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Politica | 03 aprile 2017, 11:21

Taggia: il Vice Sindaco Manni risponde alla mamme ‘No Lotto6’: “Per gli edifici scolastici abbiamo fatto più noi di quanto sia stato fatto dal dopoguerra al 2007, e sono i numeri a parlare”

Intervento dopo le polemiche per la demolizione dell’ex scuola ‘Papa Giovanni’: “Se stessimo parlando di una nostra proprietà non saremmo portati a pensare che le soluzioni migliori sarebbero la demolizione e la ricostruzione?”

Taggia: il Vice Sindaco Manni risponde alla mamme ‘No Lotto6’: “Per gli edifici scolastici abbiamo fatto più noi di quanto sia stato fatto dal dopoguerra al 2007, e sono i numeri a parlare”

A Taggia non si placano le polemiche dopo la demolizione dell’ex scuola ‘Papa Giovanni’ e i molti interventi e manifestazioni da parte delle associazioni di genitori della zona.

Ultimo è stato quello delle mamme 'No Lotto6' che hanno chiesto all'Amministrazione “quali valori di fondo siano trasmessi alle nuove generazioni con la messa in atto di tale opera”. L'intervento delle mamme era indirizzato al Vice Sindaco Mario Manni che oggi, dalle pagine di Sanremo News, vuole rispondere.

Apprezzo la pacatezza con cui esponete il vostro punto di vista e vi ringrazio per darmi l’opportunità di portare alla conoscenza dei lettori una realtà che forse non è stata abbastanza sottolineata e pubblicizzata – dice il Vice Sindaco in una mail inviata alla nostra redazione – non si può prescindere dalla necessità di demolire quell’edificio. Le sue caratteristiche strutturali non erano in grado di ospitare una scuola, la facilità con cui è venuto giù è spaventosa ma, siccome più delle parole fanno le immagini invito i lettori a visionare il video qui sotto e a fare una riflessione: valeva veramente la pena cercare di riqualificare quella struttura?”.

E aggiunge: “Se stessimo parlando di una nostra proprietà non saremmo portati a pensare che le soluzioni migliori sarebbero la demolizione e la ricostruzione? Per inciso, la demolizione non pregiudica il riutilizzo dell’area come sede scolastica ancorché la sua localizzazione, perfetta per gli anni ‘60 che ci vedevano raggiungere la scuola a piedi, oggi parrebbe un po’ troppo sacrificata stante l’abitudine di accompagnare i bambini a scuola in auto. Ci fu un momento, sotto l’assessorato Barabaschi, in cui la Provincia pareva intenzionata ad acquistarlo per sistemarci l’Istituto Alberghiero ma poi, aggiungo ‘per fortuna’, non se ne fece nulla”.

Il Vice Sindaco lascia poi spazio ai numeri e ai dati, con tutte le cifre investite nelle strutture scolastiche: “In merito ai valori da trasmettere ai posteri, uno tra tutti la preservazione degli edifici scolastici meritevoli di interventi risanativi, possiamo con orgoglio dimostrare che questa amministrazione ha fatto più di quanto sia stato fatto dal dopoguerra al 2007 e lascio che siano i numeri a parlare”.

Ed ecco le cifre elencate da Mario Manni:
- nella scuola di Levà sono stati investiti (spesi) 360 mila euro per il conseguimento della certificazione anti incendio e per l’efficientamento energetico. Ora tutte le scuole hanno la certificazione anti incendio che mai avevano avuto prima.
- per la palestra della scuola media di Taggia sono stati spesi 136 mila euro per la sicurezza e per il ripristino del tetto
- nel plesso scolastico delle medie di Taggia, per la certificazione anti incendio e per l’efficientamento energetico, sono stati spesi 150 mila euro
- nelle scuole medie di Arma, oltre che per la certificazione anti incendio, sono stati spesi 196 mila euro per sostituire la pavimentazione in linoleum della palestra poiché conteneva amianto, a questi dobbiamo aggiungere 350 mila euro investiti per poter ospitare in quel sito anche le scuole elementari alla chiusura delle ‘Papa Giovanni’.
- per le scuole elementari di Taggia sono previsti interventi per 900 mila euro per la messa a norma antisismica della struttura.

“Sono straconvinto che le prossime amministrazioni dovranno pensare ad una nuova edificazione scolastica, moderna e funzionale – dice Manni – e che ciò dovrà necessariamente avvenire contrattando con il privato, per dirla alla Manni “sedendosi di fronte e non di fianco agli imprenditori”. Nondimeno si è fatto per i luoghi della cultura, quelli storici e rappresentativi dell’identità cittadina. Dal 2007 ad oggi si sono fatte cose che mai nessuno prima aveva fatto, ma lasciamo che siano ancora i numeri a parlare. Con un lavoro faticoso e certosino si sono reperiti co-finanziamenti per: il recupero del tetto e della facciata della chiesa di San Domenico (un milione di euro spesi, primo Comune a reperire i fondi Par Fas); il recupero e restauro del Castello (800 mila euro, fondi Por Fesr) per realizzare un teatro all’aperto; il recupero del tetto, del giardino e della facciata di villa Curlo (300 mila euro, fondi Por Fesr); il recupero di Santa Teresa e la realizzazione del Centro Studi dell’Oliva Taggiasca (750 mila euro, fondi Par Fas); il restauro completo del complesso di Santa Caterina per la creazione di un nuovo teatro coperto (750 mila euro, fondi regionali per la rigenerazione urbana)”.

E conclude: “Queste sono le azioni concrete che ci permetteranno di guardare con orgoglio a luoghi dimenticati che hanno potuto, attraverso un impegno intenso e passionale, ritrovare l’antico splendore e la dignità che meritano. Sicuramente non abbiamo fatto tutto ma rispetto al niente, credetemi, è tantissimo”.

Pietro Zampedroni

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