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Eventi | 21 aprile 2017, 12:57

Sanremo: Palazzo Nota apre le porte alla memoria cittadina con una mostra degli artisti partigiani Ivaldo e Orvieto

Verrà inaugurata mercoledì 26 aprile, alle 17, e sarà visitabile dal 26 aprile al 6 maggio

Sanremo: Palazzo Nota apre le porte alla memoria cittadina con una mostra degli artisti partigiani Ivaldo e Orvieto

L’Assessorato al Turismo, Cultura e Manifestazioni , in collaborazione con la sezione ANPI “G. Cristiano Pesavento” di Sanremo e l’Istituto Storico di Imperia, presenta la mostra “Gli stati dell’animo, Sanremo e la Guerra” dedicata a due partigiani combattenti che hanno lasciato una testimonianza indelebile della loro arte: il pittore Italo Ivaldo e il pittore, musicista e scultore Renzo Orvieto.

La mostra è realizzata a Palazzo Nota con opere pittoriche e scultoree, nonché con documentazione originale, messe a disposizione dalle famiglie Ivaldo e Orvieto.

Verrà inaugurata mercoledì 26 aprile, alle 17, a Palazzo Nota e sarà visitabile dal 26 aprile al 6 maggio dal martedì al sabato dalle 9 alle 18.30 ad ingresso libero.

Sabato 6 maggio, alle 16.30, si svolgerà invece la conferenza conclusiva con la presentazione del catalogo della mostra.

«L’intento – racconta Amelia Narciso, Presidente della sezione ANPI Sanremo “G. Cristiano Pesavento” - è far emergere, attraverso le loro opere e le testimonianze di vita, Ivaldo e Orvieto dall’oblio che li avvolge da troppo tempo a Sanremo. Questa mostra può diventare un importante momento di incontro culturale e di memoria tra i cittadini e, ci si augura, tra gli studenti grazie ad artisti verso i quali ci sentiamo sempre debitori di un riconoscimento e di un dovuto tributo».

Italo Ivaldo, nome di battaglia “Demetrio”: già da studente della Regia Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino fu vittima, come tutta la famiglia, di persecuzioni per le sue idee antifasciste. Nel 1943 fondò un giornale di lotta clandestino “La Macchia” e nel 1944, dopo una fase di organizzazione della lotta partigiana in Sanremo, salì in montagna unendosi alla V Brigata. Per le sofferenze patite nella vita da partigiano si ammalò gravemente fino a morire, nel 1946. La vita breve e le sofferenze per le sue scelte non gli impedirono di lasciare comunque la testimonianza della sua arte.

Renzo Orvieto, partigiano combattente nella Val Tanaro (ilMaestro”): tutta la sua vita è stata dedicata alla Resistenza e, per le sculture e i quadri che rappresentano temi della Resistenza, ha ricevuto il riconoscimento, forse per lui il più prestigioso, dal Comune di Cuneo che, nel 30° Anniversario della Liberazione, lo ha nominato “rappresentante dell'Arte della Resistenza. La nostra città ha l’onore di custodire nei giardini alcune delle sue opere più significative e la mostra è un’importante occasione di conoscerne in modo approfondito l’origine e il significato.

Entrambi hanno trovato ispirazione anche nei paesaggi della città di Sanremo, di cui è raccontata la luminosa bellezza naturale e l’indimenticabile varietà dei personaggi che l’hanno popolata, fissati per sempre nelle loro opere

In occasione della ricorrenza del 25 aprile – conclude l’Assessore Cassini – con questa mostra la nostra città vuole ricordare due artisti, anche partigiani, profondamente legati a Sanremo, le cui famiglie sono ancora molto attente nel tramandarne la memoria. Il nuovo museo civico di Palazzo Nota apre le porte alla storia e al ricordo, in un percorso di sicuro interesse per noi e le generazioni future”.

LA MOSTRA

“GLI STATI DELL’ANIMO, SANREMO E LA GUERRA”

Una finestra aperta sulla città di Sanremo prima e dopo la Guerra: la leggerezza contrapposta all’oppressione del regime fascista e il mutamento sorto nell’animo dall’esperienza della lotta partigiana e dello strazio della guerra civile.

