Il Festival del Giornalismo Alimentare, che si è appena concluso a Torino, è stata un'importante occasione di riflessione per tutti gli operatori dell’informazione, giornalisti e blogger. Fra i tanti panel ha riscosso un particolare successo quello dedicato al “Novel food”: siamo preparati a comunicare i nuovi cibi? Dagli insetti alla carne da laboratorio” condotto con simpatia e competenza da Patrizio Roversi (RAI Linea Verde) e con la presenza di Laura Maragliano (Direttrice Sale & Pepe), Valeria Di Giorgi (Nuovi alimenti Ministero della Salute) Antonio e Giuseppe Bozzaotra (Azienda agricola insetti commestibili) e lo chef Roberto Cavasin.
Il novel food è tema di grandissima attualità, considerando che dal 1° gennaio è entrata in vigore la direttiva europea che permette l’uso in cucina di alimenti finora vietati, come alghe e insetti e che alcuni chef hanno cominciato a proporre nei loro menù piatti e preparazioni con grilli, cavallette e locuste.
Il tema però è molto più complesso di quanto non possa sembrare ad un primo approccio. Nel nouvel food non rientrano solo insetti, ma anche la carne prodotta in laboratorio, che rappresenta una delle frontiere più inquietanti dell'avanguardia alimentare. Ma dobbiamo prepararci perché in futuro fra gli scaffali del supermercato o al ristorante potremo trovare cibi sconosciuti alle nostre abitudini culinarie, gustare piatti con ingredienti appartenenti a tradizioni gastronomiche lontane.
L’intervento iniziale della rappresentante del Ministero ha chiarito alcuni dubbi in merito all’uso di insetti in campo alimentare con riferimento all’applicabilità del Regolamento UE. La prima informazione è che ai fini dell’impiego alimentare degli insetti e dei loro derivati ad oggi in Italia nessun insetto è autorizzato per tale impiego. Il Regolamento comunitario permette ad alcuni Stati membri la commercializzazione di qualche specie di insetto in un regime di “tolleranza” in attesa della necessaria autorizzazione. Danimarca, Olanda, Belgio e Francia avendone ammesso la commercializzazione prima del 1 gennaio 2018 possono continuare a mantenerle sul loro mercato, dove peraltro sono già prodotti e venduti con successo da anni. In Italia, dove non era stata permessa alcuna commercializzazione di insetti prima dell’entrata in vigore del regolamento, si dovrà attendere la specifica autorizzazione con tempi ad oggi non prevedibili. Le cautele trattandosi di tutelare la salute dei consumatori non sono mai troppe, ma se morite dalla voglia di provare a mangiare gli insetti potete intanto acquistarli in rete.
Antonio e Giuseppe Bozzaotra, sono due gemelli, che a Monselice, sui Colli Euganei, da cinque anni hanno avviato un’azienda agricola di insetti commestibili. “Abbiamo cominciato coltivando gelsi – hanno spiegato rispondendo alle domande del conduttore - e questo rimane il core business della nostra azienda, ma abbiamo avviato anche l’allevamento di insetti ed abbiamo la filiera pronta per la commercializzazione in attesa dell’autorizzazione ministeriale”. La produzione dell’azienda è concentrata in un ettaro di terreno, dove vengono allevati grilli e cavallette e naturalmente bachi da seta. Nel mulino dell’azienda agricola producono una farina di bachi, grilli e cavallette, che viene venduta a diversi pastifici della zona che stanno effettuando test in attesa di avviare la produzione e commercializzazione. Insomma gli insetti sono economici, nutrienti e si allevano con basso impatto ambientale, ma come ha spiegato Laura Maragliano ci sono difficoltà anche di ordine culturale per la loro introduzione nella nostra alimentazione. Sono sicuramente una nuova e importante opportunità, ma che è destinata a rimanere per ora in un ambito di nicchia. Divertente il video con cui la direttrice di Sale & Pepe ha fatto vedere le reazioni della redazione della rivista alla proposta di assaggiare degli insetti in confezione snack acquistati su Amazon. Forse la percentuale degli italiani disposti ad assaggiare gli insetti è più alta di quella che possiamo immaginare, ma prima di introdurli stabilmente nella nostra alimentazione dovrà sicuramente passare ancora molto tempo, anche se lo chef Roberto Cavasin ha presentato piatti e ricette che hanno suscitato grande interesse fra il pubblico presente in sala. Per molti italiani il grillo preferito rimane ancora quello parlante di Pinocchio.