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Ventimiglia Vallecrosia Bordighera | 09 luglio 2017, 04:00

Il mistero del Grandalbero: 'il mattino ha l'aglio in bocca'

“La domenica con Fata Zucchina” è la rubrica settimanale che sino a dicembre animerà questo spazio, con quaranta pillole tratte dal bilibro di Renata Cantamessa “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, in un viaggio tra ricette di cibo, salute e felicità… ma non solo.

Il mistero del Grandalbero: 'il mattino ha l'aglio in bocca'

Dalla “Ricetta di Salute” sulla cura dei disturbi visivi nei più piccoli della Dr.ssa Gabriella D’Alonzo alle nuove avventure dei personaggi del giallo “green” per tutta la famiglia “Il Mistero del Grandalbero”: nell’episodio di oggi, l’Ispettore Cardo Gobbo riuscirà finalmente a trovare una soluzione al mistero? Non rimane che leggere (e ascoltare) questo nuovo capitolo:

 

 

(TRATTO DAL LIBRO, “Il Mistero del Grandalbero
Capitolo 5: Il mattino ha l’aglio in bocca”)

 L’Ispettore Cardo Gobbo non riusciva a prender sonno: mancavano ancora troppe tessere del mosaico per avere un quadro completo del caso. Pensieroso, si alzò dal letto e uscì dal rifugio.
 Un piacevole vento fresco gli accarezzò la gobba; proprio non riusciva a credere che qualcosa di oscuro e ignoto potesse minacciare il territorio che lui tanto amava.
 Si lasciò alle spalle il rifugio e si incamminò: quando i pensieri si mescolavano nella sua testa come un frappè alla fragola, aveva bisogno di passeggiare, o di andare in bicicletta per schiarirsi le idee. Cammina cammina, giunse in un grande prato con al centro una roccia, di certo piantata lì fin dalla notte dei tempi; si distese sull’erba e iniziò a guardare le stelle nella loro immensità. Per il momento, nessuna nube: tutto, nel cielo, brillava. 
A un tratto, udì una voce delicata:

- Ti trovi davanti ad un grande dilemma, Ispettore. E’ per questo che sto venendo in tuo aiuto.
- Chi sei? - domandò l’Ispettore.
- Non importa chi sono, importa quello che io posso fare per te.
- Ho molti indizi - replicò l’Ispettore sconsolato - ma non riesco a trarre delle conclusioni; sento che mi sfugge qualcosa...
- Ricorda che un nemico può indossare diverse maschere per confonderti. Devi saper vedere cosa ci sta dietro. Domani andrai in cerca dell’Antico Saggio, lui potrà illuminarti.
 Un soffio di vento più forte degli altri fece sbattere violentemente le persiane del rifugio. L’Ispettore, svegliandosi di soprassalto, rotolò a terra per lo spavento e, solo in quel momento, si rese conto di non essersi mai mosso dal letto: aveva di nuovo sognato.
 Cercò di riprender sonno, illudendosi che l’alba fosse ancora lontana, quando sentì suoni e musica provenire dalla stanza accanto: la Banda del Bosco era già in piedi e, tra una flessione e un piegamento, si stava dedicando alla sessione mattutina di zumba.
 Rassegnato, scese dal letto e raggiunse gli amici nella stanza vicina.

- Avete mai sentito parlare di un Antico Saggio, custode dei segreti della Natura? - domandò ai fruttini, sperando di trovar risposta agli interrogativi del sogno.

Da buon capobanda, fu Nergi a rispondere:
- Tempo fa, nel periodo in cui suonavo la ghironda in una band di musica occitana, mi capitò di incontrare un cantante: si chiamava Aglio di Caraglio. Aveva una miriade di fans agguerritissime. Pensate che in tutti i suoi concerti indossavano una maglietta con la scritta: Aj Love You*!

Tutti sorrisero e Nergi continuò:

- So che da tempo ha abbandonato le scene e vive da eremita con la sua nuova guida spirituale. Si dedicano alla meditazione e all’osservazione della natura. L’ultima volta, sono stati visti in un posto magico, la Riserva dei Ciciu del Villar.

L’Ispettore aveva udito abbastanza:
- L’istinto mi dice che lì potremo avere le risposte che cerchiamo. Avanti banda, vitamine in circolo, è arrivato il momento di partire!
 Un boato di esultanza seguì alle parole dell’Ispettore e l’improvvisata compagnia si mise subito in marcia alla volta dei Ciciu del Villar.
 La leggenda narra che i Ciciu, rocce dalle forme davvero curiose, simili ad immensi funghi, siano antichi legionari romani trasformati in pietra da una maledizione.
 Qualunque fosse la loro origine, quando i nostri eroi vi giunsero, sulla Riserva aleggiava un’aura di mistero: il vento che soffiava tra le foglie sembrava quasi parlare alla Banda del Bosco, e si aveva la costante sensazione di essere spiati da una miriade di occhi nascosti tra il fogliame e i cespugli. 
A dispetto di tutto ciò, gli allegri fruttini correvano e rotolavano a rotta di collo, usando ogni roccia o arbusto come appiglio per evoluzioni da circo.
 Saltando da una parte e dall’altra, non si resero subito conto di aver infine raggiunto la zona popolata dagli immensi funghi di pietra.

