Qualche serra dismessa, retaggio di una floricoltura che non esiste praticamente più, e la voglia di innovare nel settore agroalimentare. Sono queste le motivazioni che accomunano Romina Lopez e Giacomo Biancheri. La prima ha aperto circa un anno fa l’azienda ‘La lumaca della Val Nervia’; il secondo pochi mesi fa ‘La chiocciola bianca’. Se la prima è spinta dalla grande richiesta della carne di lumaca, dal punto di vista gastronomico, il secondo è attratto dall’uso della bava di lumaca a livello cosmetico, farmaceutico, nonché medico.
Allevamenti che hanno avviato con il classico ‘metodo Cherasco’, comune pigmentese in cui hanno frequentato un corso per diventare veri allevatori di lumache. Sì perché le chiocciole che si andavano a raccogliere nei campi da bambini alle prime piogge, in realtà possono essere anche allevate e loro hanno scelto di farlo nel modo più naturale possibile, puntando sulla qualità del prodotto piuttosto che sulla quantità.
Una scommessa che richiede investimento e pazienza, ma che può portare soddisfazioni e risultati dal punto di vista economico, premiando costanza, voglia di mettersi in gioco e capacità di rinnovarsi offrendo un prodotto tanto apprezzato in Liguria. Quest’ultima è, infatti, la regione caratterizzata dal più grande consumo di lumache, rigorosamente ‘alla ligure’.
“Quando si inizia bisogna investire parecchio - spiega Romina Lopez - ci sono parecchi interventi da fare come il trattamento del terreno che deve essere assolutamente diserbato. Per i giovani è sicuramente una cosa interessante, anche dal punto di vista economico, una volta che si riesce a produrre una quantità elevata di lumache, anche se ci vogliono un po’ di anni per rientrare nella spesa iniziale.”
L’allevamento di lumache può anche andare oltre la semplice vendita della carne per ovvie finalità gastronomiche, ma sempre più utilizzata è la bava di lumaca ad uso cosmetico, farmaceutico e medico. Proprietà che hanno spinto Giacomo Biancheri a mettere in piedi il suo allevamento. E se a qualcuno venisse in mente di fare la stessa cosa? “Il mio consiglio è quello di informarsi bene - spiega - e non lasciarsi prendere dai numeri di business plan che vengono presentati, nonché valutare se uno ne ha davvero voglia perché, con questo metodo, per il primo anno e mezzo, è difficile rientrare dei soldi spesi, ma vedere tutte queste lumache dà soddisfazione.”