Seconda puntata di “Creuza the Casbah”, il nostro percorso di avvicinamento alla 18^ edizione del festival rock più amato del Ponente.
Dopo il tradizionale saluto di Simone Parisi, questa settimana ci addentriamo in storie di fumetto, arte, musica e futuro.
Rock in the Casbah non conosce confini e la locandina di quest’anno ne è l’ennesima dimostrazione.
La locandina 2017 è destinata a segnare la storia. La firma di Igort non ha bisogno di presentazioni per chi ama la “nona arte”.
Igort (Igor Tuveri) è una delle firme più prestigiose del panorama fumettistico italiano e, negli anni, la sua lunga carriera lo ha visto varcare i confini nazionali e continentali fino a raggiungere il Giappone.
Nasce a Cagliari nel ’58 e la sua carriera muove i primi passi a Bologna alla fine degli anni ’70, quando inizia a collaborare con alcune note riviste italiane.
Nel 1994 il prestigioso riconoscimento con l’esposizione delle sue opere alla biennale di Venezia e 6 anni dopo ecco la fondazione della sua casa editrice, la “Coconino Press” con le prime esperienza in terra giapponese per la realizzazione di “5 è il numero perfetto”, un progetto durato 10 anni.
Poi il trasferimento a Parigi e il lavoro alla serie “Baobab” che, uscendo in Italia, Francia, Spagna, Olanda, Germania e Stati Uniti, rappresenta uno dei lavori più conosciuti di Igort.
In tempi recenti la serie di “quaderni” pubblicati dopo le esperienze tra Ucraina, Russia e Siberia e, nel 2014, ecco i “quaderni giapponesi” frutto della sua esperienza e fama riconosciuta anche nel Paese del sol levante.
La passione che unisce musica e fumetti porta alla collaborazione tra Rock in the Casbah e Igort per la realizzazione della locandina 2017.
“Sono contento che Igort ci abbia donato un suo disegno per le grafiche di Rock in the Casbah 2017 – commenta Larry Camarda, uno dei “papà” della manifestazione – un artista che seguo dagli esordi, un autore completo che porta alta nel mondo la bandiera del fumetto italiano e che ho il piacere di conoscere personalmente, una signore d’altri tempi, gentile ed ironico. Come ironico è questa sorta di Elvis nipponico del futuro(?), con in mano un microfono e, nell’altra, una strana pistola, che suggerisce chissà quale storia, forse la storia di un cantante rock che è anche un guerriero”.