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Attualità | 05 giugno 2017, 07:44

Sanremo: tra un mese il 170° della nascita di Augusto Mombello, il profilo biografico di Andrea Gandolfo

Augusto Mombello nacque a Savona il 7 luglio 1847 da Antonio e da Teresa Becchi. La famiglia era però originaria di Varazze, dove il padre esercitava la professione notarile.

In occasione del 170° anniversario della nascita del celebre banchiere e sindaco di Sanremo Augusto Mombello (tra circa un mese), lo storico matuziano Andrea Gandolfo traccia un breve profilo biografico dell’illustre personaggio della storia matuziana, a cui è tra l’altro intitolata una delle vie più importanti del centro della città, e che, oltre ad essere stato uno dei primi sindaci socialisti d’Italia, avrebbe giocato un ruolo di grande rilevanza nel lancio di Sanremo come meta privilegiata del turismo internazionale, inaugurando in particolare il Casinò Municipale nel gennaio 1905.

Augusto Mombello nacque a Savona il 7 luglio 1847 da Antonio e da Teresa Becchi. La famiglia era però originaria di Varazze, dove il padre esercitava la professione notarile. Nel 1860 iniziò gli studi nel Collegio Seminarile della città natale, da dove passò al Collegio militare di Asti, ma dopo tre anni e un altro di accademia rinunciò alla carriera nelle forze armate per motivi di natura politica. In seguito si trasferì a Torino impiegandosi presso il Credito Mobiliare, dove acquisì in breve tempo un notevole bagaglio di conoscenze in campo finanziario. Nella capitale sabauda conobbe Garibaldi e ne rimase a tal punto affascinato da decidere di seguirlo a Mentana, dove il 3 novembre 1867 rimase anch’egli ferito nello scontro con le truppe franco-pontificie.

A partire dagli anni Ottanta, quando assunse l’incarico di direttore della filiale di Sanremo del Credito di Nizza, cominciò a frequentare gli ambienti politici e finanziari matuziani, entrando anche a far parte di un nuovo sodalizio locale di orientamento radicale e socialista, fondato nel 1884: l’Associazione Democratica Sanremese. Nel maggio 1896 fu tra i promotori dell’uscita del foglio socialista “La Parola dei socialisti sanremesi”, nato da una scissione dell’altro giornale locale “Il Pensiero di Sanremo”. Dopo la vittoria del Partito Socialista alle elezioni amministrative dell’ottobre 1896, il successivo 3 novembre fu quindi eletto sindaco di Sanremo. I primi provvedimenti adottati dalla nuova giunta portarono alla riduzione fino a un massimo di 60 lire del focatico per i cittadini meno abbienti, alla distribuzione gratuita dei medicinali ai poveri e ai bisognosi e all’approvazione della refezione scolastica, la prima del genere in Italia.

Nel corso del suo primo mandato vennero anche decisi l’allargamento della via Arenella; il taglio di via Palma; la realizzazione del giardino ex regina Elena; l’avviamento di trattative con il ministero della Guerra per il trasloco della caserma da piazza Colombo a San Martino. Egli riuscì inoltre a risolvere il problema dell’illuminazione pubblica e privata ottenendo una sensibile riduzione sui prezzi del gas sia per il Comune che per i privati, mentre, obbligando la società Tuscan Gaz Company ad applicare il becco Auer a tutti i fanali pubblici, conseguì un ulteriore risparmio di svariate migliaia di lire. La sua giunta approvò in prima lettura il nuovo piano regolatore della città.

Nel dicembre 1897 rassegnò le dimissioni e rimase all’opposizione fino al maggio 1902, quando, in seguito a una nuova affermazione dei socialisti alle elezioni comunali, poté riassumere la carica di sindaco per un secondo mandato, che si sarebbe concluso nel luglio 1906. Durante tale mandato si segnalano una serie di importanti iniziative assunte dalla sua giunta, tra cui in particolare l’allargamento di corso Cavallotti, la firma del contratto con la ditta Woodhouse e Baillie per la costruzione del primo tratto della linea tranviaria Sanremo-Ventimiglia, la fondazione dell’Università popolare sanremese nel novembre 1903 e, soprattutto, la costruzione del nuovo Casinò, ufficialmente inaugurato il 12 gennaio 1905. Morì a Genova l’8 dicembre 1941 all’età di novantaquattro anni, lasciando anche un libro di memorie sulla sua esperienza garibaldina a Mentana («Mentana. Ricordi di un veterano», Milano, Mondadori, 1932).

Redazione

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