La mostra offre questa visione stereoscopica attraverso l’opera di due artisti, accomunati dall’azione eroica nella Resistenza, ma con destini e stili diversi.

Da un lato Renzo Orvieto, nome di battaglia “Il Maestro” che, principalmente dopo il conflitto, esprime con grande forza e intensità, tanto nelle opere pittoriche che scultoree, l’affermarsi degli ideali partigiani e la riconquistata libertà attraverso il sacrificio della lotta, esponendo le sue opere a livello nazionale ed internazionale fino agli anni ’90.

Dall’altro Italo Ivaldo, nome di battaglia “Demetrio”, che dipinge nel periodo antecedente e durante la guerra, contrapponendo alla retorica fascista dell’epoca una gioiosa quotidianità di ispirazione cosmopolita e anti-autarchica. Ammalatosi in montagna, muore a 33 anni nel ‘46, nell’età in cui prendevano consistenza gli ideali per cui aveva combattuto.

L’esposizione suddivide le opere pittoriche degli autori in due sezioni distinte: una dedicata alla serena vitalità di Sanremo, delle sua gente ed una in cui la cupezza della guerra e la forza della lotta si manifestano nelle opere di entrambi gli artisti in seguito all’esperienza dirompente della Resistenza.

Sono esposti inoltre 7 bronzi di Orvieto tra cui “Il contadino ed il Partigiano” da cui è stato realizzato il monumento per il Comune di Badalucco, eroico paese dell’entroterra imperiese.

La mostra espone insieme al dato storico ed umano anche stili ed influenze diverse.

Italo Ivaldo, in un periodo in cui la scelta estetica si mescolava alla politica e all'avversità al regime, trova i propri riferimenti artistici ne “I Sei di Torino” a cui si avvicina durante gli studi all’Accademia Albertina e con cui condivide gli ideali ed i principi antifascisti che si esprimono attraverso una pittura tonale delicata e solare, semplice nello schema compositivo e vivace nel ritmo, anti monumentale e antieroica, a volte intimista, aperta alla quotidianità.

Renzo Orvieto, la cui espressione pittorica nasce e si sviluppa dalla Resistenza, esprime un sentimento epico nei valori di forza sociale di uguaglianza e democrazia, attraverso tonalità cupe e scelte di colori freddi, con forti contrasti di luci e ombre che si trasformano in profondi solchi e plasticità statuarie in movimento. La stessa sintesi espressiva si trova nelle opere scultoree in cui traspare la tenacia dell’essere umano nelle vicende della vita.

Entrambi trovarono ampio spazio per la loro ispirazione, sia nel proprio vissuto politico di partigiani combattenti, ma anche nei paesaggi e nei personaggi della città di Sanremo, di cui questa mostra racconta la luminosa bellezza naturale e la indimenticabile varietà dei personaggi che la popolavano, da essi fissati per sempre nelle loro opere.

Testo di Susanna Ivaldo

CENNI BIOGRAFICI

Renzo Orvieto è nato a Torino il 20 aprile del 1922. Dopo aver conseguito il diploma in composizione musicale, si dedica con estremo fervore alla pittura ed alla scultura imponendosi ben presto all’attenzione dei più qualificati critici.

Ospitato in importanti gallerie è seguito con interesse dalla TV che gli dedica alcuni servizi a commento delle numerose sue “personali”.

Il Comune di Sanremo gli commissiona il Monumento ai Martiri della Resistenza che è inaugurato dal Vice Presidente della Camera il 3 giugno 1972.

Nel dicembre del ‘73 il suo dipinto “Uniti nella Resistenza” viene prescelto per il manifesto commemorativo del Convegno Italo-Sovietico 1943-1973 sul tema: “Il contributo della Resistenza all’unità e alla pace in Europa”.

