Più di 150 persone tra militanti e curiosi si sono radunate a Borgo Parasio per il comizio elettorale di CasaPound Italia, alla presenza del candidato Premier Simone Di Stefano, accorso in Riviera per far conoscere il movimento e i suoi candidati locali Andrea Lombardi e Manuela Leotta per il Senato e Gianni Cerruti per la Camera. La location è stata presidiata attentamente da un forte schieramento di Forze dell’Ordine per tutta la durata dell’evento ma, fortunatamente, non si è registrato alcun tipo di disordine.
Nazione, famiglia, lavoro e immigrazione: questi alcuni dei punti programmatici toccati da Di Stefano durante il suo intervento imperiese, davanti alla sede locale di CasaPound ‘Il Bombardiere’, intitolata all'aviatore e militare portorino Maurizio Pagliano e fresca di inaugurazione: “Sicuramente il primo di tutti è recuperare la sovranità monetaria, quindi uscire immediatamente dall’Euro e dall’Unione Europea e riconquistare la nostra libertà e portare la nazione nella direzione in cui era prima dell’avvento dell’Euro. Eravamo la quinta economia europea, oggi siamo inesorabilmente l’ottava o forse la nona”.
“Per la famiglia mettiamo in campo una proposta chiamata ‘Mutuo Sociale’ - spiega Di Stefano - ovvero la possibilità per le giovani coppie di diventare proprietari di una casa, con un mutuo che non è quello bancario. Il ‘Reddito Nazionale di Natalità’ ovvero 500 euro al mese da 0 a 16 anni ad ogni bambino italiano figlio di italiani che nasce, sostanzialmente dei soldi in tasca ai genitori e non sgravi fiscali o altre stupidaggini”.
Molte sono state le polemiche montate in città dopo aver appreso dell’arrivo del leader della ‘tartaruga frecciata’, tanto da spingere la direzione dell’Hotel Corallo, sede originale della conferenza, a togliere la disponibilità al partito dopo aver ricevuto minacce e attacchi mail via internet. Sull'ostracismo diffuso nei confronti del movimento, il segretario nazionale è cosi intervenuto: “Non bisogna avere paura di CasaPound. Il nostro movimento segue e si candida nelle regole piene della democrazia e anzi riconosce all’interno della Costituzione la possibilità di realizzare quello stato che desideriamo. Vogliamo fare politica come tutti gli altri partiti, parliamo di lavoro, di stato e di nazione che sono argomenti alla portata di tutti, cerchiamo i voti di tutti gli italiani, non solo di quelli considerati ‘di destra’, questa categoria non la riconosciamo, noi parliamo a tutti, a chi è di sinistra, di centro o di destra”.
Il leader romano affronta poi un altro tema ‘caldo’ per la nostra provincia di confine, la questione migranti: “Per gli immigrati irregolari prevediamo il rimpatrio, con uno stato sovrano potremo mettere in campo dei progetti bilaterali con le nazioni di appartenenza, costruire strade e scuole in Africa con le nostre aziende pubbliche e private e con la manodopera di quei ragazzi che ora sono nei centri d’accoglienza e non hanno nulla da fare dalla mattina alla sera”.
Il fenomeno Casapound è in costante crescita e Di Stefano è fiducioso sul superamento dello sbarramento in Parlamento: “Ci sono dei sondaggi che non sono stati pubblicati perché la rilevazione è stata fatta sui vecchi dati, quando CasaPound si presentò nel 2013 e avevamo pochi collegi. Quest’anno siamo in tutti e 63 i collegi, il nostro simbolo è su tutto il territorio nazionale. Lo sbarramento del 3 percento è alla nostra portata, siamo sostanzialmente arrivati”.
I Candidati imperiesi:
Manuela Leotta: “Arrivo da un trascorso di destra, non ho mai accettato centrismo e sono rimasta sempre coerente con le mie idee. Con CasaPound qui a Imperia ho incontrato persone serie, motivate e mi sono trovata subito a mio agio. I miei valori di base sono sempre Dio Patria e Famiglia, una sovranità monetaria, l’uscita dall’euro e la rinascita dell’economia locale. Sulle polemiche sollevate sul nostro evento credo che in democrazia sia una cosa vergognosa, noi concorriamo alle elezioni politiche, siamo un movimento riconosciuto e trovo che queste siano azioni vergognose. Veniamo etichettati come fascisti ‘del terzo millenio’, forse è vero ma non siamo violenti e portiamo avanti con serietà i nostri valori e le nostre idee. Tutto ciò ci fa pensare che ci sia un po’ di paura verso questo movimento che cresce, con la raccolta firme abbiamo trovato molti consensi, quindi non capisco questa mancanza di dialogo”.
Andrea Lombardi: “Farebbe un gran bene all’Italia ‘guarire dalla novecentite’, una malattia tremenda che fa in modo, nel terzo millennio, che si continui a giudicare tutto secondo fascismo e antifascismo. Questo porta ad una lettura sfalsata di quelli che sono in realtà i problemi attuali della gente. Abbiamo una democrazia che nel 2017-2018 impone un capitalismo che è diventata una vera e propria dittatura delle banche, che fa in modo che l’1 percento della popolazione detenga più ricchezze del restante 99. CasaPound si ribella a questo, cercando di essere democraticamente eletti e portare le nostre istanze nei palazzi del potere. Non vogliamo un’Italia ‘uber alles’ ma una nazione di primo piano alle altre nazioni europee”.


































