Politica - 14 aprile 2018, 17:55

Ventimiglia: dopo l'inaugurazione di due Panchine rosse contro la violenza sulle donne, alcune riflessioni della Consigliera Patrizia Acquista

"In qualità di consigliera comunale della Città di Ventimiglia con delega al Terzo Settore ho da sempre riconosciuto l’importanza di una comunità solidale e la partecipazione attiva dei cittadini che nelle espressioni di Associazioni di volontariato creano quelle sinergie di profonda condivisione di obiettivi di primaria e pubblica utilità"

Patrizia Acquista

“Un’analisi attenta a documentare come comportamenti una volta ritenuti invisibili acquistino sempre più visibilità, ha portato ad un drammatico ‘risveglio’ delle istituzioni per quanto riguardano i casi di violenza domestica da parte degli uomini sulle donne diventata violenza strutturale contro il genere femminile, in una parola ‘Femminicidio’.”. Ad intervenire su tale scottante e attualissimo argomento, e a seguito dell'inaugurazione di due Panchine Rosse, è il Consigliere Comunale PD di Ventimiglia Patrizia Acquista.

“Tale violenza - continua la consigliera Acquista - è una palese violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze sia di natura fisica che psicologica ed in ultimo economica.

In questo processo di consapevolezza la società tutta deve riflette su rapporti di genere e con un incisivo intervento dello Stato particolarmente severo, dell’ordinamento legislativo penale, sancire quel principio di eguaglianza tra uomini e donne e il pieno esercizio alla autodeterminazione sia essa pubblica che privata.

Tale misure di straordinaria necessità ed urgenza hanno portato il Governo al d.lgs 93\2013 in ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’ per il: ‘susseguirsi di eventi di gravissima efferatezza in danno di donne e il conseguente allarme sociale che ne è derivato’.

Disposizioni strettamente collegate con l’attuazione della Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, adottata dal Consiglio d’Europa e firmata a Istanbul l’11 maggio 2011 (la c.d. Convenzione di Istambul, entrata in vigore il 1 agosto 2014 dopo la ratifica da parte di dieci Stati, Italia compresa.

Questo a prova che la violenza sulle donne è un problema sociale a carattere internazionale.

L’eguaglianza nelle relazioni familiari non è stata una conquista facile nel nostro ordinamento e ha rappresentato un nodo centrale nel nostro diritto matrimoniale. Ha richiesto una lenta ed elaborata evoluzione, sia sociale che giuridica dove anche in caso di separazione coniugale personale o di conseguente cessazione della convivenza, si devono ritenere comunque integri i doveri di rispetto reciproco, di assistenza morale e materiale, nonché di solidarietà che nascono proprio nel rapporto coniugale o di convivenza.

Bisogna ricordare che prima della riforma del 1975 sul Diritto di famiglia, all’interno della famiglia ‘tradizionale’, decenni di un modello autoritario poneva la donna totalmente subalterna e assoggettata alla potestà maritale, in una posizione di inferiorità palese, anche nel ruolo educativo dei figli, esercizio riservato solo al padre, impedendo di fatto una piena emancipazione.

Il processo di adattamento è stato dunque molto graduale.

Recentemente il Parlamento europeo nella sua recente risoluzione in merito alla futura strategia sulla parità uomini-donne post 2015, richiede interventi specifici sull’educazione, la divisione delle responsabilità famigliari, finanche il controllo sul proprio corpo e l’autodeterminazione in termini di ‘poter scegliere’.

Quindi politiche di eguaglianza, riforme giuridiche, economiche e sociali e culturali ed una educazione ai diritti che può realizzarsi solo attraverso la valorizzazione delle differenze di genere, in una società attuale dove predomina una raffigurazione verso modelli fortemente genderizzati incentrati sul dover essere maschili e relegando il femminile a ruoli stereotipati come quello delle pubblicità.

In qualità di consigliera comunale della Città di Ventimiglia con delega al Terzo Settore ho da sempre riconosciuto l’importanza di una comunità solidale e la partecipazione attiva dei cittadini che nelle espressioni di Associazioni di volontariato creano quelle sinergie di profonda condivisione di obiettivi di primaria e pubblica utilità.

Lo scopo è quello di fare incontrare le diverse esperienze d’aiuto e sostegno di cui ciascuna realtà è portatrice.

Per fare ciò bisogna attivare tre fasi: fase di ascolto, di confronto, di concertazione.

Tutto ciò porta ad un grande obiettivo: lo sviluppo del capitale sociale che attraverso la sussidiarietà orizzontale assume un ruolo centrale nelle comunità locali per risolvere i problemi della quotidianità e come in questo caso dello ‘Sportello contro la violenza sulle donne’ anche risposte a casi di emergenza vera e propria: un’azione di programma sulla base del principio guida dell’integrazione delle politiche sociali.

Nel complesso dei servizi garantiti che costituiscono la governance pubblica si sono quindi inserite proposte del Terzo Settore e del volontariato non come forma sostitutiva ma come realtà complementare declinando senso, forza, incisività ed operatività.

Inoltre una mia profonda sensibilità su questo tema mi ha portato proprio all’interno di una Associazione femminile di cui faccio parte, durante il mio biennio di presidente a promuovere un progetto unico: una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne attraverso il viaggio itinerante in tutta Italia, di un quadro denominato ‘Criminal Heart’, portando quindi un personale contributo a quelle che sono le finalità di una associazione: movimento di opinione e creare azioni per sollecitare una partecipazione attiva dei cittadini, nome comune di tutte le forme sociali.

Grazie per l’ascolto

Patrizia Acquista”.

C.S.