Attualità - 16 marzo 2017, 07:44

Linea ferroviaria a mare o a monte: anche a fine '800 se ne discuteva a Sanremo prima dell'inaugurazione del 1872

Nel corso degli anni Sessanta dell’Ottocento l'Amministrazione comunale di Sanremo presieduta dal sindaco Giuseppe Corradi dovette affrontare due problemi che avrebbero avuto una notevole rilevanza nella futura pianificazione urbanistica della città: la localizzazione della stazione e il tracciato della linea ferroviaria.

Dopo l’inaugurazione del raddoppio della linea ferroviaria tra San Lorenzo al Mare e Andora, lo storico matuziano Andrea Gandolfo, rievoca le vicende della nascita dell’antica linea ferroviaria Genova-Ventimiglia nella seconda metà dell’Ottocento, attraverso un complesso dibattito, che coinvolse l’intera classe politica locale, qui considerata soprattutto a livello sanremese, con risvolti anche su scala nazionale. La linea Genova-Ventimiglia venne ufficialmente inaugurata il 25 gennaio 1872.

Nel corso degli anni Sessanta dell’Ottocento l'Amministrazione comunale di Sanremo presieduta dal sindaco Giuseppe Corradi dovette affrontare due problemi che avrebbero avuto una notevole rilevanza nella futura pianificazione urbanistica della città: la localizzazione della stazione e il tracciato della linea ferroviaria. Intorno al 1860 era infatti stato redatto il progetto della strada ferrata litoranea della Riviera di Ponente, che avrebbe dovuto collegare il confine con la Francia a Voltri, dove si fermavano i binari della linea Roma-Ventimiglia. La Compagnia ferroviaria del litorale ligure, che aveva l'appalto dei lavori, aveva previsto, al fine di ridurre il più possibile i costi, che i binari fossero collocati lungo il mare e attraversassero i centri abitati nei pressi degli arenili. Per quanto concerne la città di Sanremo era stato progettato di far passare le rotaie lungo il corso della Marina e costruire la nuova stazione in zona San Rocco. Il progetto redatto dalla Compagnia ferroviaria fu accolto molto favorevolmente dalla cittadinanza sanremese, che poteva finalmente contare sul fatto che presto Sanremo sarebbe stata collegata ai più importanti centri italiani ed europei. Dopo un primo momento di entusiasmo generale, tuttavia, si fece strada, all'interno della classe dirigente locale e in alcuni settori della borghesia cittadina, la convinzione che per una città come Sanremo, il cui futuro si riteneva strettamente dipendente dalle sue attività commerciali, avrebbe assunto particolare importanza l'ubicazione della nuova stazione nei pressi dell'area portuale, di cui si prevedeva la complessiva ristrutturazione. Fu così che nel 1861 il Consiglio Comunale, facendosi interprete di questa tendenza, decise di offrire alla società ferroviaria la cessione gratuita dei terreni, e in un secondo tempo anche l'indennità di diecimila lire, in cambio dello spostamento della futura stazione nella zona di Pian di Nave. Le ripetute offerte avanzate dal Consiglio municipale sanremese non soddisfecero però la Compagnia ferroviaria, che le considerava insufficienti a coprire i maggiori costi che la variazione proposta del piano originario avrebbe determinato. Nel 1862, tuttavia, iniziò ad affermarsi la convinzione che lo sviluppo di Sanremo non sarebbe dipeso dalle poco remunerative attività agricole e commerciali, che tra l'altro non bastavano nemmeno a soddisfare il fabbisogno interno, ma bensì sui ben più redditizi proventi del comparto turistico, che aveva già reso prospere le vicine città di Nizza, Cannes e Mentone. Da questa convinzione derivò il proposito di impedire a tutti i costi il passaggio della linea ferroviaria lungo il mare, anche se questo avrebbe probabilmente impedito di allacciare la ferrovia alla zona portuale. Nel giro di pochi mesi quindi gli amministratori sanremesi, dopo aver condotto lunghe ed estenuanti trattative con la Compagnia ferroviaria per avvicinare il più possibile la stazione al porto, decisero di rinunciare anche a questa allettante prospettiva pur di non danneggiare lo sviluppo turistico della città.

