/ Attualità

Attualità | 08 giugno 2017, 11:00

A Ventimiglia: un angolo di paradiso dove crescono frutti tropicali

Papaya e Mango a km zero: buonissimi!!!

Pierangelo Fazio con Vito nella serra

Pierangelo Fazio con Vito nella serra

Una visita al vivaio del professor Pierangelo Fazio avrebbe riempito di gioia un altro professore, Mario Calvino, che ha dedicato parte della sua attività proprio a convincere i liguri della possibilità di coltivare in queste fasce sul mare piante tropicali.

Mangiare una papaya appena raccolta avrebbe reso felice anche Libereso, grande allievo di Mario Calvino. Questo angolo di paradiso si trova a Ventimiglia, lungo la via romana vicino al confine con la Francia e con una splendida vista sulla costa e i giardini Hanbury.

In un terreno, scosceso, dove ti sembra di poter toccare il mare con la mano e dove un tempo il padre di Pierangelo aveva coltivato con successo le orchidee, il figlio ora ha convertito le serre in frutteto tropicale, mettendo a dimora diverse varietà di piante da frutto esotiche.

Iniziata quasi per gioco alcuni anni fa, la situazione ora sta diventando davvero interessante.  Si contano oggi oltre 250 piante in rappresentanza di oltre 50 varietà, con un'estensione che ha raggiunto i 4000 metri quadrati di coltivazione.

Il vivaio rappresenta un caso unico perché le piante, oltre a prosperare come fossero ai tropici, crescono, fioriscono e producono frutti eccellenti e buonissimi da mangiare.  Confesso di non essere un amante della frutta esotica e non sono di quelli che si entusiasmano mangiando pesce crudo e papaya. Dopo aver mangiato a Cuba molti anni fa un mango appena raccolto, confesso di non aver mai più provato la stessa emozione. La frutta tropicale che arriva sulle nostra tavole di norma non è di buona qualità perché viene raccolta prima della maturazione naturale; viaggia nei container; subisce trattamenti prima per tardare, poi per favorire la maturazione; viaggia per giorni sulle navi per contenere i costi ed arriva ancora acerba nei supermercati. Le cose cambiano un pochino in meglio con quelle che arrivano via aereo, ma i prezzi diventano elevati. Meglio mangiare una buona pesca.

 

L’attività di questa azienda, ora che ha superato la prima fase di sperimentazione, permette di provare e sentire il gusto di questi frutti senza andare ai tropici. Nei giorni scorsi, ho accompagnato in quest’oasi tropicale  Vito, l’attore comico e  gourmet, protagonista del Gambero Rosso, di cui tutta la famiglia Fazio è grande fan e che, sapendo della sua presenza in zona, non ha resistito alla tentazione di invitarlo.

 

La via julia è molto bella e concede viste incantevoli sulla costa, agevole la salita verso le serre, che viste da lontano sembrano abbandonate.

Quando entri nel vivaio e cominci a girare per le serre scopri un mondo inaspettato: piante strane e dai nomi curiosi, fiori bellissimi e frutti dalle forme incredibili.

Molte piante sono ancora giovani e devono essere difese, soprattutto dal freddo, sotto la serra la temperatura sfiora i 40 gradi, un pochino troppo elevata per me.

La papaya è la prima pianta, che si incontra durante la visita ed è anche l’unica che produce frutti in questo periodo. Si raccolgono frutti fino a 2,5 kg di peso e mangiata appena raccolta presenta un sapore dolcissimo.

 

Il tempo di visitare la pregevole collezione Manghi, che arrivano da tutte le parti del mondo,  per scoprire che i frutti di cui Fazio è davvero orgoglioso sono in realtà le Passiflora. Fra le tante varietà coltivate, in particolare la “Granadilla” (passiflora quadrangularis), creata per ibridazione proprio da lui. E’ una pianta robusta e rampicante come la vite, con un fiore bellissimo, il frutto  matura attaccato al ramo e presenta un colore giallo dorato. Come tutte le passiflore commestibili  dentro è burrosa e dolce.

 

Il frutto della passione al pari del mango è sempre presente nella cucina internazionale grazie al suo profumo intenso e l’accentuata acidità. Infatti proprio i ristoranti rappresentano lo sbocco naturale dei prodotti di questa coltivazione, che sta raggiungendo un buon livello di produzione ed ora deve porsi il problema di trovare un adeguato sbocco commerciale. Già ora i suoi frutti finiscono nelle mani di bravi chef che accompagnano preparazioni di pesce con la sua eccezionale papaya, e per questa estate dovette attendervi una vera invasione di mango e granadilla.

Il tempo di assaggiare un frutto dalla polpa rosa, conosciuto come Pero delle Indie ed un arrivederci a fra qualche settimana per la raccolta dei manghi, dove il plurale indica la grande varietà di qualità selezionate e coltivate da Fazio, che sono una decina.

Al momento del saluto un’ultima nota del professore: “tengo a precisare che tutta la frutta di mia produzione è trattata esclusivamente con prodotti usati in agricoltura biologica, i concimi sono tutti di origine organica naturale”.

I suoi frutti potranno accontentare anche i sostenitori del km zero più spinto, quelli che sostengono che la frutta tropicale non può stare sulle nostre tavole.

 

Claudio Porchia

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium