Politica - 25 ottobre 2017, 09:02

Ventimiglia: referendum in Lombardia e Veneto e legami con la città, Iachino "Il sindaco capo di una città o funzionario di partito?"

"Quanto versa Ventimiglia a Genova e Roma e quanto ne riceve in cambio?" - si chiede Iachino, consigliere comunale di Progetto Ventimiglia.

"Il referendum in Lombardia e Veneto senza alcun dubbio ha molto a che fare con dinamiche interne alla Lega e al Centrodestra, ma specie il risultato in quest'ultima regione gli conferisce un significato più generale: il rilancio della questione delle autonomie e delle politiche fiscali".

E' il pensiero di Carlo Iachino, consigliere comunale di Progetto Ventimiglia, in merito alle consultazioni referendarie per l'autonomia che si sono svolte recentemente in Lombardia e Veneto. "A ben vedere allora, la vicenda si intreccia non poco con quelle della nostra città, dove lo stato italiano sempre più coincide con un confine cul-de-sac contro cui finiscono a sbattere i flussi migratori e dove soprattutto il milione promesso per la zona franca, positivo specie nella speranza che ne arrivino altri nei prossimi anni e che non sia solo un obolo per farci sopportare meglio una difficile gestione dei migranti, ci induce a porci la stessa domanda più volte avanzata dalle grandi regioni del Nord: quanto versa Ventimiglia a Genova e Roma e quanto ne riceve in cambio?"

"Una domanda per nulla oziosa se si vuol fare di questo referendum l'occasione per un ripensamento organico del Titolo V della Costituzione, quello dedicato alle autonomie locali appunto, che superi la pessima riforma voluta dal Centrosinistra nel 2001 e che soprattutto superi l'ossessione regionalistica in favore di comuni e province, italicamente abolite a metà, non più elettive, senza soldi, ma con le stesse competenze di prima, con inevitabile dissesto di servizi essenziali come cura di strade e scuole. - analizza Iachino - Ecco, ci piacerebbe che Ventimiglia non fosse ancora una volta spettatrice di un grande dibattito nazionale, ma protagonista e persino promotrice. Se il Sindaco se ne facesse portavoce presso il Governo avrebbe tutto il nostro appoggio, ma, ormai è da tempo che ce lo chiediamo, per lui continua a porsi lo stesso dilemma: capo di una città o funzionario di partito?"

C.S.