In definitiva il 1862 fu un anno cruciale per le sorti della scelta del tracciato ferroviario, che provocò per la prima volta una netta spaccatura all'interno della classe politica sanremese tra un ‘partito di filoturisti’ e un ‘partito di antituristi’. Gli avversari del turismo sostenevano che il futuro di Sanremo dipendeva in larga misura dalle tradizionali attività agricole e commerciali. Essi si battevano inoltre strenuamente per la ristrutturazione del porto e la costruzione della ferrovia lungo il torrente Argentina in modo da mettere direttamente in comunicazione la città matuziana con il Piemonte. Secondo gli ‘antituristi’, l'allacciamento con il ricco hinterland francese, piemontese, svizzero e lombardo avrebbe reso il porto di Sanremo uno dei più importanti dell'intera area mediterranea. I fautori del turismo, che all'interno del Consiglio Comunale erano rappresentati dai consiglieri Laura, Rambaldi, Garosci, Balestreri, Balestra, Borea, Massabò, Ansaldi e dal sindaco Corradi, affermavano invece che Sanremo, situata a metà strada tra i grandi porti di Marsiglia e Genova, non aveva alcuna oggettiva possibilità di imporsi come attivo e rilevante centro commerciale, né poteva sperare di arricchirsi in virtù della sua produzione agricola, dal momento che la maggioranza dei prodotti locali non era nemmeno sufficiente al suo stesso consumo interno. Sanremo, se non voleva rimanere uno dei tanti miseri villaggi del litorale ligure, avrebbe dovuto puntare tutto sulla valorizzazione delle attività turistiche, imitando le vicine città francesi della Costa Azzurra, che proprio sul turismo avevano costruito la loro immagine e si erano notevolmente arricchite. Gli «antituristi» propugnavano inoltre la necessità di costruire la nuova stazione nel quartiere di Pian di Nave, nei pressi della zona portuale, avversando tenacemente l'ipotesi del passaggio dei binari a monte, che avrebbe di fatto impedito l'allacciamento della stazione al porto. I ‘filoturisti’, invece, si battevano per il passaggio a monte e avanzarono la proposta di costruire due stazioni, una a levante vicino al torrente San Martino e una a ponente nei pressi del torrente San Bernardo, al fine di servire quelli che stavano diventando i due maggiori quartieri turistici della città. I sostenitori del turismo avevano infatti capito che, in un centro di villeggiatura climatica come Sanremo, la stazione doveva essere situata in una zona molto vicina ai quartieri turistici e nello stesso tempo non doveva disturbare la quiete e il riposo dei villeggianti, che chiedevano pace, sole e aria pulita e non avrebbero certo gradito i rumori, il traffico e l'aria inquinata che la vicinanza eccessiva della stazione avrebbe comportato.

Nel 1862 il Consiglio Comunale nominò quindi una speciale commissione con l'incarico di studiare a fondo la questione dell'attraversamento dei binari nell'area urbana sanremese. La commissione, accogliendo le istanze di larghi strati dell'opinione pubblica che erano contrati al passaggio ‘a mare’ della ferrovia, presentò un progetto che prevedeva l'attraversamento dell'abitato ‘a monte’, realizzabile tramite la costruzione di due gallerie sotto i colli del Berigo e di San Romolo. Approvato dal Consiglio questo progetto venne inoltrato alla Compagnia ferroviaria, che però, dopo averne valutato attentamente i costi, che si aggiravano intorno al milione e mezzo di lire contro le circa quattrocentomila del progetto originario, lo bocciò in più occasioni nel corso del 1863. In alternativa a questo progetto, il Comune redasse allora un nuovo piano che prevedeva il passaggio dei binari ‘a mare’, ma in viadotto continuo. Anche questo piano, presentato alla Compagnia ferroviaria, venne da quest'ultima ripetutamente respinto durante il 1864. Nel 1865 peraltro i lavori per la costruzione della nuova ferrovia si interruppero riprendendo soltanto nel 1867, dopoché lo Stato si era sostituito, l'11 ottobre 1866, alla fallita società concessionaria. Alla ripresa dei lavori non era tuttavia ancora stato deciso nulla in merito all'area sanremese, dove non si sapeva in quale zona costruire la stazione, né quale sarebbe stato il tracciato della linea ferroviaria. Nel corso del biennio 1865-66 a Sanremo si sviluppò un intenso dibattito sul problema della ferrovia, nel corso del quale le varie correnti politiche e dell'opinione pubblica discussero vivacemente sui vari modi di realizzare il nuovo tracciato, che alcuni volevano a monte, altri a mare, altri a mare su viadotto, altri in parte su viadotto e in parte a livello e altri ancora lungo la via nazionale attraverso l'abitato. L'ipotesi che raccolse più consensi fu quella dell'attraversamento a monte, che, già bocciata nel 1863 dalla compagnia concessionaria, fu nuovamente presentata nel 1867 ai funzionari governativi, che però la bocciarono definitivamente nel 1868.

Al Consiglio Comunale non rimaneva dunque che scegliere tra il passaggio a livello e il passaggio in parte a livello e in parte in viadotto, che il governo aveva prospettato come soluzione di compromesso, pressato dall'esigenza di raggiungere un accordo in tempi relativamente rapidi. Gli amministratori comunali sanremesi decisero infine che se la ferrovia doveva passare lungo il corso della Marina allora tanto valeva evitare le spese di sopraelevazione ed accettare il progetto governativo di passaggio esclusivamente a livello. Nel 1869 venne stipulata una convenzione tra il Comune di Sanremo e il ministero dei Lavori pubblici, che, ratificata definitivamente l'anno successivo, prevedeva la costruzione della ferrovia lungo il corso della Marina in maniera però da non ostruire la visuale del mare, la realizzazione di passaggi a livello presso la stazione, in via Gioberti e in piazza Sardi, la costruzione di una cancellata protettiva sui due lati dei binari lungo tutto l'abitato, la cessione gratuita da parte del Comune dei terreni necessari alla collocazione del tracciato ferroviario, l'indennizzo governativo di centomila lire per i danni estetici che la città avrebbe potuto subire dall'attraversamento a mare, l'apertura di un viale di accesso alla stazione a cura dell'Amministrazione Comunale, e l'impegno del governo di allacciare la stazione al porto con un binario di raccordo. Dopo tutta questa serie di lunghe e travagliate vicissitudini che avevano visto contrapposti il Comune di Sanremo e le altre amministrazioni locali e le autorità governative e ferroviarie, il 25 gennaio 1872 si svolse la solenne cerimonia di inaugurazione della nuova linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, che finalmente metteva in rapida comunicazione, dopo secoli di quasi totale isolamento, la Riviera di Ponente con i grandi centri urbani italiani ed europei.

Redazione