L’allattamento in pubblico è un diritto, non un tabù. In Italia sono tanti i casi di donne allontanate o criticate perché stavano allattando sotto gli occhi di tutti e l’iniziativa ‘Ovunque lo desideri’ nasce proprio con l’intento di superare una barriera culturale e normativa.
Raffaella Sottile, nostra conterranea, ha dato il ‘via’ all’iniziativa che ha portato alla raccolta di 35 mila firme in tutta Italia. È stata sfortunata protagonista di un caso finito sulle cronache locali e nazionali. E oggi le mamme sono scese in piazza anche a Sanremo, davanti al teatro Ariston, per ribadire che il bambino ha pieno diritto di mangiare quando ha fame, ovunque si trovi.
Il flash mob in programma oggi ha visto Sanremo partecipare insieme a circa 50 altre città italiane. Dalle 11 alle 17 le mamme saranno in piazza per testimoniare le loro esperienze e chiedere che lo Stato si faccia promotore del loro diritto di allattare in pubblico
Le direttive OMS-UNICEF sostengono l’allattamento materno fino ai due anni di età, ma in Italia rimane ancora un grande vuoto normativo da colmare. Vuoto che, per esempio, l’Inghilterra ha riempito nel 2010 con l’Equality Act.
Lo scorso 22 novembre, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha reso pubblico un comunicato con cui ha dichiarato che l'allattamento è una questione di diritti umani per i bambini e per questo motivo deve essere protetto e promosso.
La Convenzione dei diritti dell’infanzia (1989) prevede che lo Stato firmatario, quindi anche l’Italia, tuteli il diritto del minore al nutrimento, salute, benessere psico-fisico, istruzione e altro ancora, garantendo il superiore interesse del bambino (art. 3) ad essere nutrito, aspetto che non può essere sottoposto a contrattazioni, così come il diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo (art. 6).
L’OMS stima che le vite di 820.000 bambini potrebbero essere salvate ogni anno se tutte le madri seguissero il consiglio di avviare l'allattamento materno entro un'ora dalla nascita. Questa pratica è utile anche alla prevenzione di particolari tipi di tumori.
Alla luce di tutto ciò cosa può fare una mamma per difendersi quando viene offesa mentre nutre il proprio bimbo in un luogo pubblico?
È davvero sempre possibile limitarsi ad allattare tra le mura domestiche? Come si può gridare allo scandalo, all’offesa e al pudore quando una mamma allatta?
La storia ci insegna la consuetudine dell’allattamento in pubblico. Perché oggi ci si accusa di turbare, provocare o disgustare chi si trova attorno a noi? Crediamo che cacciare una madre che allatta, farla sentire fuori luogo, insinuare in lei il dubbio che stia facendo qualcosa di riprovevole sia un insulto alla maternità, alle donne e alle famiglie.
Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, dopo l’avvio della campagna promozionale del nostro flash-mob, pochi giorni fa ha emanato una circolare con la quale ha inteso sensibilizzare gli uffici pubblici sull’argomento.
Ma come sopra citato, c’è un vuoto normativo ancora da colmare a tutela dell’allattamento materno ovunque possa avvenire e per questo motivo, in collaborazione con il MAMI-Movimento Allattamento Materno Italiano, abbiamo dato il via alla giornata di flash mob che l’11 febbraio 2017, dalle ore 11 alle 17, unirà circa 50 città italiane (numero destinato a crescere), che organizzeranno in contemporanea nazionale i diversi sit-in di mamme che allattano.
Mappa dei vari flash mob (in continuo aggiornamento):
https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=11YwDe_PJoHsmFYYNNcX3i7afGes&ll=41.792580480062995%2C12.069297800000072&z=6
Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/governo-italiano-allattamento-è-ovunque-lo-desideri