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Attualità | 08 giugno 2017, 09:01

Sanremo: anche quest'anno un grande successo per il concorso di scrittura dell'Istituto 'Colombo' (Foto)

Sull’onda lunga dell’emozione provocata dalla morte improvvisa di un allievo di seconda Liceo, avvenuta lo scorso gennaio, il tema proposto per questa tornata è stata una poesia di Giuseppe Conte dal titolo “Registro di classe”, che fa parte della silloge “Dialogo del poeta e del messaggero” del 1992.

Sanremo: anche quest'anno un grande successo per il concorso di scrittura dell'Istituto 'Colombo' (Foto)

Quest’anno, con la sesta edizione, l’Istituto Cristoforo Colombo di Sanremo conferma la forza del Concorso di scrittura creativa per far affiorare il talento dei propri allievi.

Sull’onda lunga dell’emozione provocata  dalla morte improvvisa di un allievo di seconda Liceo, avvenuta lo scorso gennaio, il tema proposto per questa tornata è stata una poesia di Giuseppe Conte dal titolo “Registro di classe”, che fa parte della silloge “Dialogo del poeta e del messaggero” del 1992. La commissione organizzatrice, composta dai docenti Fiammetta Ausonio, Antonella Colombatto e Vittorio Lanteri Laura, con questa scelta ha inteso rendere omaggio sia all’allievo prematuramente scomparso sia al poeta, nato a Imperia ma attualmente nostro concittadino, il quale, fra l’altro, è stato in passato insegnante di italiano proprio all’Istituto Colombo.

La poesia rappresenta il ricordo di un compagno di classe dell’autore partito allegramente per le vacanze estive da cui non aveva fatto ritorno. Essa esprime, come avviene per tutti i nostri ricordi, la netta definizione di alcun dettagli unita all’indefinito contorno di altri, come testimonia il ricordo del solo cognome del ragazzo nel verso finale.

Come è consuetudine, la sessione di scrittura si è tenuta lo scorso aprile nell’arco di un pomeriggio; l’esame degli elaborati ha permesso di individuare tre poesie e un brano in prosa da premiare, cui è stata aggiunta per decisione unanime una poesia da menzionare. Il regolamento del premio prevede di separare gli elaborati in due gruppi, uno per gli allievi del biennio e uno per quelli del triennio. La valutazione dei testi è avvenuta conservando il loro anonimato. I nomi degli autori, conservati in buste chiuse allegate agli elaborati, sono stati letti solo al momento della consegna del premio. Come sopra accennato, quest’anno è stato anche segnalato un testo poetico che, essendo fuori tema, non ha potuto essere inserito all’interno del concorso, ma è risultato meritevole di menzione per l’intensità dimostrata.

Venerdì 26 maggio alle 12:30 la commissione organizzatrice ha riunito nell’aula magna dell’istituto Colombo gli allievi delle classi che hanno partecipato al concorso per procedere alla premiazione, in modo da rivelare alla presenza di tutti gli autori degli elaborati vincitori e premiarli. Il Preside dell’Istituto, Prof. Sergio Ausenda, ha aperto la riunione introducendo la commissione e il Dott. Fabio Barricalla, filologo e critico letterario (studioso di Giovanni Boine e di Camillo Sbarbaro, pubblicista e curatore per Lo Studiolo Edizioni, collegata alla locale Accademia della Pigna), che ha stilato per ciascuno dei brani prescelti un breve commento critico di cui è stata data lettura per motivare il premio.

Nella sua introduzione il dott. Barricalla, sottolineando il motivo ispiratore del concorso, ha chiesto di osservare un minuto di silenzio in memoria dell’allievo scomparso Irdi Duda; ha poi rimarcato che il livello degli elaborati in concorso si è rivelato complessivamente buono, com’è stato messo in luce nei giudizi di motivazione.

Per la poesia relativa al biennio ha ricevuto il premio l’alunna Sveva Blancardi della classe 2a A del Liceo delle Scienze Applicate con la poesia intitolata “Il suo nome” che conferma il suo talento, dato che lei ha vinto la scorsa edizione del premio nella sezione poesia per il biennio.
Giudizio. Il suo nome. Componimento sull’‘unicità’ della persona umana, colui che ormai è scomparso, contraddistinto dal suo proprio “nome” (un ‘nome’, certo, “scritto su un giornale”): uno dei tanti, per ‘coloro che passano’ – “I passanti, ignari” di siffatta unicità; “l’unico”, tuttavia, per lo scrivente, nonostante le “settimane”, e i “mesi” e i “giorni”, ‘passino’.

L’autrice della poesia premiata per il triennio è Ilaria Martina, allieva della classe 5a A del Liceo delle Scienze Applicate, con il testo dal titolo “Incontro”.
Giudizio. Incontro. All’amico, scomparso ormai da tempo, si addice, “forse”, un “perpetuo ricordo”: “tornare”, “dopo aver vissuto”; benché ‘tornare’ a colui che ‘agognava il futuro’ possa essere “tradimento”, oppure ‘macchia’ su un “ricordo”: ‘puro’, ‘cristallino’. E quell’altro, che scrive questi versi, restano i “segni” – “sul mondo” – ‘lasciati’, ‘donati’: “Ancora palpitanti / e vivi”. 

Ancora per il triennio è stata premiata la poesia dal titolo “Requiem” dell’alunno Alessio Bellini, della classe 5a B del Liceo delle Scienze Applicate.
Giudizio. Requiem. Chi scrive si rivolge alla propria “anima”, invitandola a piangere, e a abbandonare ogni ricordo; poiché il “corso” – vale a dire, “di questa nostra esistenza”: “ingiusta” – è “inesorabile”. Infine, si rivolge all’“ultimo respiro”, che ora invita a ‘saziarsi’ dell’“eterno silenzio”, ora a ‘lasciarsi cullare’ dalla “calma” di quel silenzio.

Particolarmente toccante si è rivelato il racconto “Compagno di scuola”  che è stato premiato per la narrativa fra gli alunni del biennio. L’autore è Mattia di Marco, allievo della classe 2a A.F.M.
Giudizio. Compagno di scuola. Un nonno che, osservando i suoi nipoti bagnarsi nell’acqua di mare, rimane pensieroso. Il ricordo di un tempo ormai lontano; che, “come i fumi del tabacco”, “provoca un pizzico in fondo alla gola”: la storia di un compagno di classe affogato. Ma tutto ciò non viene rivelato fino in fondo a quella giovinezza spensierata: che non conosce – “troppo giovani” – “la stretta morsa della perdita”. 

Degna di menzione si è rivelata la poesia “La mia prima porta” che è premio speciale. L’autore è Alessio Brignolo, allievo della classe 5a B del Liceo delle Scienze Applicate.
Giudizio. La mia prima porta. Dialoghetto tra un figlio riluttante, pensieroso, linguacciuto e impaurito, e una madre in attesa di quel figlio tanto atteso, prossima al parto ormai: ‘nascere’, per chi scrive, equivale a ‘varcare una soglia’ – la ‘prima porta’, appunto, della vita; e la ‘vita’ equivale a un “sogno”. 

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