Il gruppo ricerche ‘Archeonervia’ composto da Andrea Eremita, Bruno Calatroni, Stefano Albertieri, Paolo Ciarma e Aldo Ummarino annuncia la scoperta sul territorio di Seborga di un menhir che supera i 5 metri di altezza. Sulle alture del comune di Seborga dove a suo dire, seminascosto tra la fitta vegetazione del bosco cera un menhir.
Segnalazione risultata attendibile, ulteriore conferma che dopo anni di pubblicazioni di immagini e di descrizioni dei reperti archeologici che hanno trovato spazio sulle pagine della Voce Intemelia, Sanremonews e il blog Archeonervia, molte persone hanno pienamente percepito i caratteri distintivi della cultura materiale e religiosa che ha dominato per alcuni millenni nell'estremo Ponente Ligure che hanno gettato le basi per costruire l'etnia del popolo dei liguri. Il menhir trovato disteso a terra crollato per cause naturali, è stato ricavato da un'enorme blocco di arenaria quarzifera che probabilmente supera il peso di 6 tonnellate. Ha la forma di obelisco e misura m.5,22X m.1,25 alla base. Come riscontrato in occasione di altri ritrovamenti, per certificarne la sacralità e non confondere il monolite con un blocco di roccia naturale, sulla parte frontale sono state incise due coppelle.
Lato del menhir che in origine si trovava infisso con tracce di lavorazione finalizzata a ridurne le dimensioni in modo da agevolarne l'inserimento dentro la fossa scavata nel terreno. Molti menhir trovati nell'entroterra sono stati abbattuti dai monaci Benedettini in quanto ritenuti dalla chiesa idoli pagami ma nella maggior parte dei casi sono crollati a causa di terremoti e per cause naturali dovute alla natura del territorio in prevalenza scosceso con banchi di roccia che impediscono di scavare la fossa alla profondità necessaria per l'inserimento di un quarto della struttura del monolite.