“Ogni anno insieme ad Eurispes presentiamo un rapporto sulle agromafie, l'ultimo è del 14 marzo scorso e da questo è emerso come in un anno il business delle agromafie abbia registrato un incremento del 30%.” A dirlo è Giancarlo Caselli, magistrato che ha dedicato tutta la sua vita alla repressione del crimine organizzato, dal terrorismo alla mafia. Quest'oggi l'incontro con la cittadinanza a Ventimiglia, presso la Biblioteca Aprosiana, dal titolo “Legalità come fondamento della società civile”. E' stata l'occasione per sottolineare l'importanza di discutere e confrontarsi sulla tematica per creare una società consapevole, che non si pieghi alle logiche del sistema mafioso, ma anche per parlare di 'agromafie', ovvero atti illeciti collegati principalmente al settore agroalimentare.
“Non è solo importante parlare di legalità – spiega Caselli - per certi profili è decisivo. Ogni recupero di legalità vuol dire recupero di ricchezza, di risorse, attraverso le quali si vive meglio. La qualità della nostra vita dipende anche dal quantum di legalità che si riesce a realizzare, soprattutto sul versante della illegalità economica: evasione fiscale, corruzione, mafia, sono colossali le quantità di ricchezza che queste attività illegali rapinano alla società civile e alla collettività. Colossale è l'impoverimento della società civile e la dimensione di questo in termini di qualità della vita. La legalità è talmente importante al punto che non parlarne significherebbe non parlare dell'aria inquinata, che ci fa male tanto quanto l'illegalità.”
Intervista a Giancarlo Caselli
Giancarlo Caselli da tre anni è in pensione, ha lasciato la magistratura, ma da qualche tempo presiede l'Osservatorio istituito da Coldiretti sulla criminalità nell'agricoltura.
“Grazie al materiale imponente messo a disposizione dalle forze dell'ordine, dalle autorità di controllo e dalla magistratura – spiega Caselli - è emerso come in un anno il business delle agromafie sia passato da 16 miliardi a 22 miliardi. E' di oggi la notizia un'operazione della Procura distrettuale di Milano che ha portato al sequestro di strutture molto importanti e note per quanto riguarda la grande distribuzione. Ci sono conseguentemente presenze in ogni segmento della filiera agroalimentare, dal campo, allo scaffale, alla tavola.”
Un sistema mafioso in evoluzione che passa anche dall'agricoltura, un settore per certi aspetti strategico; ma anche un sistema che non ha perso la potenza criminale di un tempo e che è in continua espansione: “La mafia oggi è quella che era ieri – continua Giancarlo Caselli - un'organizzazione che usa metodi di intimidazione, di violenza, minaccia e corruzione. Scorciatoie perverse per ottenere i suoi scopi che sono soprattutto l'incremento del potere economico attraverso la quantità di capitali accumulati in maniera illecita, quindi anche del potere politico. La differenza è che mentre nelle aree di tradizionale esistenza, quelle per così dire storiche, la mafia si manifesta in maniera esibita, evidente, eclatante e prepotente.
Al nord sempre più si diffonde quella figura di mafia che già alcune sentenze della Cassazione definiscono 'silente'. Una mafia che fa paura, che ottiene i suoi risultati criminali, ma che non ha bisogno di usare forme di intimidazione particolarmente eclatanti. Molte volte basta il nome: ci si presenta in maniera 'silente' perché, dice la sentenza della Cassazione, basta il non detto, il sussurrato, l'accennato che si ricolleghi ad una potenza criminale capace di intimidazione, nota sull'intero territorio nazionale o, molte volte, nelle aree territoriali interessate.”