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Politica | 19 gennaio 2018, 12:17

Regione: concessioni balneari, continua la petizione online contro l'impugnazione del Consiglio dei Ministri

“Con essa – continua Bolla - si vuole trovare una soluzione al vuoto normativo, ricordando che la scadenza delle concessioni è sempre più vicina e che il 31 dicembre 2020 non deve arrivare senza che nessun Governo vada in Europa per chiedere la nostra salvaguardia”.

Bettina Bolla, presidente di Donnedamare

Bettina Bolla, presidente di Donnedamare

Dopo che il consiglio dei ministri ha impugnato le leggi regionali della Liguria che prorogavano le concessioni balneari di trent'anni tra i balneari italiani e liguri è scattata la voglia di reagire. Questa volta la lotta non scende in piazza, ma corre sul web, per denunciare la violazione dei propri diritti, attraverso una petizione online aperta a questo LINK.

I balneari, già nel 2016 con Stefano Giovannini, primo balneare ad aver inviato la propria petizione in UE, avevano iniziato a prendere dimestichezza con questo strumento, Marco De Luca balneare romagnolo fondò in seguito il “Comitato petizioni balneari italiani”, al quale seguì il Convegno co-organizzato insieme a Donnedamare al SUN Rimini per far inviare più petizioni possibili in UE. Questa volta la petizione ha l’appoggio di molti balneari, anche Liguri, dopo la delusione dell’impugnativa delle due leggi a loro tutela.

“Non solo quella dove si parlava di Bolkestein e dei 30 anni - afferma Bettina Bolla, presidente di Donnedamare -, ma anche quella che ci definiva tipicità del sistema turistico ligure e giocoforza italiano, negando in 12 minuti quella che è una realtà di fatto, dando dimostrazione che il sistema balneare per l’attuale Governo e per il PD non è considerato una tipicità, ma qualcosa da demolire a favore dei grandi gruppi, che porteranno, una volta arrivati nel nostro paese la standardizzazione dell’offerta”.

“Per questo le ragioni della petizione sono sacrosante – sottolinea la Bolla – la raccolta firme vuole chiedere la corretta applicazione della direttiva 123/2006 in Italia al fine di tutelare di diritto alla proprietà privata. La petizione – ci spiega - in pochi giorni, viaggiando tra le chat whatsapp dei balneari, che negli anni hanno creato una vera e propria rete di contatti in tutta Italia e in quelle degli ambulanti, con i quali abbiamo intrapreso percorsi comuni, è già stata sottoscritta da oltre 1400 persone”

“Con essa – continua Bolla - si vuole trovare una soluzione al vuoto normativo, ricordando che la scadenza delle concessioni è sempre più vicina e che il 31 dicembre 2020 non deve arrivare senza che nessun Governo vada in Europa per chiedere la nostra salvaguardia”.

“L'Europa è favorevole alle petizioni, in quanto sono un diritto fondamentale dei cittadini – spiega l’imprenditore riminese Marco Deluca, coordinatore del Comitato petizioni balneari – e la stessa Unione europea ha ribadito che la riforma delle concessioni balneari italiane deve seguire le linee comunitarie, tutelando i nostri diritti di proprietà. D’altronde – continua Deluca – uno studio commissariato dal Parlamento Europeo sottolinea che la riforma delle concessioni balneari italiane deve tenere conto del legittimo affidamento agli attuali imprenditori e dell’ampia disponibilità di spiagge ancora libere, pertanto occorre agire su un “doppio binario” che tuteli gli interessi economici e i diritti di chi finora ha investito in queste attività".

Donnedamare, oltre a far da veicolo e cassa di risonanza a questa importante petizione, chiederà a tutti i politici di sottoscriverla e che nei programmi politici in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo sia inserita la totale esclusione del comparto balneare ed ambulante dalla Bolkestein e dà appuntamento a tutti i balneari italiani ad un importante convegno proprio sul tema delle petizioni a Balnearia, l’importante fiera di settore che si terrà a Marina di Carrara dal 25 al 28 febbraio 2018. "L’obiettivo è di raccogliere sempre più firme. - spiegano da Donnedamare - Ma non ci si fermerà a questo: molti balneari vogliono chiedere alle forze politiche amiche di volare in Europa e di chiedere sostegno, spiegando le nostre ragioni, cosa che mai è stata fatta in questi lunghissimi anni di battaglia. I balneari ne sanno qualcosa!"

Stefano Michero

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