Attualità - 06 febbraio 2017, 09:42

Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili

Si stima che siano 200 milioni le donne e le bambine che sono state sottoposte a MGF in 30 Paesi, mentre circa 8.000 ragazze sarebbero a rischio ogni giorno – circa 3 milioni sarebbero a rischio ogni anno

Oggi, lunedì 6 febbraio si celebra la Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili.

Come si spiega anche sul sito http://uefgm.org , la mutilazione genitale femminile (MGF), conosciuta anche come “escissione genitale femminile” o “circoncisione femminile” costituisce una forma di violenza di genere comprendente tutte le procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni agli organi genitali femminili per motivazioni non terapeutiche.

Le MGF vengono generalmente eseguite su bambine di età compresa tra i 4 e i 12 anni, anche se in alcune culture sono praticate già pochi giorni dopo la nascita e in altre poco prima del matrimonio o durante la prima gravidanza.

A volte si usano argomentazioni di tipo religioso a difesa della pratica, ma non esistono prescrizioni a tal proposito. Le MGF fanno piuttosto parte di una complessa pratica culturale e simbolica collegata alla preparazione della donna al futuro matrimonio e al suo ruolo all’interno della propria comunità, a cui sono legati anche l’accesso alla proprietà e lo status sociale.

Si stima che siano 200 milioni le donne e le bambine che sono state sottoposte a MGF in 30 Paesi, mentre circa 8.000 ragazze sarebbero a rischio ogni giorno – circa 3 milioni sarebbero a rischio ogni anno (UNICEF, 2016). Secondo le stime del Parlamento europeo, nell’Unione Europea (UE) sono circa 500.000 le donne e le bambine che sono state sottoposte a MGF (UE, 2016). Ogni anno sono circa 20.000 le donne e le bambine provenienti da paesi a rischio MGF che chiedono asilo nell’UE, ovvero il 20% di tutte le richiedenti asilo nel 2011. Di queste, circa 8.800 donne o bambine, provenienti soprattutto da Somalia, Eritrea e Guinea, sono state sottoposte a MGF. Ciononostante, in Europa mancano dati precisi e ricerche sulla prevalenza delle MGF.

Dal fenomeno non è esente neppure l’Italia, secondo i dati Istat (2015), infatti le donne residenti nel nostro Paese provenienti da Stati a tradizione escissoria sono 161.457 e rappresentano il 6,1% sul totale delle donne straniere, numero che non comprende le migranti che hanno cittadinanza italiana, e i migranti irregolari e richiedenti asilo.

Anche la Cisl, insieme al Coordinamento nazionale donne CISL, prosegue la propria azione di informazione nei luoghi di lavoro avviata nel 2009 con la "Piattaforma sulla prevenzione della violenza sulle donne e i minori" e rilanciata nel 2011 con la Campagna permanente "MGF: Mutilazioni Giunte alla Fine".In occasione della prossima Giornata Internazionale la Confederazione CISL Nazionale, ha voluto concentrare l'attenzione soprattutto sulle bambine poiché è dalla più tenera età che molte donne iniziano a subire questo tipo di violenza.

Mara Cacace