Politica - 17 aprile 2018, 18:31

Da Ventimiglia a Monaco sul treno dei frontalieri: il Sindaco Ioculano pendolare per un giorno fra Italia e Francia (Reportage)

I problemi sono costanti e paradossalmente si accentuano in giornate per così dire ordinarie, mentre sembrano più gestibili in casi eccezionali come gli scioperi.

E’ iniziata presto la giornata di oggi per il Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano che questa mattina alle 7.58 è salito sul treno dei frontalieri diretti verso la Francia. Convoglio pieno di pendolari a causa, soprattutto, della cancellazione del treno precedente, quello delle 7.29 che, come avviene ormai da tempo e a maggior ragione in questo periodi di mobilitazioni e scioperi in Francia, ha creato non pochi disagi a chi ogni giorno deve muoversi verso Monaco o Nizza.

“Abbiamo voluto fare questo viaggio con i frontalieri per discutere con loro delle difficoltà di trasporto che vivono ogni giorno - spiega il primo cittadino - difficoltà aggravate dagli scioperi in atto. Stamattina, solo per fare un esempio, è stato soppresso un treno alle 7.29, questo significa che chi viaggia verso la Francia, è continuamente in balia delle decisioni e degli avvenimenti, da un minuto all’altro.”

I problemi sono costanti e paradossalmente si accentuano in giornate per così dire ordinarie, mentre sembrano più gestibili in casi eccezionali come gli scioperi: “In quel caso i treni ci sono e sono abbastanza rispettati - commenta un pendolare - bisogna arrangiarsi è vero, ma è per quanto sembri strano dirlo è quando non c’è sciopero che è un dramma a causa di ritardi e treni che partono o meno.” 

Il reportage

Sui frontalieri incombe la preoccupazione di perdere il posto di lavoro, se c’è qualche datore di lavoro tollerante che comprendere le difficoltà del momento, ci sono anche quelli che non hanno fatto mancare lettere di reclamo: “Ci sono delle persone che rischiano il posto - spiega un frontaliere che lavora a Monaco - ma venire in macchina è ancora peggio per le code, per il parcheggio che è difficile da trovare, anche a pagamento, e comunque questo significherebbe non meno di 18 euro al giorno.” 

“I direttori generali continuano a non essere contenti - continua una pendolare - quindi andiamo avanti così finché non ci arriva una lettera di reclamo con cui minacciano il licenziamento, ma hanno ragione anche loro. Siamo qua e aspettiamo che qualcuno ci dia una mano. Non siamo rappresentati da nessun sindacato francese, abbiamo delle convenzioni collettive a cui ci possiamo attaccare, ma non più di tanto perché poi alla fine non è che possiamo chiudere una banca ad esempio, e non lavorare. Loro hanno delle esigenze per cui chiedono la nostra presenza.” 

In tutto questo c’è la vita privata che deve essere organizzata insieme a quella lavorativa, bambini da portare a scuola, ad esempio, in orari che non dovrebbero essere così proibitivi come le 6 del mattino: “Domattina che c’è sciopero - spiega una frontaliera - siamo costretti a partire alle 6.30 del mattino, ma il problema sono i nostri figli. Non possiamo organizzare la loro vita di bambini facendoli alzare alle 5 del mattino e portarli a scuola prima per poter prendere un treno così presto, come fanno ad arrivare concentrati e svegli fino al pomeriggio?”

Il viaggio con i frontalieri si è rivelato piuttosto proficuo per il primo cittadino che intende occuparsi della problematica nel più breve tempo possibile e chiamando a raccolta una serie di soggetti coinvolti, per forza di cose, in questa difficile situazione: “Cercheremo di capire quali potrebbero essere le iniziative da prendere in merito - spiega - innanzitutto coinvolgeremo i sindacati italiani perché si facciano parte attiva con i colleghi francesi, tanti ci hanno detto che iniziano a ricevere lettere di reclamo, questo mette in difficoltà i lavoratori per la loro occupazione. Coinvolgeremo le amministrazioni comunali vicine, ci sono ad esempio alcuni frontalieri che arrivano da Sanremo o da Imperia, dove ci sono ulteriori difficoltà con il normale orario dei treni, figuriamoci in questo momento. Inoltre credo sia opportuno coinvolgere anche le associazioni di categoria in particolare di Monaco, che sono quelle un po’ più rigide, per far capire che ci sono delle difficoltà oggettive, per cui bisogna andare incontro a chi lavora e si muove con i mezzi.” 

Simona Della Croce