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Politica | 06 febbraio 2017, 07:11

Imperia: sospensione di Ilvo Calzia per l'affaire porto turistico. Spunta un documento che prova il via libera di Pm e Gip al suo reintegro dopo appena due mesi dall'indagine

Su parere favorevole del Pubblico Ministero allora titolare dell’inchiesta, Maria Antonia Di Lazzaro, arrivato il 7 maggio 2012, il Gip Massimiliano Botti, due giorni dopo poneva fine al provvedimento di sospensione in quanto era scaduto il termine di durata della misura, ovvero di due mesi

Imperia: sospensione di Ilvo Calzia per l'affaire porto turistico. Spunta un documento che prova il via libera di Pm e Gip al suo reintegro dopo appena due mesi dall'indagine

Sarà pronunciata nei prossimi giorni la sentenza di appello del Tribunale di Torino in merito al processo sul porto turistico di Imperia che vede tra gli altri imputati l’ex dirigente del settore urbanistica Ilvo Calzia, alla sbarra con l’accusa di abuso d’ufficio da cui è stato assolto in primo grado.

Per lui il Pm Giancarlo Avenati Bassi ha chiesto l’assoluzione per avvenuta prescrizione, anche se potrebbe rinunciarvi fiducioso della decisione del Tribunale. Da sempre Calzia sostiene la propria innocenza e a seguito della sentenza di primo grado che lo ha assolto con formula piena, il Sindaco Carlo Capacci lo ha reintegrato in Comune. Non più come Dirigente all’Urbanistica, ma al Patrimonio da dove è stato recentemente sospeso per sei mesi.

Proprio sul reintegro, o meglio sul mancato reintegro, negli anni Calzia ha combattuto una battaglia con le varie amministrazioni comunali che si sono succedute, tutte concordi sulla sua sospensione fino alla sentenza di primo grado del processo sul porto. Sanremo News è tuttavia entrato in possesso di un documento del maggio 2012, pochi mesi dopo l’arresto dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, e dell’inchiesta che ha visto Calzia iscritto nel registro degli indagati.

Su parere favorevole del Pubblico Ministero allora titolare dell’inchiesta, Maria Antonia Di Lazzaro, arrivato il 7 maggio 2012, il Gip Massimiliano Botti, due giorni dopo poneva fine al provvedimento di sospensione in quanto era scaduto il termine di durata della misura, ovvero di due mesi. 

Il giudice per le indagini preliminari, nel provvedimento del 9 maggio dichiara “Inefficace la misura della interdizione temporanea dai pubblici uffici disposta nei confronti di Ilvo Calzia il 3 marzo 2012 e scaduta il 4 maggio 2012”. 

In seguito al parere del Pm, Calzia, ha provato a riprendere possesso del proprio ufficio, ma ne è stato allontanato.

Lo scrive il suo legale, l’avvocato Paolo Frank nell’istanza declaratoria al Gip. “Nella mattinata odierna, 7 maggio 2012, il Calzia, dopo aver preso contatto con l’Ufficio Personale del Comune di Imperia per riprendere la propria attività di dipendente pubblico, veniva inopinatamente respinto poiché, a quanto constava agli uffici comunali, non risultava mai formalmente comunicato il provvedimento con cui si comunicava la scadenza e contestuale perdita di efficacia della misura suddetta”.  

Due giorni dopo, come detto, il Gip ha dato il via libera al suo reintegro, ma ciò non è avvenuto. Nel frattempo l’allora neo insediato Sindaco Carlo Capacci, nell’estate del 2013 aveva provveduto a indire un concorso per un posto di dirigente al settore Urbanistica che era stato accorpato con Lavori Pubblici e Ambiente. In un primo tempo il ruolo era stato ricoperto da Giuseppe Enrico, allora Dirigente del Settore Ambiente, anche lui indagato e poi prosciolto da ogni accusa, relativamente a una questione legata al ritrovamento di alcune anfore romane, per la quale era stato indagato anche l’ex Ministro Claudio Scajola, anche lui prosciolto.

Al concorso parteciparono circa settanta candidati, ma la scelta ricadde su Alessandro Croce, nato a Recco, ma residente a Casarza Ligure, arrivato a Imperia dopo la selezione. Tornando a Calzia e al 2012, dopo aver constatato di non poter riprendere possesso del proprio posto di lavoro, il dirigente aveva accusato un malessere, e l’8 maggio la moglie Paula Pellacini si era recata in Comune dove l’allora Dirigente del Personale, Antonino Scarella, insieme a un altro dipendente comunale del Settore Personale, le avevano letto il provvedimento di sospensione a carico del marito, provvedimento in vigore fino all’avvenuta sentenza di primo grado, preso dopo l’assenso dell’allora Sindaco Paolo Strescino e dell’allora Segretario Comunale Andrea Matarazzo. La signora Calzia, di fronte a Scarella e al dipendente, aveva firmato il documento, ma, dopo un consulto con il marito, e soprattutto con il legale, ha deciso di presentare un esposto al garante per la protezione dei dati personali in quanto la comunicazione non sarebbe dovuta arrivare alla moglie del diretto interessato. Questo lo conferma il garante Valentina Gagliardi, che in una lettera inviata al Comune di Imperia l’8 maggio 2015 scrive di “Comunicazione dei dati personali in violazione di legge, nonché secondo modalità non conformi al principio di pertinenza e non eccedenza nel trattamento dei dati”. 

A oggi non si conoscono le motivazioni per cui Calzia, nonostante il lasciapassare del Pubblico Ministero e il provvedimento del Gip non sia stato reintegrato una volta scaduta la sospensione. L’attuale Sindaco Carlo Capacci, contattato in merito da Sanremo News si è subito smarcato imputando le eventuali responsabilità a chi amministrava nel 2012. 

In quei giorni, nel pieno della bufera sul porto turistico, il Sindaco era Paolo Strescino - Capacci ne era il vice -, ma durò poco. Quell’estate infatti i consiglieri comunali si dimisero in massa dando il via libera all’arrivo del Commissario Prefettizio Sabatino Marchione.

Francesco Li Noce

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