La sua evidente sensibilità per la penosa sofferenza del mondo del lavoro interessa il Comune di Bologna il cui Assessorato alla Cultura lo invita ad ordinare una sua “personale” nelle Sale del Baraccano e include una sua opera nella Galleria d’Arte Moderna. Anche Marzabotto ospita una sua opera, “Alba tragica a Marzabotto”, nella Sala del Consiglio Comunale.

A pochi mesi di distanza, nell’ottobre del ‘74, il Comune di Perugia ospita nel Monumentale Atrio del Palazzo dei Priori, oltre che nei Saloni del Grifo e del Leone, una sua “personale”, notevole per numero e qualità delle opere intitolata, come già a Bologna, alla “Resistenza”.

Il Comune di Cuneo, sensibilissimo al richiamo esercitato dal 30° Anniversario della Liberazione, ha posato l’attenzione su Orvieto, ex partigiano combattente in Val Tanaro e in queste valli, ritenendolo valido rappresentante dell’arte nella Resistenza.

Il 25 settembre dello stesso anno sarà inaugurato per il Comune di Badalucco, eroico paese dell’entroterra Imperiese, un monumento di Orvieto intitolato al Partigiano e al Contadino, omaggio che il paese ha voluto dedicare al valoroso e tenace valligiano che su quelle montagne ha assistito e sostenuto il partigiano in piena solidarietà con lui fino alla vittoria finale.

Renzo Orvieto è morto a Sanremo il 28 febbraio 1999.

Il 27 settembre 2002 il Comune di Sanremo gli dedica un portico su iniziativa dell’ANPI.

Italo Ivaldo è nato a Sanremo il 15 dicembre 1913, figlio di Antonio Natale conosciuto come “Tunin de Marina” (titolare della Merceria di Piazza S. Siro). Dietro consiglio del Maestro Piana viene iscritto al Regio Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Torino dove frequenta gli ambienti del gruppo “I Sei di Torino” da cui trae i propri riferimenti culturali, condividendo il contrasto al regime di Lionello Venturi, guida spirituale del gruppo. La perdita della cattedra di Lionello Venturi a causa del credo politico e la sottoscrizione da parte di tutti i suoi insegnanti del “giuramento di fedeltà al regime fascista” induce Ivaldo ad abbandonare gli studi e fare ritorno a Sanremo per non adeguarsi ad un’accademia allineata al fascio.

A Sanremo si dedica con totale dedizione alla pittura, sostenuto soprattutto dal fratello arruolato come Tenente Medico, insieme all’amico Mario Guerzoni e nell’agosto del 1942 apre con Emilio Biga la mostra Ivaldo-Biga in via Matteotti 20 a Sanremo.

A seguito della morte sotto le armi del fratello Antonio, si acuiscono i sentimenti antifascisti e dopo l’8 settembre 1943 partecipa attivamente alla Resistenza con il nome di battaglia “Demetrio” e occupandosi della rivista clandestina “La Macchia” che stampa in casa con il ciclostile. A causa di una delazione, tutta la famiglia viene condannata e arrestata: la madre, il padre ed Emilia Cassini, membro acquisito della famiglia, vengono arrestati e torturati a Villa Giulia e poi a Villa Magnolie, quest’ultima per aver nascosto documenti circa la rivista clandestina e informazioni sui partigiani viene deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck . Italo Ivaldo, appena divenuto padre del primo dei due figli Antonio e Serenella, è costretto a fuggire in montagna mentre la moglie Gina Brambilla travestita da vecchia con in grembo il figlio si nasconde a Verezzo presso la famiglia Rodi fino al ’45.

Ivaldo "Demetrio" partecipa alle battaglie di Bajardo del 5 settembre ‘44, Upega 17 ottobre ‘44 è a San Romolo quando c’è il rastrellamento del 17 novembre 1944.

Il 25 aprile 1945 partecipa alla liberazione di Sanremo. Il 30 settembre 1945 partecipa alla Mostra che il C.L.N. apre al Casinò di Sanremo “Un Fiore tra le macerie”.

Ammalatosi in montagna durante la Resistenza, muore nel 1946 poco dopo la nascita della secondogenita, all’età di 33 anni.

C.S.

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