Cinque anni di tempo per tornare agli stipendi attuali, tagli per 150mila euro e l’aumento del contributo del comune già richiesto.
E’ questa la strategia del Cda dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, che ieri ha incontrato i sindacati per spiegare gli intendimenti sul futuro della Fondazione, in modo da poter andare avanti con questa importante istituzione matuziana, con sacrifici di tutti, compresi i dipendenti.
E’ stato un confronto serrato ma con atteggiamento costruttivo, quello di ieri tra Cda e sindacati. Un piano ‘spalmato’ su 4 anni che, al quinto dovrebbe dare tutti i suoi frutti. Sono previsti tagli per 150mila euro, in particolare per consulenze, cachet ai solisti, musicisti aggiunti e costi vari. Verrà chiesto anche un sacrificio sugli stipendi dei dipendenti, tra il 10 ed il 20% nel corso dei 4 anni. Ma gli stessi rientreranno (secondo il piano) ai loro livelli salariali, entro i 4 anni previsti.
Ora i sindacati presenteranno il piano del Cda all’assemblea dei dipendenti della Fondazione, a fine giugno. In questo mese, infatti, sono previste le ferie e la decisione verrà presa entro luglio. Il Cda ha confermato di voler operare i tagli preservando però la qualità artistica ed anche in base all’aumento del contributo comunale, che passerà da 800mila a un milione di euro. Il piano prevede in particolare il ripianamento della perdita da 500mila euro, patita nel 2016.
Se l’assemblea approverà il piano del Cda, questo passerà poi all’esame della politica e, con la relativa approvazione, si aprirà una nuova stagione per l’Orchestra Sinfonica di Sanremo.