La vera sfida per Villa Grock inizia adesso: per trasformarla in un “prodotto turistico da mettere sul mercato”, come vorrebbe l’assessore regionale Gianni Berrino, servirà uno sforzo anche maggiore di quello sostenuto per ottenere i finanziamenti europei del progetto Jardival, volto a promuovere una serie di giardini della riviera italofrancese (per la Liguria figurano anche Villa Ormond a Sanremo e il Parco del Benessere G.F. Novaro di Costarainera).
Terminate le inaugurazioni, restituito il parco agli antichi splendori, concluse le passerelle dei politici, evaporate le loro dichiarazioni di cauto ma fermo ottimismo sul futuro della storica dimora imperiese che appartenne al clown svizzero Charles Adrien Wettach, in arte Grock, che cosa possiamo realisticamente aspettarci nei prossimi mesi? La proprietà della villa è della Provincia, ma come ha ricordato il suo presidente, Fabio Natta, quest’ultima non ha più le competenze su turismo e cultura, passate in capo alla Regione. Allora chi promuoverà la rinascita del celebre monumento in stile liberty-eclettico, con quali risorse, con quali idee e prospettive? Chi assicurerà la pulizia e manutenzione degli spazi?
Un prodotto turistico, per essere o divenire tale, come primo e indispensabile requisito deve essere sempre visitabile. Poiché Villa Grock, con il Museo del Clown e il bellissimo parco appena rinverdito, è aperta al pubblico un solo giorno la settimana, di lunedì, e solo di pomeriggio per tre ore, è veramente difficile immaginare il suo imminente lancio sul mercato.
A sognare frotte di turisti che arrivano a Imperia e dintorni, ipotizzando magari un tour des jardins tra le due riviere, con un museo circense assai frequentato, oltre che essere dotato di caffetteria, bookshop e foriero di eventi mondani, a sognare così siamo tutti bravi e addirittura allenati, in una città che abitualmente inaugura le cose e poi le trascura. Sono quasi certo che il destino di Villa Grock sarà diverso.