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Festival di Sanremo | 05 febbraio 2018, 18:00

SanremoNews in anteprima alle prove generali del Festival 2018: alto il livello delle canzoni in gara

Su tutti si sono distinti Le Vibrazioni e Max Gazzè

SanremoNews in anteprima alle prove generali del Festival 2018: alto il livello delle canzoni in gara

All’Ariston, uno dopo l’altro, si sono esibiti tutti i big di questo 68° Festival di Sanremo. Sul palco anche Claudio Baglioni, che ha salutato tutti gli artisti. Il livello delle canzoni in gara è piuttosto alto.

Le prove generali sono un momento sempre molto atteso dai giornalisti al Festival. C’era anche SanremoNews a seguirle.
Qui si vede come si costruisce lo spettacolo: artisti già in abito di scena, orchestra schierata, quest’anno tutta in bianco, la regia che dà indicazioni. E il teatro Ariston che si carica di emozioni, nonostante siano solo le prove. I continui richiami a chi è in platea, perché non si alzi, non passi, non parli. La stampa è una categoria indisciplinata. Proibito fare foto o registrare.

Sul palco c’è Baglioni, che veglia sugli artisti, li accoglie da perfetto capitano coraggioso. Quando entriamo, un po’ in ritardo, sul palco c’è Red Canzian con “Ognuno ha il suo racconto”, autobiografico. Pezzo dignitoso, voce pulita la sua.

Prima di lui si sono esibiti Annalisa, con “Il mondo prima di te”, nulla di originale per l’artista savonese, poi The Kolors con “Frida (mi, mai, mai)”, brano di impatto, destinato a fare strada e la Vanoni, con Bungaro e Pacifico. Un trio inedito di cui lei, interprete straordinaria, è il pezzo forte. “Imparare ad amarsi” ha un testo molto bello.

Poi tocca a Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”: un duo inedito, ma la loro canzone convince. Affrontano la tematica del terrorismo in maniera non banale. Bel testo, due voci dal mood molto diverso, ma che si valorizzano reciprocamente. “Non esiste bomba pacifista” è un verso che si presta al riuso.

Tocca poi a Ron, diretto dal mitico Beppe Vessicchio. Brano intimista, “Almeno pensami”. Il testo è di Lucio Dalla. Nient’altro da aggiungere.

Luca Barbarossa: la sua “Passame er sale” è elegante, una ballata d’altri tempi. Anche per l’artista romano, però, poco di nuovo.
Max Gazzè è tra gli artisti più attesi qui a Sanremo. “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” è un brano davvero bello ed evocativo, sicuramente non facile, ma intenso e raffinato. Tra i nostri preferiti, e non solo tra i nostri, perché dalla platea gli applausi ci sono. Convinti.

Nina Zilli. Una delle poche donne di questo Festival. La sua “Senza appartenere”, un inno alla bellezza e alla forza delle donne. Un invito a volersi bene. Lei è brava, punto.

Giovanni Caccamo con “Eterno” resta nella più classica tradizione sanremerese. “Prendimi la mano e scappiamo via lontano, insieme io e te per sempre”. Piacerà, nella più classica tradizione sanremese.

Il coraggio di ogni giorno Enzo Avitabile e Peppe Servillo, unisce diversi registri linguistici, un inno alla vita. Loro sono due mostri sacri, portano se stessi e la loro originalità sul palco.

Lo Stato Sociale con “Una vita in vacanza” diverte e gioca con una canzone scanzonata, ma solo all’apparenza. Il testo non è certamente indimenticabile, ma è orecchiabile. L’arrangiamento lo rende per ora il brano più a presa diretta; divertenti sul finale con sorpresa, ma non vi sveliamo niente. Piaceranno. 

Mario Biondi si presenta sul palco elegantissimo, con delle scarpe che non passano inosservate. “Rivederti” è un brano dalla vocalità complessa, può davvero cantarla solo lui. Una ballata swing di non facile presa, ma lui riesce comunque ad arrivare.

Noemi, evitando commenti sulla scelta dell’abito, ha una canzone convincente: “Non smettere mai di cercarmi”. Brano che parla di amore e di legami, da cantare a squarciagola. Nulla di indimenticabile, comunque.

I Decibel tornano a Sanremo con un omaggio al Duca Bowie. Il brano del trio guidato da Enrico Ruggeri si intitola proprio “Lettera dal Duca”, in cui Bowie viene immaginato a guardare la pochezza che ci circonda oggi. Anche questo non è un brano semplice, ma è originale, musicalmente in particolare, forse troppo per Sanremo.

Diodato e Roy Paci con “Adesso” presentano un brano esistenzialista, sull’essenzialità, di quelli che ti entrano dentro, in un crescendo continuo. Uno dei brani più convincenti.

Un altro pezzo di Pooh sul palco, con Facchinetti e Fogli che cantano “Il segreto del tempo”. Un brano che al pubblico di Sanremo piacerà, pochi dubbi, però tutto già sentito e strasentito.

Renzo Rubino presenta “Custodire”, un brano dimenticabile, a nostro avviso. Merita forse di essere ascoltata e riascoltata, per essere capita davvero.

Esibirsi prima di Elio e Le storie Tese, penultimo artista nel pomeriggio di prove all’Ariston, decisamente non aiuta. Loro, piacciano o meno, sono sempre originali. Anche se li abbiamo visti fare decisamente di meglio. “Arrivedorci” è una parodia della loro carriera. Un saluto alla Stanlio e Olio, una fine drastica, leggermente comica. Tutti schierati, mano sul cuore.

Si chiude con Le Vibrazioni, che a Sanremo presentano il brano “Così sbagliato”. Su questo palco tornano dopo 14 anni. Il loro brano è la dimostrazione che un arrangiamento giusto fa la differenza. La loro canzone convince e resta.

Barbara Simonelli

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