimiglia, la ‘Marcia per la solidarietà’, che si svolge tra domani ed il 7 luglio e che partirà dalla Valle Roya per arrivare fino a Londra, attraverso la frontiera di Calais in Francia, due simboli della politica di ‘non accoglienza’ della Francia.

Al via sono previsti diversi eventi, tra oggi e mercoledì 2 maggio, tra Ventimiglia e la Val Roya, organizzati da Dtc, Roya Citoyenne e Collectif Citoyen Bevera. Questa mattina gli organizzatori hanno incontrato i media italiani, ma erano presenti anche molti giornalisti francesi (sia locali che nazionali) mentre, in contemporanea gli attivisti si incontrano a Breil sur Roya, sulla spianata General de Gaulle. In serata, sempre a Breil, è prevista una tavola rotonda.

Alla presentazione di oggi c’era anche il Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, che ha così commentato la manifestazione: “Ho accolto con gioia questa iniziativa, che va a sommarsi a tante altre con amici francesi, nel campo del volontariato e della collaborazione, in particolare con le Diocesi di Nizza e di Monaco. La trovo interessante, perché pacifica e perché è un itinerario che, non solo vuole significare qualcosa ma che prevede diverse soste di dialogo, riflessione, scambio di esperienze, dibattito ed approfondimento. E’ necessario sensibilizzare tutti sul tema e non fermarsi all’aspetto più evidente, ovvero le emergenze come quelle di Ventimiglia. Ci sono altri due aspetti ancora più importanti: quello umanitario, perché quelli che noi chiamiamo ‘migranti’ sono persone, più povere ed in difficoltà alla ricerca di un futuro migliore e sicuro. Senza trascurare l’attenzione alle cause che fanno partire queste persone dai loro paesi”.

Il Vescovo ha anche trattato l’argomento dei confini liberi: “L’idea è alla base della costruzione della comunità europea. Questo è importante per gli aspetti che tutti conosciamo e mi sembra iniquo creare una distinzione tra confini liberi per i cittadini europei e non liberi per la solidarietà. Capisco che servono delle regole, altrimenti non si può vivere in modo sicuro, ordinato e tranquillo. Ci vogliono anche regole per l’immigrazione, ma non ci devono essere chiusure preconcette ed ermetiche alla solidarietà, che deve essere un valore che concorra a costruire una vera civiltà e comunità europea”. Cosa pensa dell’intervento di due settimane fa, quando è stato sgomberato il greto del Roya? “Questa volta c’è stata una migliore collaborazione tra le istituzioni. Siamo stati contattati per tempo dalle Istituzioni e ci è stato chiesto di sensibilizzare le persone che erano accampate sul greto del Roya, incoraggiandole ad accedere al campo della Croce Rossa. Credo sia stato giusto, perché le condizioni di vivibilità non erano buone. E poi quando le cose non sono regolate si innescano meccanismi a scapito dei più deboli. Abbiamo quindi collaborato volentieri, affinchè questa attività non avesse caratteristiche di violenza e forza, ma fosse letta come contributo di accoglienza”. Sempre di grande attualità l’accoglienza dei minori non accompagnati ed il ‘cambio della guardia’ alla guida della Parrocchia delle Gianchette: “Per quanto riguarda i minori non accompagnati, loro sono i più deboli tra i deboli. Meritano attenzione sotto tutti gli aspetti, anche per le loro necessità di pace e scolarizzazione. Per questo occorre un impegno quindi particolare. Sul trasferimento di don Rito, penso non sia un problema per il ruolo che la chiesa svolge ne quaritere, dove c’è un centro di ascolto Caritas che ha sempre lavorato con don Rito. Lui ha fatto onore al clero ed alla Chiesa, aiutando la comunità a vivere nella prospettiva giusta questo momento difficile e complicato, per l’accoglienza di tante persone. Credo che questo atteggiamento debba continuare, accompagnando la situazione per come ogni volta si presenta”.

Anche Don Rito Alvarez alla presentazione della ‘Marcia’: “Invia un messaggio a noi che abbiamo un documento in tasca ed il colore della pelle diverso. Altri non hanno gli stessi diritti ed il messaggio è quello di rimanere umani ed essere capaci di mettersi in gioco ed andare incontro alle necessità dei più bisognosi”. Le dispiace lasciare la Parrocchia? “Dal punto di vista umano si, ma Monsignor Vescovo ha ritenuto di poter svolgere il mio servizio altrove e non sono lontano. Anche lì condividerò con le nuove comunità il mio lavoro da Sacerdote. Il bilancio è buono perché le Gianchette è un territorio conosciuto come particolarmente umano. In molti ci hanno aiutato in questo cammino ed altre che arrivavano da situazioni disperate, hanno trovato una vita nuova. Umanamente siamo felici di essere un territorio accogliente”. Vuole lanciare un messaggio a chi prenderà il suo posto? “Spero, ma sarà sicuramente così, verrà un Sacerdote che viva le situazioni umane, una persona di fede, che viva la concretezza della quotidianità”.

Mayka Konforti, una delle organizzatrici della marcia, ha esposto il parere ‘francese’, alla situazione migranti al confine: “Abbiamo organizzato la marcia per mostrare che ci sono molti francesi ed europei che hanno il coraggio di dare il benvenuto ai migranti ma anche per chiedere al nostro Governo di cambiare la Leggi, affinchè i migranti siano accolti meglio. Ma anche la soppressione del ‘delitto di solidarietà’, perché il Governo scoraggia l’accoglienza dei cittadini nei confronti dei rifugiati”.

Domani sera si svolgerà a Breil sotto il grande tendone, un concerto mentre la partenza vera e propria della marcia, con la prima tappa verso Sospel, è prevista per le 9. La marcia si divide in 60 fasi, di una lunghezza media di 25 km. Ogni partecipante iscritto versa un contributo di 1 euro per km e una partecipazione di 10 euro al giorno a spese di alloggio, pasti e occasionalmente di trasporto.

Ciascuna delle 60 tappe sarà percorsa da 20 a 50 camminatori, che potranno essere uniti alla fine da altri camminatori, desiderando manifestare il loro sostegno. Ogni fase sarà caratterizzata da un incontro (conferenza-dibattito, proiezione di un film e dibattito, concerto), che potrà essere l'occasione di una raccolta di fondi o di materiale, a beneficio di un'associazione locale o dell'ostello dei migranti e dei suoi partner a Calais e nella Val Roya. Le tappe della marcia sono: Val Roya, Marsiglia, Lione, Parigi, Lilla e Calais.

Pietro Zampedroni