Attualità - 28 febbraio 2018, 13:06

Alle origini della nostra civiltà: la vera storia delle streghe di Triora

Sulla fine del XVI secolo, la Repubblica di Genova, stretta dalla soffocante alleanza con la Spagna cattolica, voleva portare la vicenda delle streghe di Triora, da episodi locali, ad una dimensione europea...

Sulla fine del XVI secolo, la Repubblica di Genova, stretta dalla soffocante alleanza con la Spagna cattolica, voleva portare la vicenda delle streghe di Triora, da episodi locali, ad una dimensione europea, per ammonire i suoi sudditi a seguire i retti principi della Chiesa e a non intraprendere "patti con il diavolo".

Pertanto a Triora nel 1587 si inviarono inquisitori, con il compito di scovare le streghe ed infliggere punizioni esemplari. Diverse ragazze, che si riunivano nottetempo alla Cabotina, il quartiere più povero e malfamato di Triora, furono accusate di libertà sessuale, di provocare morbi e pestilenze, di stregoneria e di essere in costante contatto con il demonio e per questo motivo arrestate e condotte nella carceri del paese e di Genova. Iniziò una vera e propria "Caccia alla streghe", guidata dagli inquisitori Girolamo Del Pozzo e Giulio Scribani, per liberare il paese da quella diabolica setta, accusata di provocare ogni sventura. Furono sperimentati i sistemi di tortura più inumani: dal supplizio della corda al fuoco ai piedi, dal tormento del cavalletto allo spillone. Si trattò di eventi particolarmente crudeli e drammatici, che fotografavano perfettamente l'ignoranza e la superstizione di quel tempo e che ancora oggi fanno inorridire per la loro gratuità ed inaudita violenza. La questione delle streghe è figlia di un antico rapporto tra l'uomo e la natura. Da sempre e, per certi versi ancora oggi, l'uomo vive in un contesto naturale che è insieme fonte di vita e di pericoli. Ogni difficoltà quotidiana aveva dunque un rapporto intimo con l'ambiente circostante che si popolava inevitabilmente di divinità impegnate ad aiutare o danneggiare il singolo individuo.

Con queste divinità occorreva fare i conti e ci si rivolgeva a dei mediatori che si riteneva fossero in grado di intercedere presso le divinità naturali. I mediatori erano soprattutto donne che avevano i compiti di vegliare sulla salute e la vita. Momenti come la nascita o la malattia erano patrimonio di chi, nei secoli, aveva cercato di capire e studiare l'efficacia delle erbe, era in grado di far nascere un bambino con meno rischi. Nel caso di Triora l'ambiente circostante era la foresta con tutte le sue suggestioni benefiche e malefiche. Neppure l'avanzare del cristianesimo, sempre esposto a mille interpretazioni diverse e spesso inefficace nella cura delle malattie, aveva sconfitto il senso intimo del rapporto con la natura. Evidentemente in un mondo così popolato c'era chi ne approfittava per motivi che oggi diremmo 'politici'. Se si intendeva danneggiare un avversario o si cercava di sviare le popolazioni dalle proprie responsabilità (nel caso di Triora si parla di accaparratori di alimenti) non c'era niente di meglio che evocare i fantasmi della stregoneria con tutte le conseguenze del caso.

Christian Flammia