Due artisti portatori di un'iconicità unica in questo Festival, perfettamente capaci di sposare con eleganza l'estetica al talento musicale. Ermal Meta e Fabrizio Moro cantano "Non mi avete fatto niente" sprigionando dal palco dell'Ariston uno charme da poeti maledetti moderni, cantori di un'umanità offesa capace di rialzarsi dopo la violenza subita.
Il brano procede incalzante, unendo il canto melodioso di uno alla voce graffiante dell’altro, in una perfetta fusione di intenzioni, stili e modi di comunicare differenti. Soprattutto nella seconda parte, al fraseggio vocale di Meta – dolce e triste al pari della splendida cover “Amara terra mia” presentata al Festival lo scorso anno – si contrappone l’aggressività di Moro, che ha il sapore della rabbia e la forza della rivalsa.
"La prima strofa la canto tutta io perché Fabrizio col fiato non ce la fa", scherza Ermal.
Due approcci alla canzone che rispecchiano l’appeal degli interpreti – malinconico l’uno, più sfrontato l'altro - la loro sensibilità nell’affrontare temi allo stesso tempo amari e necessari.
“Ci siamo ritrovati e, senza alcuno sforzo, ciascuno sapeva quale parte di canzone avrebbe fatto meglio. La costruzione di questo duetto è stata del tutto naturale, abbiamo unito i nostri differenti stili”.
"Ci sono elementi del nostro modo di cantare che abbiamo voluto trasmettere nel brano, e il risultato è stata proprio questa sinergia".
Molto d’impatto la partecipazione di Simone Cristicchi nella serata dedicata ai duetti, che ha letto, come apertura della canzone, la celebre lettera scritta dopo l’attentato al Bataclan da un uomo alla moglie rimasta uccisa. È stato proprio questo lo spunto che ha dato il via alla scrittura del pezzo. Uno dei favoriti in assoluto a poche ore dal verdetto finale del Festival.