- Stolti che non siete altro! State giocando su rocce che esistevano prima dei vostri bisbisbisbisbisssnonni... Un po’ di rispetto per dodicimila anni di storia! Credete forse di essere al luna park?

A parlare con voce severa, era stata una figura globosa, avvolta in un mantello bianco con striature violacee ai cui piedi, in silenzio e a gambe incrociate, sedeva uno strano personaggio.

- Aglio di Caraglio! Sei proprio tu?!? - esclamò contento Nergi - Non ti ricordi di me e dei bei tempi della band?

Aglio di Caraglio lo scrutò a lungo, strizzando gli occhi; poi, lentamente, annuì in segno di riconoscimento.

- Certo che ti riconosco, appartieni alla mia vecchia esistenza - rispose, dopo aver ingollato una chicca di Menta Piperita di Pancalieri per schiarirsi la voce - ma ora la mia vita è cambiata. Mi dedico interamente alla meditazione e all’ascolto.

Dopo una pausa che parve interminabile, proseguì:
- Ditemi, dunque, stranieri: che cosa vi porta da queste parti?

L’Ispettore avanzò solennemente verso l’eremita. Fece un grande respiro e, con la schiena improvvisamente dritta, iniziò a raccontare tutta la storia.

È nuovamente il momento di liberare la mente da ogni pensiero e di mettere il cuore in ascolto: proseguono la prossima settimana le “ricette di felicità” dei bambini in cura oncologica presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e ospiti presso La Collina degli Elfi Onlus di Govone.

Per leggere lo scorso episodio della rubrica, clicca qui:

TargatoCN: bit.ly/2suPPug

Torino Oggi: bit.ly/2tg5fBD

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Sanremonews: bit.ly/2uJ3XwW

 

Dove si può acquistare il Bilibro?

Per scoprire tutti i contenuti del bilibro di Renata Cantamessa (alias Fata Zucchina) “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, si può acquistare su Arabafenicelibri.it (http://bit.ly/2nAOXAp), presso tutti i negozi Coop o ordinandolo alla propria libreria di fiducia.

 

Quanto costa? A chi sono destinati i proventi della vendita?

Il prezzo è di 10€. I proventi raccolti dalla vendita (2€ a libro) saranno donati in Piemonte a favore del progetto F.A.T.A. di Fuoriterapia Assistita con Animazione dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita”, in collaborazione con l’Associazione Onlus “La Collina degli Elfi” di Govone d’Alba. Il ricavato di Liguria e Lombardia sarà rispettivamente devoluto all’Ospedale “Gaslini” di Genova e alla Fondazione “De Marchi Onlus” di Milano.

 

Scorri al fondo della pagina per consultare la scheda di presentazione del libro.

 

Contatti

E-mail: renata@fatazucchina.eu

Sito web: www.fatazucchina.net

Pagina Facebook: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

Instagram: @fatacantamessa

Twitter: @RCantamessa

Youtube: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

 

Chi è Renata Cantamessa?

Giornalista di carta stampata e web, autrice e conduttrice radio-televisiva, doppiatrice

di cartoon, ghostwriter e project-manager, cresce professionalmente nel settore della

cooperazione. Opera in modo trasversale su comunicazione e multimedia-marketing, con specifica attenzione attorno ai temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere e della sostenibilità. Oltre al mondo della cooperazione e dell’agricoltura (ortofrutta in primis), collabora attivamente con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana, la Sanità Pubblica (Asl territoriali), l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con l’USR-Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, con un coinvolgimento sulla progettazione dell’attività formativa di alternanza scuola-lavoro. Dal 2013 veste la “nuova identità” di Fata Zucchina, da lei creata e impersonata come icona moderna del Food&Wealth (Health + Welfare) per divulgare nuovi modelli di integrazione e consumo nella relazione tra persone e territorio.

 

Chi è Fata Zucchina?

E’ la prima “fata agricola” italiana, proposta come modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. Un omaggio diretto a quell’oltre 70% di lavoro agricolo che - nel mondo - è realizzato da generazioni di donne rurali. Ma non solo: la “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, come “Il Bugiardino di Fata Zucchina”- si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.

 

 

Illustrazione di Daniela Ranieri

Renata Cantamessa

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